La Scuola delle Mogli, di André Gide | Recensione

La Scuola delle Mogli di André Gide

La Scuola delle Mogli di André Gide è un romanzo edito nel 1929, pubblicato per la prima volta diviso in tre parti sulla rivista La Nouvelle Revue Française, fondata dallo stesso Gidé. Abbiamo un trittico di punti di vista in forma diaristica, per Evelina (madre e moglie) Genoveffa (figlia) e Roberto (Marito, padre e soprattutto patriarca), forma attraverso cui raccontano la loro personale visione della vita familiare.

Scrittura e ispirazione

La Scuola delle Mogli di André Gide non è una delle sue opere più famose in assoluto, ma è di certo un’opera fuori dagli schemi per quanto concerne la tecnica di scrittura. L’autore non è onnisciente trattandosi di un diario, ma è comunque presente come editore fittizio del Diario di Evelina inviatogli dalla figlia di lei, Genoveffa, dopo la morte della madre, come monito per le donne in età da marito. Il romanzo fu interrotto ma poi sponsorizzato dalla rivista americana Forum, che ne riconobbe il potenziale. I personaggi sono ispirati a vere conoscenze dell’autore, si tratta della famiglia Rouart, la cui musa ispiratrice per la creazione del personaggio di Evelina è nientemeno che la figlia del pittore Henry Lerolle.
Il romanzo rivela le più intime e recondite preoccupazioni ma anche gioie delle donne dell’epoca, che si concretizzano diversamente nei personaggi di Evelina e Genoveffa. Madre e figlia sono intrappolate da una società che vede in un linguaggio velato e codificato l’unico modo accettabile per le donne di esprimere tali sentimenti, che slegato dalle implicazioni sessiste, porta il lettore ad avere un ruolo attivo nella lettura. Esso deve difatti interrogarsi costantemente sul vero significato e sullo stato emotivo reale dei personaggi, celato paradossalmente nonostante la forma diaristica, ed è forse questo una degli aspetti più incredibili del romanzo La Scuola delle Mogli di André Gide. Il lettore dovrà costruirsi attivamente una sua versione della storia, poiché gli stessi avvenimenti sono visti dal lettore in ottiche diverse a seconda delle sezioni del libro.

Trama in breve de La Scuola Delle Mogli di André Gide

La Scuola delle Mogli di André Gide presenta una parte iniziale dedicata ad Evelina, la quale consta di tre parti di cui l’ultima è l’epilogo. Si articola in una prima parte dove un Evelina giovane e spensierata idealizza fortemente l’istrionico e affascinante Roberto, che però a più riprese ha atteggiamenti che ora in chiave moderna chiameremmo di Sessismo Benevolo. Contestualizzando da un punto di vista storico-culturale, la narrativa portata avanti da Evelina è inizialmente quella di un’estrema idealizzazione positiva delle qualità e degli atteggiamenti di Roberto, uomo di cui lei cerca disperatamente l’approvazione. Il diario riprende dopo vent’anni, quando le illusioni giovanili muoiono e cedono il posto ad una maturità che modifica la percezione di Evelina dei soliti atteggiamenti di Roberto, nei quali lo stesso padre di Evelina aveva visto il marcio sin dal principio. Il tutto si condensa in un epilogo di Evelina che traccia la linea con le altre parti del libro unite successivamente, ovvero Roberto e Genoveffa. Roberto offre un punto di vista diametralmente opposto a quello di Evelina, permeato da un senso del dovere e stoicismo che non gli appartengono forse veramente. Mentre Genoveffa, pur distanziandosi da suo padre, non difende a spada tratta tutte le scelte della madre. Le parole di Genoveffa sono frutto di un’emancipazione sia sessuale che emotiva della donna, che va a scontrarsi con il tradizionalismo del padre, scimmiottato dal figlio maschio, marginale nel libro.

Impressioni

Leggendo La Scuola delle Mogli di André Gide, noterete non solo l’innovazione per quanto riguarda le tecniche narrative ma anche per i temi come l’omosessualità femminile e il trauma religioso, tabù che Gidé apertamente ignora. Inoltre, se amate lo stile di Camera con Vista di Forster non potete mancar di leggere questa perla di Gidé. Gli autori si sono difatti influenzati e sono vissuti insieme ad Amalfi. Le lettrici, forse più dei lettori, proveranno un senso di inquietudine nel constatare come tante cose non siano cambiate nonostante i passi fatti dal femminismo. Le prigioni vengono purtroppo a volte scelte dalle stesse donne, ecco il monito alle donne di Gidé. In una società patriarcale dove la vera e completa libertà delle donne non è ancora contemplata, questa citazione dall’opera ci lascia una sensazione dolce amara: «Ogni donna dovrebbe essere almeno libera di scegliere la schiavitù che le conviene».

Fonte immagine: Wikipedia

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