L’ombra pesante della guerra di Najeeb Farzad | Recensione

L'ombra pesante della guerra

L’ombra pesante della guerra di Najeeb Farzad, la recensione del libro che racconta la drammatica storia contemporanea dell’Afghanistan

L’Afghanistan, come dozzine di altri paesi nel mondo, è sempre stato occupato da potenze mondiali per motivi diversi e per scopi diversi. In più di 150 anni, l’Afghanistan è stato occupato più volte direttamente e indirettamente: occupazione diretta significa invasione militare così come quella civile diretta, la quale si è verificata molte volte in passato. L’occupazione indiretta invece significa occupazione finanziaria di un paese: il controllo attraverso un regime fantoccio.

Queste sono le parole del giornalista afghano di etnia hazara Najeeb Farzad usate nell’introduzione del suo libro L’ombra pesante della guerra. L’Afghanistan in un secolo di violenze, edito nel 2024 dalla casa editrice Edizioni Melagrana e presentato durante la quarta edizione del FLiP-Festival della Letteratura indipendente di Pomigliano d’Arco (in provincia di Napoli) insieme al romanzo breve L’Ascaro. Una storia anticoloniale di Ghebreyesus Hailu curato dal professore dell’Università di Macerata Uoldelul Chelati Dirar.

Un libro polifonico: raccontare le guerre dell’Afghanistan fra storiografia, giornalismo d’inchiesta e memoria

L’ombra pesante della guerra è un libro impossibile da classificare in un genere preciso. L’autore scrive questo reportage giornalistico arricchendolo con una ricca bibliografia di storia contemporanea afghana e con piccoli inserti autobiografici per raccontare l’orrore delle guerre civili e il dramma dei civili.

Farzad si rivolge ai giovani lettori del paese che lo ha accolto, vuole spiegare alle nuove generazioni il perché del ritorno del regime talebano in Afghanistan quattro anni fa. La tragica storia di questo stato dell’Asia centrale, un tempo il centro della Via della Seta che arrivava fino in Cina, è nota ai lettori occidentali grazie a romanzi come Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli di Khaled Hosseini, I fiori di Kabul di Gabriele Clima o la Trilogia afgana di Deborah Ellis (costituita dai romanzi Sotto il burqa, Il viaggio di Parvana e  Città di Fango). Mentre i precedenti autori si sono dedicati alla prosa narrativa raccontando gli eventi dal punto di vista dei minorenni locali, Farzad predilige indagare sulle cause che hanno dato vita ad un secolo di guerre, di stragi e di terrore.

L'ombra pesante della guerra
Fonte immagine: si ringrazia la casa editrice La Melagrana

Un paese instabile nel cuore dell’Asia centrale: dalle conflitti contro gli Inglesi all’invasione sovietica nel 1979

L’opera inizia con le tre Guerre Anglo-Afghane, le quali contrapposero il paese asiatico alle truppe inglesi stanziatesi in India tra il XIX e il XX secolo. Durante la seconda campagna bellica i colonizzatori inglesi temevano una possibile invasione dell’Impero russo in Asia centrale per espandere i confini imperiali sino alle  coste sull’Oceano indiano, perciò decise di invadere l’Afghanistan. 

In seguito, l’autore del volume L’ombra pesante della guerra ci racconta la storia dell’Afghanistan novecentesco con l’uccisione del sovrano Nadir Khan nel 1933 da parte dello studente universitario Abdul Khaliq e l’arrivo del nuovo (e ultimo) monarca Mohammad Zahir. Il nuovo scià promulgò una nuova costituzione e contribuì alla nascita di un clima democratico, nel quale furono fondati diversi partiti, ma il Primo Ministro Mohammed Daud Khan prese il potere con un colpo di stato nel 1973; sei anni dopo i capi del Partito Democratico Popolare dell’Afghanistan, un partito di ideologia comunista, organizzarono una rivoluzione e presero il potere.

