L’impero di mezzo di Andrea Cotti | Recensione

l'impero di mezzo

Da pochissimo è uscito “L’impero di mezzo” (edito da Nero Rizzoli) dello scrittore e sceneggiatore Andrea Cotti, e si pone come seguito de “Il cinese” (2018) in quanto vede ancora una volta come protagonista Luca Wu, vicequestore di origini cinesi che lavora a Tor Pignattara, quartiere multiculturale di Roma est. Questa volta Luca Wu è in Cina e dovrà risolvere un intrigo internazionale. 

L’impero di mezzo – la sinossi

Luca Wu, vicequestore della polizia romana di Tor Pignattara, quartiere multiculturale di Roma, è un italiano a tutti gli effetti ma le sue fattezze dicono tutt’altro: è un migrante di seconda generazione, figlio di cinesi che si sono trasferiti in Italia. Luca Wu è sposato con un’italiana, Anna, e ha un figlio, Giacomo, ma la sua anima è inquieta: la sua identità scissa tra la cultura cinese e quella italiana non gli permette di vivere una vita felice che invece appare dedita al lavoro e costellata da troppe infedeltà coniugali. Cosi dopo un’inchiesta molto impegnativa (della quale si parla ne “Il cinese”) Luca Wu decide di andare in Cina con i suoi nonni per ritrovare le sue origini, nel villaggio di Caoping. Qui invece, suo malgrado, sarà coinvolto in un’indagine di omicidio molto impegnativa perché riguarda la morte di un imprenditore italiano, Carlo Grande, conosciuto in tutto il mondo, che precipita misteriosamente dal diciassettesimo piano di un parcheggio. Tutto lascia pensare al suicidio ma Luca Wu non è convinto. Insieme alla poliziotta Yien Bao Yi, Luca Wu indagherà su un vero e proprio intrigo internazionale che coinvolgerà anche il mondo della politica, la mafia cinese (Le Triadi), gli imperi economici mondiali.

“L’impero di mezzo” non è solo un poliziesco ben fatto, ma è un romanzo che ci permette di conoscere più da vicino la cultura cinese, cosi vicina ma anche molto distante dalla nostra.  Nuove tecnologie, decisamente più avanzate delle nostre, fanno da contrappeso a tradizioni e pratiche, anche mediche, che sono diventate ormai obsolete nella comunità internazionale o ancora, abitudini e modi di fare differenti ma anche molto affascinanti che stentiamo a conoscere qui in Italia. Ad esempio, le famiglie delle donne che vengono lasciate dai fidanzati devono ricevere un indennizzo in denaro per l'”investimento” del tempo sprecato. Di contro, anche nella cultura cinese, come nella nostra, non è sufficiente che una donna si senta realizzata dal punto di vista professionale ma deve “sistemarsi” facendosi una famiglia: 

“I miei genitori possono amarmi e essere fieri di me, ma sono anche delusi per lo spreco di capitale che comporta avere una figlia femmina che ancora non si è sistemata”.

Andrea Cotti, autore de “L’impero di mezzo”, è anche sceneggiatore (della fiction “L’ispettore Coliandro”), editor, autore radiofonico e televisivo. 

Fonte immagine: Ufficio Stampa

image_pdfimage_print

A proposito di Rita Giordano

Sono laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche e mi occupo di progettazione sociale per il No Profit. Mi definisco curiosa e appassionata verso l’arte in tutte le sue forme: amo scrivere, dipingere ma soprattutto leggere, tanto da andare in astinenza se non leggo per più di un una settimana. Ho collaborato con varie riviste specializzate (Storie, Cevitasumarte, Guerra e Pace, Eco delle città).

Vedi tutti gli articoli di Rita Giordano

Commenta