Eccolo “Vicini Margini”, un disco uscito lo scorso mese di maggio ma che ancora fa parlare di se a firma del cantautore romano Angelo Iannelli. Va di scena la mescolanza che manteca a se generi distanti e vicini allo stesso tempo. Elettronica e dancefloor ma anche l’indie italiano, il pop più classico, i richiami alla canzone d’autore che stava in bilico tra la radiofonica e l’impegno. C’è un bel mondo ma di sicuro siamo ancora lontani da soluzioni che fanno differenze e unicità.
Sembra che il rock stia tornando. Scema invece la voce del cantautore. Cosa ne pensi?
Chissà, magari le due cose potranno sposarsi senza barriere tra generi.
I margini della vita sono sempre sovrapponibili non trovi? Come ti avvicini a questo argomento? Come a dire: esiste un’esperienza particolare che fa nascere questo disco?
In realtà non un’esperienza particolare, nel disco parlo di tempi e luoghi universali: riflessioni scaturite dalle mie esperienze e letture, senza dubbio, ma soprattutto dai miei tentativi di analisi.
https://www.youtube.com/watch?v=tKuLfzPmj8k
Perché una macchina da scrivere in copertina?
Perché quelle del disco sono storie, sono dei racconti che vengono indagati da un narratore via via sempre diverso. Da questo punto di vista mi reputo un cantastorie, più che un cantautore classico.
Come a dire: torno alle origini di una canzone scritta a mano…?
Torno alle origini di una storia raccontata, scritta, che possa essere anche letta e che abbia quindi un’autonomia rispetto all’accompagnamento musicale. Ecco, è questo ciò che mi caratterizza. Non credo che il disco abbia la pretesa di creare mondi musicali inesplorati, l’unicità va ricercata nello stile narrativo.
Grazie.
https://open.spotify.com/intl-it/album/5oiwCaLhXx6qvVeXwxzD5e?si=5da6e99b1b8b463d