Il Jazz, come influenza la musica moderna

Jazz

Il Jazz, con la sua complessità e la sua ricchezza di vocabolario, ha influenzato numerosi generi moderni, regalando loro sfumature più sofisticate e una nuova profondità. Scopriamo come!

L’Hip Hop è uno dei generi più influenzati dal Jazz, ed è sicuramente uno dei più popolari ai giorni nostri.
La prima cosa da prendere in considerazione è che il numero di samples (porzioni di un brano riutilizzate in altri brani) presi dalla musica jazz è davvero notevole: migliaia di groove ritmici e di accompagnamenti melodici sono stati resi loop (porzioni di brano ripetute per la parziale o intera durata del brano) e messi al servizio delle liriche di uno o più artisti (nel caso di una Crew, quali: Wu-Tang Clan, A Tribe Called Quest, Run-DMC, N.W.A., Outkast etc.).
Tra gli artisti più sfruttati per il fenomeno del sampleing troviamo Miles Davis, George Benson, Herbie Hancock e molti ancora.

Un altro punto che accomuna entrambi i generi è il carattere improvvisativo. Nel Jazz, i musicisti prendono a turno un momento del brano in cui improvvisare su una struttura armonica fissa. Le melodie, i ritmi e le citazioni vengono utilizzati per creare un tipo spontaneo di musica/dialogo che rifletta il background del musicista, il suo bagaglio culturale e la sua visione artistica.
Nell’Hip Hop, possiamo assistere allo stesso fenomeno, ma con l’uso del freestyle (l’improvvisazione non strutturata di rime già scritte o improvvisate sul momento) su loop e samples. I rapper spesso utilizzano parole, citazioni, ritmi e riferimenti ad altri freestyle per appoggiare o denigrare un certo tipo di idea, proprio come succede nell’improvvisazione jazz, provocando reazioni estatiche dal pubblico che ascolta.

Il rock ha subito contaminazioni dal jazz che non sono da sottovalutare.
Basti pensare ad artisti di spicco tra gli anni ’60 e ’70 come i Led Zeppelin, Jimi Hendrix, i Pink Floyd, che usavano su larga scala l’improvvisazione e momenti dal vivo in cui il solista di turno poteva dar sfogo alla propria fantasia e alle proprie necessità espressive/artistiche per tempi indefiniti.
Nonostante le progressioni di accordi non sono state trasferite nel rock dal jazz, i musicisti rock non si limitano a suonare i classici accordi che vengono associati al loro genere, ma spesso ne espandono le sonorità suonando le loro estensioni: sono comuni accordi di Maj7, Maj9, 7 e 9 di dominante, Min7 e Min9 in molte canzoni rock.
Inoltre, figure cardine del panorama rock quali David Bowie, Frank Zappa e Sting, per nominarne alcuni, hanno deciso di essere affiancati da musicisti jazz di alto calibro nelle produzioni di alcuni dei loro CD.

Il Rythm and Blues (detto anche R&B) è un altro dei diretti successori del Jazz.
È una forma di popular music di origini Afroamericane sviluppatasi alla fine degli anni ’40, dall’unione tra il Blues e i ritmi caratteristici del Jazz. Dalla sua nascita fino agli anni ’80, il termine R&B ha assunto una serie di forme diverse: all’inizio degli anni ’50, era spesso accostato agli album Blues.
Nel decennio successivo, dopo l’avvento della Soul Music, si va incontro al breve periodo del British Rythm and Blues, con band come The Who, The Rolling Stones e The Animals che, per motivi promozionali, decisero di adottare questo titolo anche non abbracciandone le sonorità.
Durante gli anni ’70, il termine rythm and blues cambia nuovamente, inglobando tutto ciò che è considerabile una sfumatura del soul e del funk. Infine, negli anni ’80, si sviluppa un nuovo stile di R’n’B conosciuto come Contemporary R’n’B, ed è quello che fino a oggi ha mantenuto le sue caratteristiche dell’epoca, più o meno immutate.
Combina la musica R’n’B con elementi della musica pop, soul, funk, disco e soprattutto hip hop.
Alcuni tra i vocalist degni di nota che rientrano in questa categoria sono: Stevie Wonder, Prince, R.Kelly, Michael Jackson, Mariah Carey, D’Angelo, Chaka Khan e Ne-Yo.

Al giorno d’oggi, dopo un breve periodo in cui la musica Pop sembrava essere caduta nella trappola della “oversimplification” (eccessiva semplificazione di musica e testo di una canzone), grazie ad alcune strabilianti “nuove leve”, si sta tornando verso uno stile compositivo più raffinato e una libertà espressiva maggiore durante i live.
Tra i migliori esempi di questo fenomeno ci sono Justin Timberlake con la sua live band composta da 12 musicisti impegnati anche nel riarrangiamento delle versioni studio dei suoi brani in chiave Big Band; Tori Kelly, Jessie J, John Mayer e tante altre popstar di calibro mondiale che hanno contribuito a lanciare verso il successo talenti musicali provenienti dai migliori college musicali d’America quali Mateus Asato, Isaiah Sharkey, Horace Bray e tanti altri.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

A proposito di Christian Landolfi

Studente al III anno di Lingue e Culture Comparate (inglese e giapponese) presso "L'Orientale" di Napoli e al I anno di magistrale in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Martucci" di Salerno. Mi nutro di cultura orientale in tutte le sue forme sin da quando ero piccino e, grazie alla mia passione per i viaggi, ho visitato numerose volte Thailandia e Giappone, oltre a una bella fetta di Europa e la totalità del Regno Unito. "Mangia, vivi, viaggia!"

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