Epic Fail: intervista all’artista Frabolo

Cover Epic Fail Frabolo

In occasione dell’uscita il 13 settembre dell’album Epic Fail per la IndiePendente – Gruppo Prima o Poi Music, abbiamo intervistato l’artista Francesco Bolognesi, in arte Frabolo. Al disco hanno lavorato anche Dr. Noise, Jimmy Burrow e Dj Myke. Dieci i brani dell’album.

Intervista a Frabolo

Cosa significa la musica per Frabolo?

Esprimersi cercando di mantenere una sincerità, un’onesta di fondo che per me è fondamentale. Io mi sono avvicinato al rap perché secondo me può comunicare tanto. Comunicare, farsi ascoltare e ascoltare, anche, credo sia importante, specialmente in un contesto storico come questo, che è un mondo che ci vuole tutti connessi ma fondamentalmente ci lascia soli.

Per Epic Fail hai scelto temi che potrebbero essere definiti pesanti, come mai? Pensi che l’album sia effettivamente pesante come dicono i commenti negli skit?

Avevo iniziato a scrivere le prime canzoni senza pensare minimamente che poi sarei riuscito a fare effettivamente un album: scrivendo e continuando a scrivere mi sono reso conto che i brani iniziavano ad amalgamarsi tra di loro. Il tema ricorrente in ogni brano era fondamentalmente il mio stato d’animo in quel momento, che poi si poteva riflettere in una considerazione politica o musicale.

A proposito di visione nel mondo, nell’album da una parte c’è una critica alla situazione attuale del paese, dall’altra l’orgoglio di non lasciarlo e la necessità di una rivoluzione. Come vedi il futuro di questo paese?

Mi auguro di sbagliarmi ma lo vedo molto buio perché ho l’impressione che si possa peggiorare ancora, e tanto, e questa cosa mi fa paura. Siamo un popolo ingovernabile, nonostante sia legato al mio paese. Sono fiero di essere italiano però non so, è un concetto difficile da spiegare, ma se c’è del disagio a parlarne è proprio perché ci vorrebbe una situazione diversa. Faccio fatica anche a vedere una startup dalla quale poter partire perlomeno per adesso.

Epic Fail: il rap di Frabolo

 

Per il momento non vedi possibilità di miglioramento?

Se non quello non di una rivoluzione – perché in realtà “Complimenti alla trasmissione” parla proprio del fatto che oggi si è anche perso il concetto di rivoluzione, parliamo tutti di rivoluzione, però poi ci incantiamo ad ascoltare i bei discorsi del mondo -; credo si possa partire sicuramente dall’ascoltarsi, dal comunicare. Secondo me in questo momento manca la comunicazione: è paradossale perché siamo in un momento dove siamo tutti connessi ma non si sa bene a cosa, a niente.

Tornando alle tematiche di Epic Fail, c’è anche una critica alla musica commerciale. Qual è il tuo rapporto con la scena musicale italiana?

Non è una critica alla musica commerciale assolutamente, in realtà è una considerazione che faccio: in Italia la roba che ha successo diventa automaticamente migliore. E oggi, tornando al discorso di prima, visto che dovremmo essere tutti connessi, ognuno può andarsi a cercare quello che gli piace ma credo che la maggior parte delle persone si accontenti di quello che offre la mensa, non c’è ricerca. Non è una critica alla musica, è una critica più al pubblico.

Quali sono i tuoi rapporti con il mondo del digitale e quello della politica e dell’attualità?

Per quanto riguarda il digitale sono entrato da poco nel mondo dei social, penso che sia molto interessante però va saputo utilizzare. Non riesco a farmi la foto del buongiorno e pubblicarla appena alzato la mattina: è proprio una cosa che non mi appartiene, così come non mi appartiene postare cose a caso. Sono uno che è molto geloso della propria privacy, i social li uso solo per la parte musicale. Per quanto riguarda la politica e l’attualità sono abbastanza stufo di tante cose, penso che la politica in Italia sia morta, che è lontana dai giovani. Penso che sia allucinante che qualcuno la utilizzi attraverso il mondo dei social, per esempio, per arrivare ai giovani.

 

Tra i temi di Epic Fail ci sono solitudine, abbandono, amori infranti, problemi familiari ed abusi della Chiesa, quanto c’è di autobiografico in questi?

C’è molto, molto, di autobiografico e “Brutto sogno”, che è il brano sulla Chiesa per intenderci, è un brano che avrei voluto scrivere da un sacco di tempo e fondamentalmente non riuscivo a trovare la chiave giusta del brano: a volte ti metti a scrivere e non riesci ad arrivare fino in fondo o comunque non ti convince del tutto, a volte invece capita che parti a scrivere e improvvisamente hai finito il brano e ne sei quasi convinto

Un’altra particolarità di Epic Fail sono gli “skit”, delle scenette: da dove viene l’idea di metterle, da dove viene il loro contenuto?

Alcuni audio, alcuni vocali ti assicuro che sono veri,  parlano persone (che sono degli amici ovviamente) che mi stanno vicine nella vita. Per me è stato veramente un modo, magari un po’ bizzarro, per rendere partecipi tutte quelle persone che davvero mi vogliono bene e a cui voglio bene: son persone presenti nella mia vita, presenti anche se non condividono appieno la musica ma la rispettano e mi sono vicine in altri modi, anche più importanti.

Foto in evidenza: cover album “Epic Fail” (https://www.facebook.com/pg/FraboloOfficial/posts/)

A proposito di Francesco Di Nucci

Studente, appassionato di musica e libri.

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