Il punk dei New York Dolls viene spesso offuscato da gruppi come i Sex Pistols, i Clash o i Ramones che hanno dominato la scena punk degli anni ‘70; eppure i Dolls, troppo spesso sottovalutati, hanno rappresentato proprio in quegli anni un punto di rottura drastico e tutto nuovo con la scena musicale dell’epoca, anticipando lo spirito anarchico del punk, attraverso un’incredibile miscela di glam rock, garage e attitudine nichilista.
Un nuovo punk tra caos, trucco e ribellione
Agli inizi degli anni ‘70 a New York la scena musicale era dominata principalmente dal raffinato progressive rock e dal folk rock tipico della west coast; fu in questo clima che nel 1971 nacquero i New York Dolls, dall’iniziativa del chitarrista Sylvain Sylvain e del batterista Billy Murcia, studenti della New Town High School nel Queens. I due, che facevano inizialmente parte di un’altra band, The Pox, decisero di mettersi “in proprio”, spinti dal desiderio di proporre qualcosa di completamente diverso e rivoluzionario e partendo proprio dal nome che prese ispirazione da un negozio di giocattoli che si trovava di fronte alla lavanderia in cui lavorava Sylvain. Al duo presto si unirono il chitarrista Johnny Thunders (vero nome John Genzale) e poi il cantante David Johansen; la band concordò anche il tipo di immagine che volevano proporre, ovvero un look androgino e provocatorio, con abiti femminili e atteggiamenti sfacciati, in un periodo in cui la controcultura hippi era ancora quella dominante. Quando si esibirono per la prima volta nel 1971 furono accolti dai media musicali con forte scetticismo, ma attirarono decisamente l’attenzione invece del pubblico underground di New York che iniziò a seguirli e ad apprezzarne l’energia. L’anno successivo però, durante un tour a Londra, la band soffrì un duro colpo: la morte di Billy Murcia per overdose (ancor prima di aver inciso il primo album). La band però trovò rapidamente un sostituto in Jerry Nolan, proseguendo così la propria corsa verso il successo.
New York Dolls: l’album d’esordio
Nel 1973 i New York Dolls pubblicano il loro primo album per la Mercury Records, “New York Dolls”. Il disco, che vendette relativamente poco per gli standard dell’epoca, è oggi considerato una pietra miliare per il proto-punk. Brani come “Personality crises”, “Looking for a kiss” e la straordinaria “Subway train” (indimenticabile qui l’assolo di Thunders) sono un miscuglio interessantissimo di Rolling Stones, Stooges, MC5 e altri gruppi anni ‘60, ma con un’urgenza tutta nuova, quella dell’alienazione urbana, delle droghe e del glamour decadente, con un suono grezzo, imperfetto e ruvido che contestava qualsiasi tipo di perfezionismo tecnico. La critica si spaccò: i media li accusarono di essere “dei dilettanti vestiti da travestiti”, mentre Rolling Stone li lodò per l’energia e la freschezza tutta nuova che proponevano.
Il secondo (e ultimo) album: Too much too soon
Nel 1974 i Dolls pubblicarono “Too much too soon”, secondo e ultimo album con la formazione originale. Il titolo, dal messaggio quasi profetico, anticipò quello che a breve sarebbe accaduto: dopo un ancora più tiepida accoglienza da parte di pubblico e critica, l’album e la band non riuscirono a raggiungere il successo commerciale sperato. L’approccio sonoro dei brani era sempre molto viscerale, ma la tensione interna al gruppo che si creò, dovuta alle dipendenze da droghe (soprattutto di Thunders e Kane), e la continua mancanza di supporto da parte della casa discografica, portarono alla rapida disgregazione della band. I New York Dolls si sciolsero ufficialmente nel 1975, dopo l’abbandono di Thunders e Nolan (che poi formarono gli Heartbreakers). Johansen intraprese una carriera solista di discreto successo, diventando anche il cantante “Buster Poindexter” negli anni ‘80; Arthur Kane invece cadde in un baratro personale e spirituale, come documentato nel film “New York Doll” del 2005.
New York Dolls: i padri fondatori del punk
Nonostante i New York Dolls abbiano avuto una carriera sia breve che fallimentare (dal punto di vista commerciale) oggi sono considerati i “padri fondatori” del punk newyorkese, ma anche del punk britannico: Malcolm McLaren, che fu loro manager per un breve periodo, trasse ispirazione diretta da loro per il look e l’atteggiamento provocatorio dei suoi futuri Sex Pistols. Band come The Clash, The Damned, Guns and Roses conservano nella loro identità musicale un po’ di New York Dolls, oltre ad averli sempre citati come importante fonte di ispirazione, sia per l’approccio estetico ed esistenziale ma anche perché di fatto rappresentano il punto di partenza dell’hard rock e il glam degli anni ‘80 e ‘90. Nel 2004, grazie alla spinta di Morrissey, loro grande fan, i membri superstiti Johansen, Sylvain e Kane (Thunders purtroppo morì nel 1991) si riunirono per il Meltdown Festival a Londra, ricevendo un’accoglienza più che entusiasta che li riporterà addirittura in studio per lavorare a tre nuovi album “One Day It Will Please Us to Remember Even This” (2006), seguito da “Cause I Sez So” (2009) e “Dancing Backward in High Heels” (2011) che rappresentano una chiusura del cerchio dignitosa per quei ragazzi newyorkesi che contribuirono alla nascita del punk negli anni ‘70.
Il punk dei New York Dolls: conclusione
Come molti dei gruppi della scena del primo punk, i Dolls rappresentano un po’ il percorso, alle volte troppo breve, degli artisti che abbracciarono quella nuova corrente musicale perché bruciati dal successo improvviso e dalle dipendenze. D’altro canto però i Dolls sono stati precursori di stili e temi, incarnando forse uno dei lati più oscuri del punk, quello sensuale, sfrontato e nichilista, non orientato verso la perfezione o il successo commerciale, ma verso la ribellione e l’autenticità, strada che li ha portati ad essere considerati eroi cult di quella corrente musicale tanto controversa e tanto discussa ancora oggi.
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