Le città di carta: un romanzo sulle tracce di Emily Dickinson

Le città di carta: un romanzo sulle tracce di Emily Dickinson

Le città di carta è l’opera con cui Dominique Fortier omaggia una delle poetesse statunitensi più apprezzate di sempre: Emily Dickinson. Una vita misteriosa e affascinante raccontata con estrema poesia.

In libreria dal 21 settembre, Le città di Carta (Edizioni AlterEgo) è un romanzo che ripercorre l’esistenza di Emily Dickinson attraverso un viaggio nei suoi luoghi, da Amherst, città dove nasce e trascorre gran parte della sua esistenza, al seminario femminile di Mount Holyok, dai soggiorni a Boston a Linden, la città di carta da cui si snodano tutte le altre città di carta.

Le città di carta: il mondo interiore di Emily Dickinson

Sesto libro della studiosa canadese Dominique Fortier, Le città di Carta è il primo ad essere pubblicato in Italia e la sua impresa non è da poco. Di Emily Dickinson, o meglio della sua esistenza, non si sa quasi nulla: nasce nel 1830 in Massachussets e 55 anni dopo muore in quella stessa casa dove viene alla luce, Homestead. Qui trascorre gran parte della sua vita, fino a isolarsi nella sua stanza al secondo piano durante gli ultimi anni.
Cosa si può raccontare di un’esistenza che pare non abbia lasciato altra traccia se non i suoi straordinari componimenti?

Dominique Fortier ci prova e così Le città di Carta diviene un piccolo monumento che omaggia la grande poetessa americana, intrecciando episodi della sua vita (tratti dalla biografia di Richard Sewall) con altri narrati dalla stessa Emily Dickinson nella sua fitta e febbrile corrispondenza, con altri ancora frutto dell’immaginazione dell’autricer.

Appassionata di botanica, Emily Dickinson compone il suo erbario fin da bambina, osserva la natura e le cose e scopre che sono queste ultime a parlarle costantemente dei libri di cui si circonda. Vive della sua vita interiore alimentata sempre da quella esteriore: il giardino, la famiglia, la casa.
Dopo una breve esperienza in seminario e alcuni soggiorni a Boston, è a Homestead che la poetessa capisce di appartenere, almeno fisicamente. La sua casa diviene l’incarnazione di qualcosa di più di una dimora: è il focolare in cui la vita palpita, è il rifugio in cui riposare, è il porto da cui la sua mente salpa.

Come un vortice che si restringe, il fulcro della vita di Emily Dickinson si concentrerà da Homestead alla sua stanza nella residenza stessa, fino ad arrivare alla punta della penna con cui scriveva le sue poesie. È qui che trova dimora la sua casa di carta: scrive su imballaggi, pezzi di cartone, buste e fogli di ricette componendo un castello di carta e l’opera poetica tra le più straordinarie e apprezzate.
Finché è in vita saranno pubblicate solo poche delle sue poesie che saranno pesantemente rimaneggiate dagli editori, poco inclini all’idea che la poesia potesse fare a meno della rima piatta.

Dominique Fortier rinnova il racconto su Emily Dickinson

La vita di Emily Dickinson ne Le città di Carta è raccontata con estrema poesia e con tratto delicato, resi fedelmente dalla pregevole e non facile traduzione curata da Camilla Diez. Il lavoro di Fortier è il risultato di una ricerca che ha comportato recarsi sul campo e immergersi nei luoghi e nelle letture.
Nonostante ciò non ci sono rivelazioni sulla vita di Emily Dickinson né lo svelamento o l’ultima intuizione su quale possa essere stato il punto di svolta nella vita della poetessa che l’ha condotta al suo singolare isolamento. Non è questo l’obiettivo che si pone Dominique Fortier, quanto piuttosto descrivere la progressiva esaltazione della natura di Emily Dickinson: da bambina caparbia, che in seminario rifiuta di professarsi credente e religiosa, a giovane donna autonoma che si veste solo di bianco e ad adulta libera e decisa.
Le risorse interiori di Emily Dickinson erano tali da moltiplicare la potenza di ciò che la circondava, del profumo dei fiori, delle voci dei familiari, dello scorrere dell’inchiostro sul foglio. Tutto sembra condensato in una dei suoi più celebri componimenti, un inno d’amore per la Poesia:

Io vivo nella Possibilità,
una casa più bella della Prosa,
di finestre più adorna,
e più superba nelle sue porte.

Ha stanze simili a cedri,
impenetrabili allo sguardo,
e per tetto la volta
perenne del cielo.

L’allietano visite dolcissime.
E la mia vita è questa:
allargare le mie piccole mani
per accogliervi il Paradiso.

 

Foto di copertina: Edizioni AlterEgo

 

 

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