Venerdì 1 agosto arrivano nei giardini Fondazione Capone i progetti di musica indipendente Fremir (cantautorato indie-folk) e Le cose importanti (alternative) ospiti dell’Aperigarden del Forum dei Giovani di Montella.
Per l’appuntamento del primo agosto non resta che aspettarsi forti emozioni e autenticità.
I musicisti che partecipano all’evento
Fremir, cantautrice napoletana, è stata in finale al Premio Bianca D’aponte, scelta per il suo brano “pollice nero”, il racconto di una violenza infantile, storia comune a molte bambine oggi donne, alleggerita da un incursioni reggae e folk.
Le cose importanti, rock band di Latina, parlano invece di disforia di genere, della depressione che ne consegue e delle ansie sociali e personali di un’intera generazione.
La serata del Primo Agosto unisce musica, poesia, natura e storia, in una location meravigliosa.
Eroica Fenice ha intervistato Fremir e Le cose importanti, con un’intervista davvero interessante.
Come siete riusciti a creare questa sintesi, e quale di questi elementi vi ha ispirato di più nell’organizzare l’evento?
Dalla sua nuova costituzione nel 2021, come direttivo del Forum dei Giovani di Montella ci siamo prefissati una serie di obiettivi tutti accomunati dall’intento di valorizzare giovani talenti nei nostri vari ambiti di intervento.
La musica, intesa come strumento di unione e libertà di espressione, rappresenta per noi un volano in grado di intercettare quel mondo giovanile sempre menzionato ma spesso dimenticato da chi ha il compito di offrire e cercare opportunità per il futuro di queste aree interne.
Dalla nostra fondazione abbiamo la fortuna di dar vita alle nostre attività in una sede dal fascino indescrivibile, ovvero Palazzo Bruni-Roccia. Uno dei tanti palazzi storici che rendono incantevole e suggestivo il rione Garzano della nostra Montella.
Al trio perfetto non poteva non unirsi l’elemento natura. La nostra verde Irpinia è per questo la cornice perfetta e i giardini della Fondazione Capone saranno il posto giusto per una serata indimenticabile.
L’evento si svolge nei giardini della Fondazione Capone. Che valore aggiunge questa location all’esperienza complessiva e in che modo pensate che il luogo interagisca con gli artisti e il pubblico?
La cornice scelta per raggiungere tale traguardo doveva essere un luogo, come detto, capace di unire storia, natura e musica. Di fatti la fondazione Capone offre una location che rappresenta quasi un unicum nel suo genere.
La cappella gentilizia dinanzi alla quale si esibiranno gli artisti garantirà un’ ambientazione capace di affascinare gli occhi e imprimere un bellissimo ricordo in tutte le persone che verranno a trovarci.
Tutti e due i progetti musicali, anche se con stili diversi, affrontano temi molto delicati come i rapporti umani, la depressione e la disforia. Cosa vi spinge a mettere al centro delle vostre canzoni tali argomenti?
Fremir: Ho voluto esplorare alcune dinamiche che secondo me sono universali perché ci ho trovato dei nodi comuni, non ho avuto la pretesa di sciogliere questi nodi, ma cantarli mi ha permesso di capirli più in profondità, e magari nella condivisione di come mi sono sentita io, qualcuno si è sentito capito, meno solo. Per me è stato così quando ho ascoltato i nodi altrui.
Le cose importanti: L’esigenza di condividere le proprie esperienze di vita, affinché possano smuovere qualcosa dentro chi ascolta. Fare musica è un privilegio, per me (Giada) è una vera e propria terapia.
Immagine in evidenza: ufficio stampa