Il 5 gennaio 2025, l’artista Bad Bunny ha rilasciato il suo sesto album: “Debí tirar más fotos”. Nonostante la sua rapida scalata delle classifiche (primo per Billboard), il messaggio politico che Dtmf porta avanti potrebbe essere sfuggito ai non amanti del reggaeton. Dietro questi brani ritmati c’è infatti più dell’intrattenimento, la storia e la cultura di Porto Rico.
Tra il grandissimo successo del suo ultimo album, le apparizioni mediatiche in programmi come Saturday Night Live, e la viralissima campagna per Calvin Klein, il 2025 sembra essere l’anno di Bad Bunny.
“Debí tirar más fotos” è un album che ha conquistato i cuori degli ascoltatori e che ancora dopo quattro mesi, non lascia il suo posto nella top 5 di Spotify. Che Bad Bunny crei della musica che raggiunge la vetta delle classifiche non è una novità, ma questo è forse il suo disco più meritevole di attenzione in assoluto. Un disco intimo e personale, con cui Bad Bunny sperimenta con moltissimi generi della musica latina, che coinvolge artisti portoricani emergenti, e dal potente messaggio politico.
Chi è Bad Bunny
Per comprendere il valore di questo suo ultimo progetto, è importante conoscere la storia di Bad Bunny e il suo background culturale.
Benito Antonio Martinez Ocasio, in arte Bad Bunny, è un rapper nato a Porto Rico, dove cresce immerso nella musica fin da bambino. Un’artista che è riuscito a farsi strada autonomamente, iniziando a pubblicare dei brani autoprodotti su SoundCloud. Nel 2016, il brano “Diles” ottiene un milione di ascolti, diventando virale organicamente con la sola promozione sui social personali di Benito. Grazie a Diles, Bad Bunny viene notato dalla casa discografica Hear This Music. L’etichetta pubblica il suo brano, lanciando l’artista mercato del Latin Trap, ma si rifiuta di fargli rilasciare un album completo, raffreddando i rapporti con il cantante.
Benito sente di poter far di più che solo pezzi trap, e con la Rimas Enterteinment pubblica nel 2018 il suo album di debutto: “X 100PRE” che si piazza undicesimo nella classifica Billboard 200 e primo nella Billboard Latin. Le 15 tracce dell’album spaziano tra più generi: urban, trap, reggaeton, dembow, synthop, e includevano un brano con il featuring di Drake: Mia.
Da allora fu un continuo accumulo di successi e record, un percorso che lo ha reso una star internazionale. Il suo secondo album “YHLQMDLG” (“Yo hago lo que me da la gana”, ovvero “Faccio ciò che mi passa per la testa”) ha raggiunto il record di settimane consecutive in prima posizione della classifica Latin Billboard, e ha vinto un Grammy per il Miglior Album Urban Latino.
Il suo terzo album “El último tour del mundo” (L’ultimo tour del mondo) è stato il primo album completamente in spagnolo a raggiungere il primo posto della classifica statunitense Billboard 200. Nel 2020 e nel 2021, Benito viene nominato l’artista più ascoltato al mondo su Spotify.
Nel 2022, “Un Verano Sin Ti” (un‘estate senza te) è stato il primo album di musica latina nominato nella categoria dei Grammy “miglior album dell’anno”.
Il suo successo trascende le barriere linguistiche e culturali, dimostrando che la musica ispanica può essere la più popolare al mondo, senza costringere gli artisti a cantare in inglese per diventare star globali.
Era allora naturale aspettarsi che Debí tirar más fotos si aggiudicasse dopo solo una settimana il primo posto della Billboard 200, detronizzando Taylor Swift.
Dftm: una lettera d’amore a Porto Rico
Debí tirar más fotos, è un progetto curato nei minimi dettagli. Interamente registrato a Porto Rico, inclusi i corrispettivi videoclip, questo è l’album con cui Bad Bunny, dopo aver fatto il giro del mondo con la sua musica, torna a casa. Molti titoli dei brani contengo slang portoricano difficile da tradurre, o sono la trascrizione fonetica di parole in spagnolo. Possiamo trovare diversi featuring con cantanti portoricani emergenti: RaiNao in Perfumito Nuevo, Lorén Torres del quartetto Chuwi in Weltita, i Pleneros de la Cresta in Café con Ron, Dei V e Omar Courtz in Dtmf. I visualizer di ogni brano caricato su Youtube sono una schermata fissa con delle informazioni su Porto Rico: fatti storici, conflitti politici, problematiche ambientali.
