Cry Baby di Melanie Martinez: le 7 canzoni più belle

Cry Baby di Melanie Martinez: le 7 canzoni più belle

Dopo la sua partecipazione al programma canoro The Voice nel 2012, dove ha esordito cantando e suonando la cover di Toxic di Britney Spears, Melanie Martinez ha pubblicato tre album e ha fatto conoscere in tutto il mondo la sua voce, grazie anche al suo look caratteristico da baby doll e la sua chioma tinta verticalmente metà di biondo e metà di nero. Le canzoni di Melanie Martinez, specialmente quelle dell’album del 2015 Cry Baby, sono cariche di significato e hanno dei video musicali molto particolari e intriganti.

Ecco le 7 canzoni di Melanie Martinez appartenenti all’album Cry Baby che meritano di essere ascoltate e capite a fondo

1. Dollhouse

Seconda traccia dell’album, Dollhouse è la rappresentazione di una famiglia all’apparenza perfetta, che nella realtà non lo è affatto: dietro le mura domestiche avvengono cose raccapriccianti, come i tradimenti del padre, l’abuso di alcol della madre, l’uso di droghe leggere del figlio e la figlia invece è costretta a mantenere le apparenze, speranzosa che nessuno si accorga di ciò che succede realmente. Questa tematica la rende una delle canzoni di Melanie Martinez con le quali è più facile empatizzare, in quanto rappresenta molte famiglie disfunzionali che in superficie sembrano non avere problemi.

Il video si apre con una bambina che gioca con le bambole (da qui il titolo Dollhouse) e tutti i personaggi del video sembrano proprio delle bambole, impegnate a prepararsi per una foto di famiglia che non lasci trasparire tutti le problematiche quotidiane. La cantante ha un’acconciatura molto caratteristica: metà dei suoi capelli sono neri, mentre l’altra metà è rosa e indossa un fiocco enorme, proprio per rafforzare l’aspetto bambinesco. Alla fine del video la casa delle bambole si chiude e nessuno può vedere più cosa accade realmente.

2. Alphabet Boy

Questo brano dalla melodia infantile è in realtà una grande critica al mansplaining, ovvero l’atteggiamento di superiorità di molti uomini nei confronti delle donne, che le ritengono incapaci di comprendere concetti o situazioni anche banali e si danno arie da insegnanti. È un inno all’emancipazione femminile e una ribellione ai tentativi di sottomissione intellettuale da parte di piccoli uomini che si credono grandi, magari per i loro titoli e il loro grado di istruzione.

Questo pezzo, come tutte le canzoni di Melanie Martinez, ha un video particolare che ritrae la cantante in versione bambina, in una seduta di gioco con il suo alphabet boy, l’uomo che tenta di sottometterla e istruirla, ma lei non è d’accordo e gli brucia il diploma.

3. Tag, you’re it

Il nono brano dell’album Crybaby è una denuncia contro la violenza sessuale sulle donne. Tra le canzoni di Melanie Martinez questa risalta per la sua melodia più noir e macabra, che rappresenta la scabrosità del tema. Si parla di come un uomo più grande adesca una ragazzina, facendola salire sulla sua auto dai vetri oscurati, in modo da imprigionarla e non lasciare che qualcuno gliela porti via.

Nel video, l’uomo-carnefice è rappresentato da un lupo su un furgoncino dei gelati, che attira la ragazza, la droga e la carica sul veicolo. Le immagini dai toni pastello sono un mezzo per rappresentare in chiave fiabesca un tema tanto delicato.

4. Milk and Cookies

Questo pezzo è la diretta continuazione del brano precedente, Tag, you’re it, dove la ragazza rapita riesce a scappare dalla sua prigionia: ciò si deduce anche dal fatto che i due video musicali sono uniti, rappresentando un continuum. La canzone è una ninna nanna abbastanza oscura («a lullaby where you die at the end»), dove la vittima passa in rassegna all’idea di avvelenare il suo assalitore per liberarsi, preparandogli latte e biscotti con «a little bit of sugar, but lots poison, too»

Il video risulta disturbante in alcuni tratti, dove la testa di Melanie è rinchiusa in un vassoio con un coperchio, altro modo per dare l’idea della reclusione. Alla fine del video, la ragazza aggredisce il lupo stordito dai biscotti avvelenati e riesce finalmente a fuggire.

5. Mrs. Potato Head

Facendo riferimento al noto personaggio di Toy Story, che ha le caratteristiche del viso non omogenee, come se fosse un collage di elementi diversi tra loro, Melanie intende denunciare gli standard di bellezza tossici, in particolare l’abuso di chirurgia plastica. Infatti, in un dialogo con Mrs. Potato Head, le chiede: «is it true that pain is beauty?» e soprattutto come ha fatto a permettersi tutti gli interventi chirurgici. Questa è una delle canzoni di Melanie Martinez più indicata per farsi un’idea della società odierna, dove non si è mai soddisfatti del proprio corpo e proprio quando si crede di essere contenti emerge una nuova moda che mette in discussione tutte le nostre caratteristiche fisiche.

Anche il video riesce a racchiudere il significato del brano, con una bambina che resta ipnotizzata da una pubblicità di pillole dimagranti e la condiziona a tal punto da voler smettere di mangiare e di cambiare il suo aspetto, riempiendo il reggiseno di carta per sembrare più femminile. Nel video c’è anche Mr. Potato Head, marito della protagonista, che è il primo ad incoraggiarla a visitare un chirurgo plastico, per avere al suo fianco una moglie-trofeo da esibire in pubblico, sempre giovane, anche se come dice la canzone «baby, soft skin turns into leather». La donna viene infine lasciata dall’uomo per una nuova ragazza, più giovane e bella (dato che ormai lei era diventata mostruosa per tutta la chirurgia), ma la bambina dell’inizio del video (vedendo l’accaduto in televisione) capisce di non dover cambiare ciò che è per la società, togliendo la carta dal reggiseno, perché non è vero che «no one will love you if you’re unattractive».

6. Teddy Bear

Questa canzone descrive una relazione tossica e abusiva, in cui l’uomo, che inizialmente si presentava come un orsacchiotto, si rivela essere violento e pericoloso. La donna però aveva un’immagine idealizzata di lui e non riesce a carpire tutti i campanelli d’allarme, chiedendosi «how did love become so violent?». Per fortuna, la ragazza apre gli occhi e smette di credere alla versione innocente del suo partner, anche perché la situazione diventa ingestibile quando lui prova addirittura ad ucciderla, come raccontato nei versi: «everything was so sweet, until you tried to kill me».

7. Cake

Ultima traccia dell’album Cry Baby, questa è una delle canzoni di Melanie Martinez che riesce a far sentire rappresentati tutti coloro che hanno un attaccamento ansioso e dipendenza nei confronti di un partner evitante: la cantante confessa di sentire sempre come se le manchi qualcosa ogni volta che il suo uomo va via, ma lui sembra addirittura non volere nulla di serio con lei. All’inizio del pezzo, Melanie elenca tutte le caratteristiche che ama dell’uomo, ma gli manca un ingrediente, ovvero quello di amarla. Il ritornello esprime la frustrazione della donna nel sentirsi scartata come un avanzo di torta e si pente della fetta di paradiso che gli ha offerto la notte precedente. Alla fine del brano, la cantante cambia mentalità e, stanca di essere usata, decide di volerlo vedere solo come un pezzo di carne, perché non è capace di essere altro per lei.

Fonte immagine in evidenza: Spotify, copertina ufficiale dell’album Cry Baby

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