Dopo questi avvenimenti l’autore dell’opera ci racconta il dramma dell’invasione dell’Armata rossa dell’URSS per aiutare il nuovo governo a combattere contro i ribelli mujaheddin, che avevano ricevuto il sostegno degli Stati Uniti in funzione anti-sovietica.

Il regime talebano del 1996 e il suo ritorno nell’agosto del 2021

Dopo dieci anni di massacri e stragi che contrapposero il nuovo governo e le milizie ribelli, l’URSS abbandonò la campagna militare e i mujaheddin conquistarono il potere ponendo fine alle ostilità nel 1992. Questo governo, che aspirava ad unire un paese etnicamente diviso fin dal XIX secolo principalmente fra i pashtun, di origine indo-iranica, e gli hazara, di origine altaica, non durò a lungo. 

Gran parte delle pagine dell’Ombra pesante della guerra si concentra sulla fase più oscura della storia afghana recente: il colpo di stato dei talebani. Nonostante l’arrivo delle truppe statunitensi nel 2001 e l’inizio della Guerra al terrorismo, queste milizie continuarono a spargere il terrore per tutto il paese durante l’occupazione americana e l’instaurazione di un nuovo governo, per poi riconquistare il potere vent’anni dopo a seguito dell’Accordo di Doha fra diplomatici USA e dei miliziani in Qatar.

Un paese distrutto e senza alcuna prospettiva per il futuro per le minoranze etniche 

Najeeb Farzad nel libro L’ombra pesante della guerra descrive la loro ferocia e il desiderio di imporre un regime teocratico islamico sunnita in quel paese, nonché quello di renderlo un paese per soli pashtun a scapito delle altre etnie, fra cui gli hazara, i tagiki e gli uzbeki, perché aderenti alla fede sciita. Qui la storiografia lascia il posto alla cronaca nera e al giornalismo d’inchiesta; sono riportato i numerosi attentati che colpirono i cittadini hazara di Kabul e delle provincie, i numerosi stupri commessi dai talebani quando conquistarono il potere sia nel 1996 che nel 2021, nonché della minaccia delle mine antiuomo ancora inesplose.

Dall’opera L’ombra pesante della guerra emerge un paese distrutto, desolato ed estremamente povero, dove le carestie sono frequenti e dove i suoi cittadini (di ogni etnia) sono costretti a cercare rifugio all’estero, dove non c’è posto per il dialogo fra etnie diverse.

Quando i talebani distrussero le statue dei Buddha di Bamiyan, Farzad spiega l’esistenza di due ragioni diverse. In primis, i miliziani affermavano di seguire i principi della propria religione e di combattere l’idolatria, ma il loro scopo era anche quello di cancellare l’eredità storica degli Hazara, poiché le due colossali statue (in cui confluiva cultura indiana e quella ellenistica) possedevano i tratti somatici dell’etnia odiata. 

L’ombra pesante della guerra di Najeeb Farzad, un libro capace di raccontare e mostrare l’orrore subito dalla popolazione afghana

L’ombra pesante della guerra di Najeeb Farzad è un libro capace di raccontare il dolore di intere generazioni di cittadini e cittadine afghane che recano sul proprio corpo le cicatrici delle guerre; il dramma dell’impossibilità di una coesistenza pacifica in una terra arida con poche risorse, la quale è sempre stata vittima di invasioni straniere, una parte di globo in cui molte persone vivono in povertà e possiedono un bassissimo livello di istruzione.

Grazie ad una scrittura che si alterna fra la prosa asciutta del reportage e da righe in cui emerge il dolore e la rabbia della forma diaristica, il libro di  Farzad è rivolto sia ai giovani che vogliono conoscere le tristi vicende storico-politiche di uno dei paesi più poveri al mondo, raccontate in numerosi bestseller, ma anche rivolto a tutti coloro che sono interessati ad approfondire le dinamiche che hanno reso l’Afghanistan il teatro di guerre da più di un secolo.

Fonte immagine di copertina: si ringrazia la casa editrice La Melagrana per la fotografia

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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