AVA quando il sovranismo è femminile | Intervista

AVA

“Lo Squalo” è il disco d’esordio di AVA alter-ego della musicista e autrice Laura Avallone che lancia questo progetto solista a suon di moombahton e trap.

«La femminilità è un’attitudine, un pensiero, un’indole che non hanno necessariamente solo le donne. Conosco uomini più femministi e femminili di moltissime altre donne e viceversa. Quindi la femminilità secondo me è una capacità di intendere tutto quanto in maniera elegante, intelligente con un enorme slancio verso la bellezza».

AVA, alter ego di Laura Avallone, ci ha spiegato così la sua idea di femminilità. Il suo progetto d’esordio, Lo Squalo, propone un sound innovativo con il moombahton cantato in italiano, ma non mancano inoltre contaminazioni trap, latin wave e afrobeat. La cantante afferma di essere stata la prima ad aver portato questo genere in Italia e, attraverso esso, si fa portavoce di un messaggio rivoluzionario: sovranismo femminile.

Siamo lontani dalle atmosfere musicali distese che per anni l’hanno contraddistinta con il suo precedente gruppo, le Calypso Chaos. Ora sono l’irriverenza e la spigliatezza a farla da padrone. Afferma in modo provocatorio, ma altrettanto convinto, che al potere dovrebbero esserci le donne. Lo squalo diventa dunque il simbolo ideale per rappresentare il potere e il dominio auspicato. L’animale è però anche il protagonista di un suo trauma di infanzia, di quando da bambina uno squalo le passò accanto, mentre era immersa in acqua, lasciandole una sensazione che non ha più dimenticato. 

L’abbiamo intervistata e abbiamo parlato con lei di questo e di tanto altro ancora. 

AVA, intervista

Inizierei l’intervista partendo da questa tua esperienza traumatica d’infanzia.

Sono una miracolata, è lì che è iniziata la mia passione per questi animali. Ho avuto questo incontro ravvicinato con uno squalo quando avevo 6 anni, ne sono uscita senza un graffio però sono quelle cose che ti segnano per tutta la vita. Infatti, ricordo benissimo alcune sensazioni e quindi diciamo che da quel giorno non mi sono più liberata di questo animale. Poi il fatto che lo abbia scelto come brand del progetto di AVA è una circostanza più che altro metaforica, perché lo squalo rappresenta in pieno quel progetto e quel messaggio di sovranismo femminile: la donna all’apice della catena alimentare, a livello metaforico chiaramente.

Ma come sei passata dalle Calypso Chaos a questo progetto solista? Musicalmente è molto diverso.

Sì, è molto diverso a livello sonoro, ma questo genere qua io ce lo avevo dentro già da molto tempo prima che si sciogliessero le Calypso. Tra i vari motivi dello scioglimento c’è anche questo: una non volontà collettiva di proseguire questa strada. Quindi inevitabilmente l’ho fatto da sola. Sono passata dall’occuparmi di cantautorato e di musica elettro-pop a un mood sonoro molto più esplosivo. Con le Calypso Chaos suonavamo sedute, vestitissime (ride, ndr), e per una marea di anni mi sono sentita dire che non avevo sufficientemente alzato la cresta, allora ho creato questo alter ego, AVA, l’esatto opposto di Laura. AVA non le manda a dire e ha questo mood sonoro molto più esplosivo. Poi alla fine a scrivere, scrivo sempre io, sia la musica che i testi, per cui la cifra stilistica della scrittura è riconoscibile, solo che chiaramente siamo in un altro genere e in un altro progetto e anche la scrittura si adatta.

E questo genere…

È il moombahton, è un genere che è nato negli Stati Uniti nei primi anni del 2000 e in Italia sono stata la prima ad introdurlo in lingua italiana. Non ho inventato un genere, ci mancherebbe altro, però sono stata la prima a trasporlo in italiano. Se a Febbraio, quando è uscito il singolo AVA, abbiamo dovuto fare una fatica enorme per spiegare alle radio, alle televisioni e alle etichette discografiche, che tipo di genere fosse, nonostante fosse già sdoganata a livello internazionale da molti anni, guarda caso già adesso comincia a circolare un po’ di più. Non credo affatto che sia una coincidenza.