I dettagli nascosti nei testi, che raccontano un pezzo della sua terra sono veramente tanti, è un percorso che si sviscera pezzo per pezzo.
L’album inizia con il brano NUEVAYoL, traslitterazione spagnola di “New York”. Potrebbe sembrare una contraddizione aprire il disco parlando di una delle città americane più famose al mondo, ma in realtà il brano descrive la comunità latina nel Bronx. Il brano è infatti un sample di una canzone del 1975 interpretata da Andy Montañez : “Un Verano en Nueva York” (Un’estate a New York), della band El Gran Combo de Puerto Rico. Nel testo vengono citati molte figure iconiche dell’america latina: il cantante di salsa Willie Colón, la pittrice Frida Khalo, il lottare Felix Trinidad, i rapper Lapiz Conciente e Big Pun, il giocatore di baseball Juan Soto. Inoltre fa riferimento anche al Caribbean Social Club, un pub di Brooklyn frequentato dalla comunità portoricana.
Il secondo brano è “VOY A LLeVARTE PA PR”, primo pezzo reggaetón dell’album. Un ode al genere e all’isola d’origine di Benito. L’apprezzamento per il reggaetón ritornerà anche nel quindicesimo brano dell’album, “EoO”. Il titolo fa riferimento alla parola “Perreo”, uno stile di danza associato al reggaetón old school, a cui Benito fa riferimento diretto citando la canzone “Perreo baby” degli artisti Héctor y Tito.
“BAILE INoLVIDABLE”, è la terza traccia e forse una delle più amate dagli ascoltatori. Con questa canzone Benito esce dalla sua zona di comfort, trattandosi di un pezzo di salsa, un genere musicale fortemente legato alle sue radici. La canzone è la più lunga dell’album (6 minuti), ed è una dedica struggente a un amore passato. L’artista paragona una relazione conclusa a un “ballo indimenticabile”, raccontando di chi gli ha “insegnato ad amare e a ballare”, probabilmente un primo amore insostituibile, un tipo di rapporto che non potrà ripetersi. Il video musicale mostra una lezione di salsa e successivamente Benito ballare con una donna dai lunghi capelli ricci. Molti sospettano la canzone possa parlare di Gabriela Berlingeri, l’ex storica dell’artista. Che sia una dedica diretta a lei o meno, il ballo di coppia è sicuramente un elemento importante della cultura latino-americana, espressione anche di legami sentimentali. L’arrangiamento è stato composto dagli studenti di una scuola portoricana di musica libera “Ernesto Ramos Antonini”.
Il tema sentimentale viene trattato anche in altri brani, in modi più sottili. Nel brano “BOKeTE” per esempio paragona una relazione finita a una “buca” nell’asfalto, che si vuole evitare a tutti i costi nel proprio percorso. La decima traccia, “KLOuFRENS”, è la traslitterazione di “close friends” con l’accento portoricano. Bad Bunny si riferisce alla funzione del social media Instagram “amici stretti”, e tutte le dinamiche che aggiungere o eliminare le persone da quella lista può comportare.
Il brano “EL CLúb“, inizia come una canzone sull’uscire a divertirsi. Improvvisamente però l’artista cambia tema e comincia a parlare di un vecchio partner che non riesce a dimenticare. Anche questa canzone si pensa possa essere dedicata a Gabriela, così come ”KETU TeCRÉ” (Traslitterazione di “Chi ti credi di essere”).
La gentrificazione di Puerto Rico
Il tema della perdita e della separazione però non riguarda solo i rapporti sentimentali. Parte dell’album affronta temi politici in modo diretto con più brani, ed è l’aspetto più interessante dell’opera.
La traccia essenza di questo album (seconda solo a DtMF, di cui parleremo più avanti), è “LO QUE LE PASÓ A HAWAii”, da tradursi: “Ciò che è successo alle Hawaii”.
