L’Arminuta di Donatella di Pietrantonio è un romanzo del 2017 candidato al Premio Strega 2017 e vincitore del Premio Campiello 2017, da cui sono stati tratti uno spettacolo teatrale prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo nel 2019 e un film omonimo nel 2021.
È un libro ambientato in un paesino dell’Abruzzo negli anni Settanta che affronta temi importanti come la responsabilità di essere madre e le difficoltà del rapporto tra un adolescente e il mondo. Il linguaggio è molto semplice, schietto, con interessanti accenni al dialetto del luogo. Il titolo stesso Arminuta è un termine dialettale abruzzese che può essere tradotto con “la ritornata”. Ed è proprio questo il punto iniziale del libro: il ritorno della protagonista senza nome nel paese in cui è nata, nella famiglia a cui non sapeva di appartenere.
La trama de L’Arminuta
La storia vede come protagonista una tredicenne di città, abituata alle comodità di una vita agiata e all’affetto dei suoi familiari, che scopre improvvisamente di essere in realtà adottata e di avere una famiglia biologica di cui non sapeva nulla. A causa di una sconosciuta malattia della madre adottiva, viene riportata da «quella che l’aveva partorita» e si ritrova così in un paese di periferia, in una casa vecchia, a dover chiamare zii coloro che l’avevano cresciuta e genitori quelli che per lei erano estranei. Inoltre, è costretta a dover condividere letto e vita con altri ragazzi che dovrebbe chiamare fratelli, da cui non è molto amata. La famiglia, già numerosa e povera, la vede solo come una bocca in più da sfamare, un peso, e viene da loro trattata con freddezza ed indifferenza. Riesce però a guadagnarsi l’affetto di due di loro, Adriana, sorella poco più piccola di lei, e Vincenzo, il fratello maggiore, con cui condividerà le emozioni e le difficoltà di questa sua nuova vita. In paese viene chiamata “l’arminuta”, la ritornata, la straniera, la più brava a scuola e destinata a ritornare in città. Col tempo imparerà a conoscere meglio la sua nuova famiglia e ad apprezzarla, mentre crescerà solamente l’odio verso quei due genitori che l’hanno oramai abbandonata.
I temi de L’Arminuta
I temi principali che questo libro coraggiosamente affronta riguardano la famiglia, la povertà, la definizione di chi e come è una “vera madre” e la difficoltà che una ragazza quasi adolescente ha di adattarsi ad un mondo per lei completamente diverso. L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio è una ragazzina che nonostante abbia due madri, si sente sempre così sola, costretta ad affrontare situazioni a lei completamente estranee, a passare dal contesto di una grande città ad un paesino, dalla vita che conosceva a un nuovo mondo duro e difficile.
«Nel tempo ho perso anche quell’idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre».
Frase emblematica che l’autrice scrive in un momento particolarmente duro per la protagonista, in cui, oltre all’affetto e alle attenzioni dalla sua madre adottiva, aveva perso anche quel poco che riceveva da parte della madre biologica. Da questo passaggio si può capire come l’Arminuta sia maturata quasi da sola, potendosi aggrappare solo a sua sorella Adriana, figura che persiste in tutta la sua vita.
Il potere della scrittura
La grande forza de l’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio risiede nella sua semplicità, l’autrice è molto realista e non ha paura di mostrare la verità, anche quella che può apparire scomoda e dolorosa. Riflette chiaramente i pensieri, le paure, le insicurezze di un’adolescente che si sente persa, inadeguata, ignorata anche da quelli che per molto tempo aveva ritenuto i suoi genitori. È facilmente accessibile a tutti grazie al suo linguaggio molto semplice che però a volte si avvicina quasi alla poesia e rende la lettura molto piacevole e significativa. Mentre si legge è molto facile immedesimarsi nell’Arminuta, nel suo disagio, nella sua rabbia, nella sua tristezza e nel suo dolore, è un libro ammalia e costringe quasi a divorarlo tutto d’un fiato.
Fonte immagine in evidenza: LaFeltrinelli