Águas de Março è una canzone composta dal cantautore brasiliano Tom Jobim e pubblicata per la prima volta nel 1972, anche se il suo vero successo inizia nel 1974 quando venne rilasciato una famosa versione cantata in duetto con Elis Regina. Per il suo grande impatto, anche a livello internazionale, è stata votata nel 2001 come la migliore canzone brasiliana di tutti i tempi dal quotidiano Folha de S. Paulo.
Nascita della canzone
Tom Jobim iniziò a scrivere la canzone dopo una dura giornata di lavoro nella fazenda di sua proprietà a São José do Vale do Rio Preto, all’interno dello stato di Rio de Janeiro. Il cantautore si trovava in un momento difficile della sua vita, artistica e personale, poiché i suoi dischi non venivano ascoltati e si era rifugiato nell’alcool. Eppure, un giorno di marzo del 1972, iniziò a comporre alla chitarra i primi accordi della canzone e a scrivere, su un sacchetto del pane, le prime parole del testo.
Di lì a poco, tornato a Rio de Janeiro, concluse la canzone nell’arco di una serata, invitando tutti i suoi amici ad ascoltarla in anteprima. La canzone fu pubblicata a maggio dello stesso anno, dopo solo due mesi.
Struttura musicale e significato del testo
La canzone è articolata seguendo un moto perpetuo, una melodia che continua senza sosta, paragonabile al flusso di coscienza in letteratura. Attraverso l’uso di tale moto, Tom Jobim è riuscito a riprodurre il suono dell’acqua che cade, con il suo ritmo malinconico e rilassante.
L’unico verbo presente nel testo è il verbo essere (ser, in portoghese), coniugato alla terza persona singolare del presente dell’indicativo (é), fatta eccezione per il ritornello, in cui è coniugato alla terza persona plurale (são). Il testo presenta una costante alternanza di versi positivi e negativi, oltre all’uso di varie figure retoriche che contribuiscono alla resa degli effetti musicali, tra cui:
• l’antitesi, come vida, sol / morte, noite (vita, sole / notte, morte)
• il pleonasmo, come vento ventando, pingo pingando
• la paronomasia, come ponta / ponto / conto / conta
Già dalle prime parole «é pau, é pedra, é o fim do caminho» (è palo, è pietra, è la fine del cammino) si allude alla vita e alle mansioni lavorative nella campagna fluminense, mentre sono anche frequenti i riferimenti all’ambiente casalingo, come o projeto da casa, a lenha, o tijolo, o corpo na cama (il progetto della casa, la legna, il mattone, il corpo nel letto).
Altri elementi contenuti nel testo sono un chiaro riferimento alla natura, soprattutto in relazione a piante autoctone degli stati meridionali del Brasile, tra quali la peroba do campo o la caingá. Infatti, Águas de Março sarà inclusa nel repertorio delle cosiddette “canzoni ecologiche”, scritte dallo stesso Jobim.
Il titolo rimanda alle piogge che caratterizzano il Sud del Brasile nel mese di marzo, quando nell’emisfero australe arriva l’autunno. Il ritornello «são as águas de março fechando o verão, é a promessa de vida no teu coração» racchiude il senso profondo della canzone: le acque di marzo sono la metafora dell’esistenza umana, della nostra vita di passaggio fino alla morte, qui rappresentata dalla chiusura dell’estate (fechando o verão). La promessa di vita, invece, è legata ad una promessa di rinnovo personale con l’arrivo della nuova stagione.
Versione in inglese
Tom Jobim ha scritto anche una versione in inglese di Águas de Março, ossia Waters of March. Anche in questo testo la metafora rimane la stessa e il cantautore riprende il moto perpetuo di elementi elencati. Tra le differenze, è importante ricordare che nella versione inglese l’autore elimina tutti gli etimi di origine latina e omette elementi tipici della natura e del folklore brasiliani, come la festa da Cumeeira e la Matinta Perera.
Ovviamente, questa versione fa riferimento ai cambi di stagione nell’emisfero boreale; le acque menzionate sono quello del disgelo, quindi della fine dell’inverno, mentre in riferimento alla nuova stagione, la promessa di vita diventa “promessa di primavera”.
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