Il titolo e ritornello della canzone si riferiscono alla perdita d’identità dello stato delle Hawaii. Dopo la caduta della monarchia nel 1893, per mano degli affaristi americani interessati ai terreni, l’isola non è più stata la stessa. Con l’imposizione della lingua inglese, la diffusione religione cristiana in sostruzione ai culti locali, la cultura hawaiana si è indebolita sempre di più. Negli anni inoltre, divenuta meta di lusso, il turismo sfrenato ha devastato il paese, reso molto più alto il costo della vita, costringendo molti nativi a lasciare l’isola o condannarli a vivere da senzatetto.
L’intenzione di Benito di denunciare che ciò stia accadendo similmente anche a Porto Rico è chiaro nel ritornello.
“Vogliono prendersi il mio fiume, e anche le spiagge.
Vogliono il mio quartiere e che nonnina se ne vada.
No non lasciare la bandiera, e non dimenticare il lelolai.
Perchè non voglio che facciano a te ciò che è successo alle Hawaii”.
Il territorio di Porto Rico vive una situazione politica difficile. Porto Rico è soggetto al potere del Congresso statunitense, ma non fa parte degli Stati Uniti, pur essendone dipendente. I portoricani posseggono la cittadinanza statunitense, ma non possono votare il presidente o i membri del Congresso statunitense. Ciò ha comportato decenni di sfruttamenti delle risorse naturali di Porto Rico da parte degli Stati Uniti. In particolare, il problema principale per cui Bad Bunny si batte pubblicamente, anche con la sua musica, è la gentrificazione (Da Treccani: Riqualificazione e rinnovamento di zone o quartieri cittadini, con conseguente aumento del prezzo degli affitti e degli immobili e migrazione degli abitanti originari verso altre zone urbane).
Nel 2012 a Porto Rico entra in vigore la “Legge 20/22”. La prima norma (Act 20) permette alle multinazionali di pagare solo il 4% di tasse per l’esportazione di servizi dall’isola. La seconda norma (Act 22) permette di non tassare il reddito derivante da investimenti, interessi e dividendi, se si possiede un terreno sull’isola o si è residenti. In poche parole: permette alle persone straniere ad alto reddito, giuridiche e fisiche, di vivere sull’isola senza pagare le tasse.
Queste leggi sono state presentate come un aiuto per lo sviluppo economico del paese, ma hanno invece reso Porto Rico un paradiso fiscale per ricchi stranieri. Questi ultimi, anche in seguito ai danni causati dall’uragano Maria nel 2017, si sono trasferiti sull’isola acquistando terreni a basso prezzo. Un fenomeno che ha incentivato la speculazione edilizia e ha gravemente danneggiato la popolazione locale, fino a non poter più permettersi di vivere nelle proprie città d’origine e dover lasciare il paese.
Questi e molti altri dettagli del fenomeno sono stati denunciati dalla giornalista Bianca Graulau nel documnetario “El Apagón – Aquí Vive Gente” (Blackout, qui vivono persone). Benito, supportò il suo paese offrendosi di lanciare il documentario in coppia, sul suo canale Youtube. Inoltre, il documentario si apre proprio con lui che canta “El Apagón”, il cui titolo si riferisce ai blackout causati dalla crisi del settore energetica, che hanno lasciato al buio la popolazione, inclusi ospedali.

Bad Bunny mettere la problematica sotto i riflettori anche con altri brani.
In “TURiSTA” Benito racconta la storia di una relazione che ha fatto parte della sua vita per un breve periodo, durante il quale l’altra persona si è goduto il meglio di lui senza prendersi il tempo di conoscerlo a fondo e scoprire le sue ferite. Come l’artista stesso ha rivelato nel podcast “El Búho Loco”, questa vuole essere una similitudine con l’esperienza di chi visita Puerto Rico divertendosi senza approfondirne la storia e le problematiche.
Molto di impatto è “La MuDANZA”, traducibile come “Il trasloco”, la traccia finale dell’album. Nell’ interludio Benito racconta di come si sono conosciuti i suoi genitori, ringraziandoli per le sue origini. Successivamente inizia a parlare di Porto Rico, e ne chiede implicitamente l’indipendenza nominando Eugenio María de Hostos, un intellettuale dell’800 sostenitori dell’indipendenza di Porto Rico dai colonizzatori spagnoli.
