Il rock degli anni ’70: la complessità di un “laboratorio di generi”

rock anni '70

L’espressione rock in ambito musicale è utilizzata per lo più in senso generale, e può tralasciare la molteplicità dei suoi sottogeneri. Concentrandoci sul rock anni ’70, però, si può notare che in questo decennio si assiste ad un vero e proprio trapasso del genere. Si potrebbe azzardare la definizione di “laboratorio di generi” per sottolineare l’evoluzione del rock e della sua complessità.

Già a partite dagli anni ’60 si erano formati nuovi gruppi quali i Pink Floyd, i Beatles, i Rolling Stones, i Doors, e ancora i Led Zeppelin, i Velvet Underground, evolvendo il genere rock in modi differenti, e assicurando anche la deriva psichedelica. Proprio con gruppi come i Pink Floyd, i Genesis, gli Yes, i Soft Machine, si fa spazio nel primo decennio degli anni ‘70 il progressive rock che si riallaccia alle radici blues del rock.

I grandi nomi del rock anni ’70: King Crimson

Eppure il progressive arriva ad espressioni altissime con il primo album dei King Crimson, In the Court of the Crimson King del ’69 pubblicato sotto l’etichetta E.G. / Island e con la band al completo (Robert Fripp, Ian MacDonald, Michael Giles, Greg Lake alla voce e il paroliere Peter Sinfield). L’album è un microcosmo in cui si legano non solo la musica classica, il jazz e il rock, ma anche la pittura e la poesia. In copertina, ad esempio, Barry Godber ha rappresentato l’uomo schizoide del ventunesimo secolo con il volto di un uomo stravolto con la bocca spalancata e l’orecchio lungo quanto il suo sguardo; mentre all’interno dell’album c’è il Re Cremisi con gli stessi colori dell’uomo folle: il rosso e il blu.

 

Il nome “Re Cremisi” non è un caso, anzi l’allusione è a Federico II di Svevia, come chiarì lo stesso Sienfield. L’ultimo brano dell’album, The court of Crimson King, sembra descrivere la corte del sovrano e il cambiamento di quella corte: «I walk a road, horizons change». Federico II ha rappresentato, infatti, “quei nuovi orizzonti” in lotta con le precedenti generazioni e con i limiti della sua stessa epoca. In Epitaph , invece, è l’uomo schizoide del ventunesimo secolo che parla attraverso i suoi orrori: «Knowledge is a deadly friend/If no one sets the rules/The fate of all mankind I see/Is in the hands of fools».

Certamente il progressive rock ha avuto ampio spazio anche in Italia con il Bando del Mutuo Soccorso, la Premiata Forneria Marconi, Le Orme, e così via. Inn Germania, invece, ha seguito una linea più elettronica (kosmische musik) con i Can, i Neu!, e ancora i Kraftwerk, o i Tangerine Dream.

Black Sabbath

Tuttavia, se da una parte già si intravede il declino del progressive, a metà degli anni ’70 si fa strada un tipo di rock più “duro” (hard rock e da qui l’heavy metal) con la comparsa di nuove band più “heavy” come i Black Sabbath, gruppo britannico formatosi nel ’68 e composto da Ozzy Osbourne (voce), Tony Iommi (chitarra), Geezer Butler (basso) e Bill Ward (batteria) fino al ’78.

L’heavy metal, prolifico negli anni settanta e ottanta, vede tra i suoi principali esponenti gli AC/DC, i Led Zeppelin, i Deep Purple, i Blue Cheer, i Blue Öyster Cult, e ancora i Move. Eppure la musica dei Sabbath si differenziava dai coevi gruppi non solo per i testi. La melodia era chiaramente più cupa e dissonante. Un esempio è proprio l’album Paranoid, fondamentale per il genere heavy metal.

Pentagram

Non è un caso che i Sabbath contribuirono alla nascita del doom metal e dello stoner rock. Infatti il doom metal è caratterizzato da suoni cupi e lenti, basti pensare a Live Free and Burn dall’album Be Forewarned (1994) dei Pentagram, gruppo heavy metal statunitense formatosi negli anni settanta.

T.Rex

Negli anni ’70, però, non solo si assiste al tramonto degli ideali hippie, ma il rock evolve su più “scenari”. Ad esempio il glam rock è caratterizzato da una vera e propria spettacolarizzazione dell’artista, come Alice Cooper, o i Kiss, o i New York Dolls. Eppure sono considerati veri pionieri del glam rock i T.Rex, gruppo fondato da Marc Bolan nel ’67. Lo stile è praticamente dinamico, va da un suono più tenue a brani che si muovono tra il tribale, il funky, il rock & roll e il boogie. Inoltre, è efficace il confronto tra l’album Unicorn del ’69 (nello specifico il brano Cat Black (The Wizard’s Hat)), Electric Warrior del ’71 (nello specifico Mambo Sun) e Tanx del ’73 (ad esempio il brano Shock Rock). Il gruppo, inoltre, è considerato tra i precursori del proto-punk (punk rock), così come The Who, The Stooges,  i MC5 (Motor City 5), o i Velvet Underground, per citarne alcuni. Il punk rock si è sviluppato sostanzialmente tra il ’76 e il ’79, ed è interessante non solo per la novità del suono, più graffiante, veloce e distruttivo, ma anche per la vena politica in sottofondo: “Do it Yourself”, una perspicace inclinazione all’autosufficienza e all’autoconsumismo.

Ramones

I Ramones, ad esempio, sono considerati uno dei gruppi fondatori del genere punk sulla scena newyorkese degli anni ’70 esordendo con il primo album Ramones il 23 aprile 1976,  con all’interno i suoi classici: Blitzkrieg Bop e I Wanna Be Your Boyfriend.

Sex Pistols

Il gruppo dei Sex Pistols, invece, fu fondato a Londra nel ’75 e composto dal cantante Johnny Rotten, dal chitarrista Steve Jones, dal batterista Paul Cook e dal bassista Glen Matlock, poi sostituito da Sid Vicious. Anche se la loro carriera durò circa tre anni, il primo album pubblicato nel ’77, Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols, arrivò subito al primo posto nella classifica britannica.

The Clash

E ancora sono da ricordare i Clash con il loro punk politico, pubblicando il primo album nel ’77, The Clash: «London’s burning ! London’s burning ! All across the town, all across the night Everybody’s driving with full headlights Black or white turn it on Face the new the religion Everybody’s sitting’ round watching television!» (London’s Burning, da The Clash).

A proposito di Giorgia Zoino

Giorgia Zoino è nata a Benevento nell'agosto del 1995. Frequenta la facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Napoli Federico ll.

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One Comment on “Il rock degli anni ’70: la complessità di un “laboratorio di generi””

  1. Complimenti, hai fotografato perfettamente un decennio che molti di noi possono solo immaginare. Sembra passata un’eternità. I valori culturali di riferimento, prima ancora che musicali, sembrano lontani dagli standard artistici di adesso. Servirà solo del tempo per poter fare delle considerazioni retroattive?

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