Per la terza e ultima giornata del FLIP24 (Festival della Letteratura Indipendente Pomigliano d’Arco) sono stati presentati L’ombra pesante della guerra. L’Afghanistan in un secolo di violenze (Edizioni Melagrana) e L’Ascaro (Tamu edizioni), due libri tenuti insieme dal filo rosso del colonialismo e delle sue conseguenze. La villa comunale pomiglianese ha accolto l’autore del primo libro, Najeeb Farzad, e Uoldelul Chelati Dirar, professore di Storia e Istituzioni dell’Africa all’Università di Macerata che ha invece tradotto il secondo.
Dirar e Tamu Edizioni, una realtà indipendente del centro storico di Napoli, hanno ridato luce a un testo pressoché scomparso, difficile da reperire. L’Ascaro – che in arabo significa soldato – è stato infatti scritto nel 1927 e ha visto la pubblicazione soltanto due decenni dopo. Si tratta di un viaggio nel rimosso italiano per eccellenza: il periodo coloniale. Il protagonista è Tequabo, un giovane eritreo che decide di arruolarsi nell’esercito italiano, il quale occupa da anni il suo Paese. In cerca di fama e di rispetto, Tequabo attraversa il deserto per unirsi alla campagna militare per la conquista della Libia. Un viaggio non soltanto fisico ma anche spirituale, che lascerà presto spazio alla riflessione e al pentimento.
L’Ascaro, a distanza di un secolo, conserva una scottante attualità, al punto da rappresentare al FLIP24 l’innesco per una riflessione sul colonialismo. Pasquale Porciello, docente napoletano che vive a Beirut, ha portato il suo contributo parlando della mano lunga del colonialismo che ancora oggi avvolge ampie regioni del mondo, sottolineando il legame tra miseria ed estremismo. È stata citata la Palestina, che oltre al massacro di Gaza sta subendo in queste ore nella Cisgiordania occupata l’invasione dell’esercito israeliano e le violenze crescenti dei coloni.
Il colonialismo è anche il sentiero che conduce all’altro libro presentato, L’ombra pesante della guerra. L’Afghanistan in un secolo di violenze. L’autore ha sottolineato come la storia recente dell’Afghanistan sia segnata prima dal dominio britannico poi, a partire dal 1979, dall’invasione sovietica. Dopo una breve parentesi al comando, tra il 1996 e il 2001, i talebani sono tornati al potere nel 2021 e hanno instaurato un regime basato sulla repressione dei diritti umani, in particolare delle donne. Soltanto pochi giorni fa una legge elaborata dal Ministero per la Prevenzione dei vizi e la Promozione delle virtù ha proibito alle donne di cantare, recitare o leggere ad alta voce in pubblico.
Con la tre giorni a cavallo tra agosto e settembre si è concluso il FLIP24, affermatosi ormai come un punto di riferimento nel panorama letterario italiano e internazionale. Il tema dell’edizione, diretta ancora una volta da Eduardo Savarese, è stato L’Opera nel Deserto, dunque l’idea di rimettere al centro, rivitalizzare, il lavoro letterario in sé e connetterlo alla riscoperta del deserto inteso come “processo di invenzione letteraria, luogo di isolamento necessario dal mondo in cui l’opera è immersa”.
Crediti immagine FLIP24: archivio personale