Nel videoclip del brano Benito corre sventolando la bandiera di Porto Rico inseguito dalla polizia, mentre il brando dice
“Aquí mataron gente por sacar la bandera
Por eso es que ahora yo la llevo donde quiera”
(“Qui uccisero persone per prendersi la bandiera, per questo adesso io la porto dove voglio”)
A fine video si ferma per piantare la bandiera e festeggia con altri portoricani. Si alternano poi immagini della storia del paese, di musicisti e ballerini che si esibiscono davanti a un muro su cui viene dipinta la scritta “No me quiero ir de aqui”, tradotta: “Io non voglio andarmene”. A fine brano si sento alcune note del brano composto per il documentario prima citato “El Apagón”.
Il cortometraggio di Debí tirar más fotos
Il 3 gennaio Bad Bunny carica su Youtube un cortometraggio di 12 minuti, omonimo all’album e singolo.
Il corto ha come protagonista un anziano portoricano. Inizia proprio con una conversazione tra lui e il rospo giallo “Concho”: una specie di rospo tipica di Porto Rico che si pensava estinta, a causa dello sconvolgimento del suo habitat per via del cambiamento climatico. Questo personaggio sicuramente è un rimando alla salvaguardia degli ambienti naturali, e di conseguenza anche metafora della necessità di non far sparire la cultura dell’isola e la sua popolazione nativa.
Il protagonista mostra a Concho delle fotografie del suo passato, rimpiangendo di non aver immortalato più ricordi di persone che non ci sono più e di un paese che è ormai diversa da come lo ricorda. Successivamente infatti esce per andare a comprare un “quesito”, una pietanza tipica portoricana, e la regia ci fa subito notare le differenze percepite dal protagonista. Per il vicinato si sente musica inglese, i vicini sono appunto americani che stereotipicamente giocano a football e cuociono il barbecue, e per strada incontra turisti americani. Il ristorante dove vorrebbe mangiare è una catena che ha stravolto e sovraprezzato la classica ricetta del piatto portoricano, i cui dipendenti parlano solo inglese. Al momento del pagamento, l’anziano scopre di non poter pagare in contanti. Sta per andarsene, ma un uomo del luogo, più giovane, si offre di pagare per lui. Poi rivolgendosi a lui in spagnolo pronuncia la frase “Seguimos aquí” ovvero “Siamo ancora qua”. Ciò rappresenta le generazioni più giovani che non hanno dimenticato la cultura. Tornato a casa, mentre mangia insieme a Concho, una macchina passa di fronte a casa sua, e si sente dalla radio la musica di Bad Bunny ad alto volume. L’anziano si stupisce e rimpiange il “suono del barrio”, ovvero sentire i giovani girare per il quartiere in moto o in macchina, con la musica spagnola a tutto volume nelle casse.
Concho allora gli pone una domanda chiave “Se nessuno lo fa più…perchè non lo fai tu?”. L’anziano prova a immaginarsi farlo, ma conclude che non è il caso, allora il rospo risponde “okay, allora andiamo a guardare altre foto”. Il protagonista gli ricorda che non ne ha tante, ma cercherà di ricordarsi anche ciò che non ha fotografato. Infine concludono che dovrebbero scattare una foto di quella giornata, come a comunicare allo spettatore che si possono sempre creare nuovi ricordi.
Il corto segue gli stessi temi dell’omonimo brano, che è il filo conduttore di tutto l’album. L’amore per la propria casa, l’espressione della propria identità, la nostalgia per ciò che è stato e la speranza che possa ritornare.
La massima sintesi di tutto questo viene espressa anche nella copertina dell’album. Due sedie di plastica bianche vuote in un giardino. Per molti paesi potrebbe non comunicare molto, ma nella cultura latina (e anche del sud Italia), le sedie bianche rimandano a tante sere estive passate in compagnia di amici e parenti, spesso passate a raccontarsi storie. Bad Bunny con il suo disco ci lascia per sempre la sua testimonianza, e quella di generazioni di portoricani.
Fonti immagini: vogue.it, sharewood.it