“La Primula Rossa” di Emma Orczy: una spy story del Settecento

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La Primula Rossa, la nostra recensione

 

La Primula Rossa è il primo volume di un ciclo di dieci romanzi dedicati all’omonimo personaggio, scritto nel 1905 dalla baronessa britannica di origine ungherese Emma “Emmuska” Orczy.

Oggi Fazi Editore sceglie di riproporre quest’opera, scommettendo su un classico il cui percorso letterario e pubblicitario sembra ripercorrere le traversie del protagonista.

Ad inizi ‘900 La Primula Rossa viene diffuso in fascicoli, seguendo le consuetudini del tempo, e suscita un notevole interesse nei lettori. Nel 1917 viene portato sullo schermo ma il primo film di successo ispirato a La Primula Rossa risale al 1934 e ha come protagonista quel Leslie Howard, che fu l’insignificante Ashley nel colossal Via col vento.

In Italia, l’opera esce per la prima volta come romanzo mensile del Corriere della Sera nel 1910 e in volume per Salani nel 1930. Seguono la ristampa integrale negli anni ’60 per la Biblioteca Romantica Sonzogno, la ripubblicazione del primo volume negli anni ’90 per la Newton & Compton e la nuova versione cartacea nel 2012 di Salani. Fino ad oggi, gli altri romanzi di  Emma Orczy pare siano praticamente introvabili.

“La cercan qui, la cercan là,
dove si trovi nessuno lo sa.
Che catturare mai non si possa,
quella dannata Primula Rossa?”

Parigi, settembre 1792. La Rivoluzione francese ha rovesciato l’ancien régime e il motto Liberté, Égalité, Fraternité infiamma i cuori del popolo che da secoli non aspetta altro che vendicarsi degli aristos. Mam’zelle Guillotine reclama ogni giorno vittime tra le sue braccia e, quando cessa la sua spaventosa attività, l’attenzione popolare si sposta verso le varie barriere della città, che la noblesse cerca in tutti i modi di oltrepassare. Travestimenti, trucchi e pretesti tuttavia non bastano perché, tra gli sghignazzi dei popolani, i tentativi di fuga vengono quasi sempre scoperti. I soldati della Repubblica, impegnati a scovare i fuggiaschi e puniti con la vita se falliscono in questa loro missione, sembrano avere un solo tormento: una misteriosa associazione segreta “d’inglesi dotati di audacia e astuzia senza pari” è riuscita più volte a far attraversare la Manica a famiglie nobili già condannate a morte, permettendo loro di raggiungere l’Inghilterra o altri Paesi e cercare da lì di salvare il re e altri nobili o di insorgere contro la Repubblica francese. A capo di questa lega c’è un personaggio di cui non si conosce praticamente nulla, la Primula Rossa, chiamato così per il fiore che lascia ogniqualvolta gli riesce un salvataggio. In Inghilterra è acclamato come un eroe e le donne ne sono affascinate. Tra loro anche Marguerite St.Just, un tempo nota attrice della Comédie- Française e ora sposa del nobile inglese Percy Blakeney, odiata dagli aristos ma temuta per l’amicizia intima che sir Percy coltiva con il principe del Galles. Bizzarra la natura del matrimonio dei due: lei, “la donna più intelligente e affascinante di Francia” e lui, irritante e vanesio, che sembra divertirsi solo con moda e canzoncine, come quella sull’inafferrabilità della Primula Rossa, inventate per intrattenere i suoi ancor più insignificanti amici.

Proprio il mistero che circonda questa figura e la facilità con cui egli riesce a far fuggire gli aristos sono le caratteristiche che più di altre offendono l’inflessibile codice dei repubblicani francesi. Il cittadino Chauvelin viene quindi mandato in Inghilterra per scoprire l’identità di questa Primula Rossa e per mettere fine alle sue missioni, a qualsiasi costo.

“La Primula Rossa” di Emma Orczy: una spy story di cappa e spada

Nonostante La Primula Rossa nasca dall’impostazione aristocratica e dalla penna prevedibilmente reazionaria dell’autrice, resta comunque di piacevole lettura.

Non rientra sicuramente nella cerchia della letteratura con più chiavi interpretative ma è certamente un classico popolare, con quel linguaggio ricercato e squisitamente barocco, che sa di ridondante, di affettato, di opulento e che rimanda inequivocabilmente alle storie di cappa e spada, avventure a sfondo storico dove onore e eroismo ricoprono un ruolo di primaria importanza, che i più certamente hanno avuto il piacere di leggere.

La struttura dei personaggi di Emma Orczy risponde ad uno schema abbastanza stereotipato: l’eroe realista che combatte i massacri rivoluzionari, nobile nell’animo e nelle azioni, l’amata, bella e ardita, disposta a sacrificarsi per amore, l’antagonista scaltro, moralmente opinabile per le armi che adotta, gli alleati che darebbero la loro vita per l’eroe e le figure di contorno, utili alle dinamiche narrative abbastanza per raccontare un’epoca.

La Primula Rossa, una storia di spionaggio

La più grande novità che, tuttavia, La Primula Rossa esprime, nonostante una frequente e semplicistica riconduzione alla letteratura per ragazzi, sta nel fatto che essa sembra invece essere uno dei più illustri antenati delle storie di spionaggio. La trama del romanzo di Emma Orczy, ricca di intrighi e manipolazioni, è capace di catturare l’attenzione del lettore con vari colpi di scena e d’arguzia e lo stile, con un equilibrio esemplare tra narrazione, dialoghi e descrizioni e con una prevalenza di periodi semplici, è la perfetta voce narrante per un racconto dove non tutto è come sembra.

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