Romanzo dell’assenza: Perdersi di Elizabeth Jane Howard

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Perdersi, edito e pubblicato da Fazi Editori l’8 Ottobre 2020, è stato il mio primo approccio con la scrittrice Elizabeth Jane Howard, famosa soprattutto per la saga dei Cazalet. Questo perché la scrittura della Howard è pungente, fresca e cattura la curiosità dei lettori con facilità.

Perdersi  si apre con il finale, la prima riga svela l’epilogo crudo della storia. Elizabeth Jane Howard tuttavia sa come tenere viva l’attenzione e ogni capitolo dona dettagli e sfumature alla storia, che si ricompone come pezzi di un puzzle, dando la possibilità al lettore di entrare ed essere coinvolto sempre più nel flusso narrativo.
Il racconto è affidato al duetto dei personaggi principali: Daisy e Henry.
Per quanto deprecabile e inquietante, inizialmente Henry si presenta come un uomo solo, ferito, ma anche fantasioso e tenace. La sua è una psiche turbolenta, annebbiata dai propri monologhi. Lui stesso si rende conto della facilità in cui riesce a perdersi nelle sue bugie, nelle fantasie che hanno subordinato la realtà al proprio volere.
Dall’altro lato abbiamo invece la voce di Daisy, donna dal passato costellato da sofferenze legate spesso agli affetti e all’amore. Nonostante ciò è riuscita a costruirsi una carriera soddisfacente come drammaturgo: è indipendente e circondata da amici amorevoli.

«[…]non devi più preoccuparti di come dividerti tra lavoro e amore, ti vesti bene per piacere a te stessa, puoi leggere tutta la notte se ti va, puoi saltare i pasti, comprarti un’auto costosa e un cottage: insomma sei libera di fare ciò che più ti piace.»

La consapevolezza di libertà e indipendenza soddisfa Daisy, ma non la fa sentire completa come persona sociale, capace di amare. Questo Henry l’ha capito posando su di lei un solo sguardo.
Lui è un uomo sensibile che, bene o male, riesce ad inquadrare con facilità i pensieri e le debolezze delle persone che ha di fronte, specialmente le donne, e ha fatto uso in passato di questa sua abilità strumentalizzando sentimenti ed emozioni, piegandoli alle sue necessità e desideri.

«Volevo che mi amasse, che dipendesse da me, che mi considerasse la persona più importante nella sua vita.»

Il titolo originale dell’opera Falling è interessante per molti aspetti in quanto, nella sua essenzialità, ha moltissimi livelli di significato. Può indicare il cadere in tentazione, cadere tra le grinfie, cadere nell’oblio.
In tutto il romanzo c’è una sensazione di pesantezza, di presagio verso la disfatta, in cui nessuno ne uscirà illeso. Nonostante gli eventi del libro siano pochi, così come l’azione, Perdersi è una di quelle letture che dà spazio ad una introspezione onesta e che proprio per questo risulta piacevole e scorrevole.

Fonte immagine: Fazi Editore

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