Chi sono i maggiori esponenti?

Ce ne sono solo a livello internazionale. Tra i più famosi ci sono i Major Lazer, Lirico, Musicologo. Ma ci sono anche tanti artisti internazionali che annoverano tra le loro hit brani tipicamente moombahton. Parliamo di Beyoncè, Jennifer Lopez, Nick Minaj, Maluma, J Balvin, Sean Paul e anche una grande parte della scena afro-trap francese.

Nell’album c’è il brano “Donna Alpha” che io vedo come una provocazione, e anche una critica, a chi appiattisce su degli stereotipi maschili l’immagine della donna forte. 

Allora Donna Alpha è un po’ il manifesto dell’’AVA-pensiero’ che non vede la donna emancipata, ma direttamente al potere. Io lo dico sempre il mio messaggio è: sovranismo al femminile, senza passare per l’uguaglianza di genere. Non è una provocazione, io sono molto seria quando dico questa cosa. La differenza tra il sovranismo al femminile e il femminismo, un po’ più sdoganato e abusato in maniera discutibile, è che la donna non deve ricoprire il ruolo dell’uomo, non c’è un ribaltamento dei ruoli. C’è una donna che arriva dove merita di stare, che non significa sminuire l’uomo e il suo ruolo all’interno della società, è una questione meritocratica. Bisognerebbe stare dove si ha diritto di stare, a prescindere dal genere. Poi AVA va addirittura oltre e auspica un ribaltamento di fronte radicale dove le donne vanno direttamente al potere. Sono secoli che gli uomini sono al potere e siamo arrivati dove siamo arrivati… Vediamo che succede con una società di stampo fortissimamente matriarcale.

Dove potrebbe arrivare una società di questo tipo?

Le donne hanno sicuramente un talento che gli uomini non hanno: quello di ripristinare l’ordine dal caos. Quindi in una situazione come questa, sono sicura che se ci fossero più donne nei ruoli importanti, ma non ti parlo solo a livello politico, ti parlo di aziende, amministrazione economica, di rapporti internazionali… Sicuramente si riuscirebbe a raggiungere una stabilità maggiore e un benessere maggiore per tutti. Di questo sono sicura. Non a caso non ricordo chi disse che per risolvere il problema della fame in Africa bastava mettere le donne al potere. Come riescono loro a gestire più cose contemporaneamente, ce lo abbiamo proprio nel DNA.

Ok, però per quanto al femminile, è pur sempre un sovranismo, ovvero un prodotto di una cultura maschilista.

A mali estremi, estremi rimedi. Se vogliamo parlare di utopia, la democrazia è la più bella utopia che esiste, ma poi dobbiamo contestualizzarci nella realtà in cui viviamo. Sarebbe bello che ci fossero un’uguaglianza di genere, un equilibrio, un’armonia… Ma non è così. Poi, soprattutto in questi periodi in cui c’è una grossa contrazione economica, dove le persone hanno paura per il futuro della propria famiglia, si tende ad un involgarimento molto pericoloso del pensiero e delle azioni. Parlare di sovranismo ha senso perché siamo in questo determinato periodo storico, non a caso, qualcuno con l’idea del sovranismo c’ha quasi vinto le elezioni. Quindi è anche una questione di saper parlare con i termini giusti nel momento giusto. Io in questo momento non posso parlare di uguaglianza di genere che è un concetto che esiste da una marea di anni, si sono fatte manifestazioni in tutto il mondo ma non se ne esce. Proprio perché, secondo me, è un’idea troppo moderata e in questo momento la moderazione non porta da nessuna parte.

Hai delle date in programma?

Nel 2020 sicuramente ci saranno dei live, al momento però non ci sono date ufficiali. Comunque noi abbiamo già fatto dei live come AVA e abbiamo già suonato dal vivo. Siamo in tre e suoniamo tutto dal vivo. Ci sono io, il batterista e il dj che suona i sintetizzatori. Sembra un immenso dj set ma è una cosa faticosissima, sia a livello tecnico che a livello fisico. Non ci sono pause, andiamo dritti.

Fonte immagine: ufficio stampa Safe&Sound

A proposito di Angelo Baldini

Sono nato a Napoli nel 1996. Credo in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione, nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

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