Rossini Editore, Luce Oltre Mare: intervista alle autrici

Luce Oltre Mare

Luce Oltre Mare (Rossini Editore, 2021) è «un’inaspettata scintilla».

Luce Oltre Mare, Rossini Editore, è il nuovo libro scritto dalle autrici Francesca Scotto di Carlo e Duilia Giada Guarino per la prosa e Nadia Regina per la poesia: un prosimetro arricchito con contributi artistici come le fotografie di Giorgia D’Emilio ed i dipinti di Elisabetta Biondi.  In attesa della sua uscita per la Rossini Editore, ecco l’intervista alle autrici e alle artiste. 

L’intervista

Luce Oltre Mare, questo è il titolo che avete scelto per il libro. Perché? Secondo lei, Francesca, cosa significa? 

Abbiamo avuto tutti qualcuno che, da bambini, al mare, ci diceva «Respira, che ti fa bene!». La vita poi, ad un certo punto, decide di darti quel qualcosa in più. E se è vero che, nient’altro al mondo ti guarisce come il mare, io ho scelto di crederci e di tenere accesa questa luce. Ho attraversato la mia tempesta e in qualche modo sono riuscita a venirne fuori. Sono ancora qui. Riconoscere il proprio potere e la propria forza, e prendere piena consapevolezza di ciò che è accaduto, significa riconoscere e accogliere quel dolore che ne è scaturito e che forse ancora si prova, e poi scegliere di avere cura di sé, a partire dalle cose piccole. Mosse da obiettivi ambiziosi, importanti e a lungo termine, ma certe del fatto che la vita è fatta di attimi singoli, abbiamo dato alla luce Luce Oltre Mare. Con l’augurio che possiamo accogliere ciò che è stato, riconoscere quello che abbiamo imparato, coltivare la nostra forza e la nostra saggezza, ed imparare ad essere grati.

Scegliere di scrivere poesia. Nadia, che luce ha voluto collocare nella sospensione tra un verso e l’altro? 

Tra un verso e l’altro, tra una parola e l’altra c’è uno scorcio, uno spiraglio in cui si insediano diversi tipi di luce, inaspettati e talvolta non convenzionali. Luce di consapevolezza che attira, ferisce, disillude ma illumina, anche se poco, anche se male. La mia poesia ha lo scopo di spezzettare questo sguardo sulla realtà (necessario, istintivo ma pericoloso come una lampada per una falena) per renderlo più tollerabile, più accessibile. Troppa luce all’improvviso, tra l’altro puntata in volto, potrebbe accecare: c’è bisogno di variazioni di toni, di ritmi e di punti di vista.

Elisabetta, i suoi dipinti giocano tra colori e ritagli. Da quale idea nascono e cosa ci raccontano? 

Ecco, sì, mi servo di vari materiali. Ho bisogno che la tela, il foglio, o qualsiasi altra superficie renda la matericità dell’opera. La matericità della pittura mi rimanda ai corpi, anche quando non vengono rappresentati, per così dire, graficamente. Strappo, taglio, cerco il colore, oppure non lo utilizzo affatto. Provo poi ad unire questi frammenti. Il mio è un lavoro di ricerca e autoscoperta. 

È un progetto che parla molto al femminile, anche nelle foto. Giorgia, com’è stato lavorare con un gruppo di donne? E, soprattutto, com’è stato scattare prevalentemente al femminile?  

La maggior parte della mia ricerca artistica si è prevalentemente concentrata sulle donne e su chiunque si senta di appartenere a questo genere, almeno in un primo periodo, è stato un modo per riconnettermi a me stessa e non sentirmi un’estranea a questo mondo. Per cui mi sono sentita estremamente a mio agio a lavorare con un team al femminile, ascoltare ed accogliere le storie di questo gruppo di ragazze per trasformarle in immagini.

Duilia, nei suoi scritti è come se si rivolgesse ad un “noi” del futuro, come se quelle parole fossero un monito di speranza per i posteri. Cosa ci dice, dunque, ai noi del futuro Luce Oltre Mare?

I miei racconti si pongono come un ponte immaginario tra presente e futuro. Vorrebbero essere una corda gettata dall’autenticità dell’infanzia a quello che resta quando si prosegue tra i compromessi e le disillusioni di una strada che nessuno ci garantisce essere quella giusta. Un filo rosso tra chi siamo intimamente e chi simuliamo di essere nell’andirivieni quotidiano. Le mie parole sono state un tentativo di rivolgere un monito di speranza ai posteri, sì, ma anche di lasciar loro una scia, un segno. Soprattutto, sono state il tentativo di gettare un amo nel passato per recuperare qualcosa delle speranze ridotte in polvere, dei segreti felici e dei sogni spodestati, per scoprire che niente è andato perduto se è ancora possibile farne arte. Pertanto, Luce Oltre Mare è il frutto di un mio, di un nostro desiderio: quello di spingersi “oltre” la sponda su cui ci areniamo quotidianamente per tornare a guardare il mare, per tornare a credere nella luce.

Fonte immagine: Facebook

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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