Gabriele Esposito: da Napoli a New York con il singolo

Gabriele Esposito: intervista

La chiacchierata con Gabriele Esposito e le piccole cose

Dopo alcuni promettenti pezzi, Gabriele Esposito torna nel panorama musicale italiano (e non) con un nuovo singolo. Disponibile a un’intervista, abbiamo parlato di musica, bellezza, Napoli e terre lontane. Le sue parole, di giovane artista emergente ma con tanta carriera alle spalle, possono fare da monito per chi sta scoprendo talenti ma anche riscoperta per chi apprezza le cose autentiche. 

Alcune domande 

Sei diventato un ragazzo simbolo di una città. Tutti conoscono Gabriele Esposito, con la tua chitarra e la tua voce, partendo soprattutto dal tuo dialetto. Come è stato reinventarsi sotto alcuni aspetti artistici?

Inizialmente ho iniziato a scrivere la mia musica in inglese, è stato solo dopo anni di ricerca che ho capito che per produrre un qualcosa che rispecchiasse di più il suono della mia anima, dovevo donarmi alla lingua della mia terra. É stato un lungo percorso fatto di esibizioni in strada per le vie di Napoli, e di tanta ricerca interiore.

Sappiamo che il tuo successo è arrivato col tempo. Cosa diresti a chi sta per intraprendere una carriera da solista?

Gli direi di lavorare tanto sullo scoprire e percepire la propria visione musicale.

Nelle tue canzoni ci sono sempre pezzi di Napoli, coordinate e riferimenti. Quanto ti piacerebbe uscire fuori da Napoli e metterci altro?

In futuro l’idea è quella di esportare questo modo di fare musica fuori Napoli, e di contaminarlo sempre di più! Inoltre sarebbe interessante fondere il mio background anglosassone con quello napoletano

Penultima domanda per Gabriele Esposito: La chitarra è la propaggine della tua mano. È presente ogni volta. Cosa significa per te?

La chitarra è il mezzo con cui riesco a tirare fuori tutto ciò che non riesco ad etichettare o individuare dentro di me, è un canale, ed è una compagna di vita. 

Il brano “‘Na rivoluzione, sento o bben ca me faccio” è uscita l’11 gennaio. Parla anche dell’importanza di volersi bene. Quanto spesso diventa difficile volersi veramente bene?

Diventa difficile quando dimentichiamo come si fa, quando per entrare in empatia con le persone e l’ambiente circostante dimentichiamo che in quel bene “comune” che ricerchiamo, c’é di fatto anche il nostro, e che questo può essere compreso e attuato solo da noi. 

Attraverso le sue parole e il suo tempo, Gabriele Esposito vuole arrivare alle persone. Me ne sono accorta quando non ha perso un minuto nel rispondermi. Il vero mezzo di un successo che sarà sicuramente duraturo, è la relazione con l’altro, oltre una visione della musica toccante e oltre qualsiasi barriera. Noi di Eroica lo ringraziamo e gli auguriamo di spaccare con il pezzo nuovo. 

Fonte immagine: Ufficio stampa

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