Franco Battiato è stato un cantautore che ha attraversato decenni, stili e linguaggi senza mai ripetersi, capace di fondere una marea di concetti: filosofia, pop, musica “colta”, spiritualità orientale e ironia. È stato un’eccellenza italiana: un artista che, molto probabilmente, anche un appassionato di musica che proviene dagli USA o dall’Inghilterra conosce. Ma da dove iniziare, se non lo si conosce bene? Quali album ascoltare per capire davvero la sua evoluzione? Ecco sei album di Franco Battiato, da riscoprire o da ascoltare per la prima volta.
Album di Franco Battiato da conoscere
Fetus (1972)
Il primo vero album solista di Battiato è un’opera di avanguardia stile John Cale o Velvet Underground: qui non c’è ancora il Battiato “pop” che tutti conoscono, ma un artista sperimentale, vicino al krautrock tedesco e all’elettronica pura. È un disco alieno, astratto, in cui si parla dell’esperienza dell’essere nato, dal non essere all’essere. Da ascoltare con la mente aperta.
L’Era del Cinghiale Bianco (1979)
Il disco che segna la svolta: dopo anni di sperimentazione pura, Battiato trova un equilibrio tra musica accessibile e sperimentazioni. Canzoni come Strade dell’Est o la title track segnano l’inizio della sua fase “mistico-mediterranea”, con testi che mescolano culture, epoche, visioni, dando la sensazione di star in una sorta di viaggio spazio-temporale.
Patriots (1980)
Un altro grande passo avanti nella sua sfilza pop. Brani come Le Aquile o Up Patriots to Arms sono carichi di energia sonorità quasi new wave però composte in modo classico. Qui Battiato mostra la sua capacità di essere contemporaneo e tradizionale allo stesso tempo. È un album che anticipa molte tendenze degli anni ’80, però quelle “buone”, quelle new wave che sono diventate iconiche.
La Voce del Padrone (1981)
Il capolavoro più conosciuto. È infatti il primo album italiano a superare il milione di copie vendute, è anche il più orecchiabile: quasi ogni brano è una hit. Centro di gravità permanente, Bandiera bianca, Cuccurucucù… sono canzoni immortali, ma sotto l’apparente leggerezza si nascondono riflessioni esistenziali, giochi linguistici e riferimenti colti: basti pensare all’intero testo di Centro di gravità permanente oppure le reference ad artisti come Rolling Stones, Bob Dylan e i Beatles in Cuccurucucù. Se dovete ascoltare solo un album di Battiato, ascoltate questo.
L’Arca di Noè (1982)
Spesso visto come il “fratello minore” de La Voce del Padrone, ma altrettanto interessante, magari con meno hit. Voglio vederti danzare tuttavia è uno dei pezzi più iconici di tutta la sua carriera. L’elettronica, la world music e il senso del sacro si mescolano, ancora una volta, con il pop.
Caffè de la Paix (1993)
Un album elegante, spirituale, più riflessivo. Battiato si concentra su tematiche religiose e metafisiche. C’è un ritorno alla classicità, con arrangiamenti più orchestrali e testi che parlano di evoluzione interiore, reincarnazione, armonia. È il disco perfetto per conoscere il Battiato “mistico”, piuttosto che il Battiato che sforna hit.
Questi sei album di Franco Battiato sono una bussola per orientarsi nella sua vastissima produzione, ma anche un invito a esplorare, senza fretta il suo mondo fatto di suoni, poesia e pensiero: ci sono più di 30 album da ascoltare e questi sono solo un piccolo assaggio del suo essere.
Fonte immagine: Amazon (cover dell’album L’era Del Cinghiale Bianco)