Rehab: Ketama126 unisce il grunge alla trap e sale di livello

Rehab: Ketama126 unisce il grunge alla trap e sale di livello

Rehab , ultimo disco di Ketama126 | Recensione

Rehab, pubblicato per l’etichetta discografica Asian Fake, è l’ultimo lavoro di Ketama126 uscito il 25 maggio 2018 sulle principali piattaforme digitali tra cui Spotify e iTunes.
«È uscito a sorpresa, mi andava di fare così» dichiara Ketama126 (il suo vero nome è Piero Baldini), intervistato per Rolling Stone.

Il disco è autoprodotto, le tracce sono otto: Angeli Caduti, Rehab, S.Q.C.S., Misentomale, Sporco, Con te, Lucciole, Potrei, alcune delle quali vantano collaborazioni con Franco126 e Pretty Solero, che hanno collaborato rispettivamente alla quarta e terza traccia dell’album, suoi compagni nella crew italiana trap la “126 Lovegang“, da cui proviene il numero “126” che ne contraddistingue l’appartenza. La “Lovegang” è un motivo che viene ripetuto spesso in tutto l’album, il “clan 126” è una realtà importante nella scena romana, tiene in vita il genere della trap e ne alimenta lo sviluppo col proprio lavoro dritto verso il futuro.

Intanto, con Rehab, Ketama126 dà una nuova sfumatura alla trap affiancandola a generi vari, facendo un passo negli anni 90. Rehab è un disco evoluto rispetto ai precedenti, che mette a frutto il desiderio del trapper di superare il confine del genere trap e aggiungere alle sue tipiche tematiche, come droga o sesso, suoni e sonorità nuove: rock, emo, grunge. Un Ketama126, quello di Rehab, schietto, sincero, fedele al proprio stile ma cresciuto artisticamente. Consapevole e maturo definirei il Ketama126 di questo album fresco, introspettivo.

Queste otto tracce pare siano solo il primo capitolo di Rehab che, come ha annunciato Ketama126 sui social, ha un seguito con altre otto tracce, attese per settembre 2018, la cui uscita è stata rimandata.

Rehab: live fast, die young and fuck rehab

Come ha affermato lo stesso Ketama126, anche la trap ha bisogno di continue evoluzioni e sperimentazioni sennò si finisce per buttare fuori il solito pezzo trito e ritrito e il loop è sempre lo stesso.

Sì, Rehab è album fondamentalmente trap, i ritornelli sono orecchiabilissimi, avvincenti e trascinanti; il sound di Misentomale ne è l’esempio e Franco126 ci ha messo il suo. Ma in questa e nel resto delle tracce, con le sfumature emo (SQCS con Pretty Solero)  e soprattutto grunge usate e che i più appassionati riconosceranno subito,  la musica si fa manifesto, l’album originale, evoluto e ci incuriosisce proprio per l’unione chitarra- trap.

Nella title track Rehab (per la cui realizzazione è stata fondamentale la collaborazione di Generic Animal) è lampante la contaminazione del grunge, l’attacco sembra quasi un pezzo dei Nirvana e i rimandi sono frequenti (“Giuro, non ho una pistola” canta Ketama126 come Kurt Cobain in Rape me “And I swear that I don’t have a gun”). Autodistruzione quindi, nessuna paura per la morte né per la fatalità della droga. Il concetto di droga è raccontato con sfacciataggine e lo stile è provocatorio (“Parlo sempre di droga perché non facciamo altro, non ho contenuti perché sono vuoto dentro”, e poi “fuck rehab” probabilmente lo stesso rifiuto di Amy Winehouse nella sua omonima canzone Rehab ). Ma c’è anche intimità (“Ma cambiare non è facile, anche un diavolo può piangere”): traccia dopo traccia Ketama126 si mette a nudo e vengono fuori le parti più oscure di se stesso. «Il concetto di Rehab non ha solo a che vedere con la droga. È il volersi disintossicare da qualcosa, vuol dire elevarsi e superarsi. Salire di livello. Una specie di riabilitazione sociale. Chiaro che rischi sempre di cascare. Dall’ultima intervista con voi, quando avevo il braccio fasciato, diciamo che è successo di ricascarci. Ma in generale sto sempre salendo. La musica è la mia Rehab. Se non ce l’avessi non saprei proprio che cazzo di ruolo potrei avere nella società.» -Ketama126 per Rolling Stone.

La droga può essere un angelo, ma ti accompagna all’inferno come un diavolo: viene da sé il rimando dopo l’ascolto della prima traccia Angeli Caduti che è però dedicata alla sua ex ragazza.

Rehab è un disco forte, bollente, aggressivo, cosciente, una dichiarazione di libertà, direi io. Se non vi è chiaro, Ketama126 fa quello che vuole della sua vita e della sua musica, sperimenta le droghe e le sonorità che desidera, lo ribadisce in ogni traccia e si prende gli insulti di un’Italia non troppo abituata al suo genere, in quanto carente nella cultura trap. Ma non gli importa molto, la trap non è un compitino per lui ma musica fortemente personale, lo spaccato della vita di un giovane ragazzo che fa i conti con una vita sospesa. Ma l’arte sopravvive dopo la morte (Potrei, omaggio a Lil Peep) e ciò che importa è come molti sono impazziti dopo questo album, lo hanno sostenuto e sono corsi a vederlo live. (Il trapper è ancora in tour con il suo album, scopri le date qui).

“Se non mi fossi mai drogato avrei fatto un altro genere, è chiaro” (Ketama126, in riferimento al genere trap); ovvio che catapultato nella scena grunge e rock degli anni 90, anche lui avrebbe spaccato chitarre e sfasciato batterie.

Fonte immagine di copertina Ketama126.

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