Lettera sulla pinguedine di William Banting | Recensione

Lettera sulla pinguedine di William Banting

Lettera sulla pinguedine di William Banting

William Banting, nato nel 1796 e morto nel 1878, è stato un noto becchino inglese dell’età vittoriana. Non era un becchino qualunque poiché la sua nota impresa di pompe funebri organizzò i funerali di vari personaggi illustri, come il duca di Wellington e alcuni esponenti della casa reale, tra cui il principe Alberto, il principe Leopoldo e la regina Vittoria.

Alto all’incirca un metro e sessantacinque per un peso di novanta chili, William Banting era obeso ed affetto da svariati problemi di salute; spesso soggetto a svenimenti, soffriva inoltre di problemi di vista e di udito. Decide così di prendere in mano la sua situazione e ricorre al consulto di vari specialisti dell’epoca, i quali gli consigliano prevalentemente di praticare sport. Si dedica così al canottaggio, rendendosi però conto del fatto che il moto fisico causa smoderato aumento dell’appetito, ragion per cui si ritrova a prendere peso piuttosto che perderlo.  William Banting è anche noto per essere stato il primo a diffondere una dieta dimagrante basata sulla limitazione dell’assunzione di carboidrati, in particolare quelli di natura amidacea o zuccherina.

William Banting decide di scrivere il suo elegante opuscolo all’età di sessantasei anni, quando si rende conto di non riuscire più neppure a piegarsi per allacciarsi le scarpe e di riuscire a stento a salire le scale di casa a causa dei troppi chili accumulati negli anni.

In Lettera sulla pinguedine leggiamo: “Pochi uomini hanno condotto una vita più attiva di me – sia fisicamente che mentalmente – caratterizzata da innata preoccupazione per la regolarità, la precisione e l’ordine durante tutti in cinquant’anni di carriera lavorativa. Ma ormai sono andato in pensione, dunque la mia pinguedine e conseguente obesità non sono frutto dell’assenza di un’indispensabile attività fisica, né del consumo smodato di cibi o alcol o delle licenze d’ogni genere che mi sono concesso; al contrario derivano dall’aver consumato alimenti semplici come pane, latte, burro, birra, zucchero e patate con maggiore libertà di quanto fosse richiesto dal mio fisico invecchiato.”

Lettera sulla pinguedine di William Banting

La dieta sponsorizzata da Banting, dalla quale ricava soddisfacenti risultati perdendo all’incirca venti chili, consiste perlopiù nell’eliminazione dei carboidrati, dunque del pane e dello zucchero, delle patate e della birra. Quattro pasti al giorno, pasti in cui si predilige il consumo di carne e pesce, alimenti ricchi di proteine, consumati anche a colazione, è evitata però la carne di maiale.

Grazie alla diffusione dell’opuscolo, che all’epoca ha ottenuto un notevole successo, molti altri hanno seguito l’esempio dell’autore, riuscendo a ricavare risultati ottimali dalla pratica della sua stessa dieta.

Nel giro di due anni l’opuscolo è divenuto talmente popolare al punto che nella lingua inglese è stato coniato il verbo to bant che significa ‘stare a dieta’. Tuttavia la comunità scientifica dell’epoca ha ritenuto i principi che ne erano alla base assolutamente privi di fondamento. C’è da dire però che, a distanza di centocinquanta anni, i principi che regolano il regime alimentare di Banting sono alla base di tutte le diete che vertono sulla diminuzione delle calorie.

“Un corpo snello è segno di istruzione, salute morale e autocontrollo”.

 

Fonte immagine: ufficio stampa.

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