Vuoto per i Bastardi di Pizzofalcone, l’ultimo romanzo di Maurizio De Giovanni (recensione)

Maurizio de Giovanni

Ecco a voi la recensione del romanzo “Vuoto”, l’ultimo episodio di De Giovanni sulla saga dei poliziotti denominati “Bastardi di Pizzofalcone”.

Da poco è uscito nelle librerie l’ultimo romanzo dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni che si intitola “Vuoto” ed è edito da Einaudi. L’opera rappresenta l’ultimo episodio della saga che vede i Bastardi di Pizzofalcone come protagonisti che, per chi non li conoscesse, sono un gruppo di poliziotti che lavorano nel distretto di Pizzofalcone a Napoli e che sono accomunati dall’aver avuto un passato difficile (i libri sulla saga recensiti da Eroica Fenice sono molteplici, quali “Cuccioli”, “Souvenir”, “Pane”). Sono poliziotti con grande intuito che il più delle volte agiscono senza rispettare i protocolli operativi.

Sinossi di “Vuoto per i Bastardi di Pizzofalcone”, di Maurizio de Giovanni

Una professoressa scompare nel nulla. Una professoressa estremamente dedita al suo lavoro che, nell’istituto professionale dove è impiegata, ha tolto dalla strada molti ragazzi “difficili” e che, a uno di loro ha addirittura trasmesso la passione per la poesia. Una professoressa che è sposata con un ricco industriale della zona che oltre a dare lavoro a centinaia di persone, è dedito alla beneficenza.

I “bastardi” di Maurizio De Giovanni non hanno casi tra le mani e decidono di dedicare il proprio tempo a questa “scomparsa” anche se non ci sono denunce formali né prove che avvalorino il loro lavoro ma solo la preoccupazione di  una collega della professoressa. Nient’altro. Per questo caso i bastardi possono contare anche su un nuovo elemento,  Elsa Martini, in sostituzione di Giorgio Pisanelli che è ricoverato in ospedale e che deve la vita a Marco Aragona che l’ha trovato in una pozza di sangue.

Elsa Martini è anch’essa un personaggio sui generis: vive da sola con sua figlia e, a causa del suo passato difficile è stata costretta  a spostarsi varie volte da una città all’altra. È refrattaria alle regole e ai protocolli oltre ad essere portatrice di una grande aggressività che stride con il clima a volte cameratesco del distretto di Pizzofalcone.

Cosa significa provare una sensazione di “vuoto”? Chi più e chi meno l’ha provata, sa bene cosa la suscita: è l’assenza. I bastardi la conoscono bene: Alex è alla ricerca disperata di un equilibrio tra la sua famiglia e la sua nuova vita, dove c’è Rosaria; Romano ama la sua Giorgia ma prova grande attrazione per Susi, la pediatra che ha curato la piccola Giorgia, e con la quale ha condiviso la preoccupazione per la salute della piccola che lui ha salvato in “Cuccioli”;  Giorgio Pisanelli  si sente più vicino a Marco Aragona che al suo stesso figlio, Lorenzo, che finalmente si è deciso ad andare a fargli visita in ospedale; Lojacono è sempre in bilico tra la sua relazione con la Piras e le preoccupazioni per sua figlia Marinella, soprattutto da quando sta ricevendo strane telefonate dalla Sicilia. Ma il vuoto più grande forse lo prova Ottavia, madre di un bambino autistico che si sente imprigionata in un matrimonio senza futuro e un figlio che dipenderà sempre da lei.

“Vuoto” di Maurizio De Giovanni è un romanzo ben scritto, con una trama interessante (ormai leggere le vicende dei protagonisti  è un po’ come sentirsi a casa) ma ha perso un po’ lo smalto dei libri precedenti. Forse ha inciso il fatto che i Bastardi di Pizzofalcone siano stati oggetto di una fiction televisiva per la quale la storia ha preceduto l’uscita dei nuovi episodi letterari e, anche se ancora non lo sappiamo con certezza, gli elementi presenti in “Vuoto” fanno presagire una certa continuità tra la storia “letteraria” e quella “televisiva”.

Dopo il grande successo dell’omonima serie dedicata alle avventure dei Bastardi di Pizzofalcone, è  attualmente in lavorazione quella con il Commissario Ricciardi (protagonista tra l’altro anche di un fumetto, edito dalla Bonelli e di un recente spettacolo al Teatro San Ferdinando).

 

 

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A proposito di Rita Giordano

Sono laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche e mi occupo di progettazione sociale per il No Profit. Mi definisco curiosa e appassionata verso l’arte in tutte le sue forme: amo scrivere, dipingere ma soprattutto leggere, tanto da andare in astinenza se non leggo per più di un una settimana. Ho collaborato con varie riviste specializzate (Storie, Cevitasumarte, Guerra e Pace, Eco delle città).

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