Leanò: un tutt’uno con la chitarra, un tutt’uno con la natura

leanò

Tempio segna l’inizio di un viaggio, quello della cantautrice Leanò, all’anagrafe Eleonora Parisi. Tempio è un percorso musicale di sei brani, densi di parole cantate da una voce gentile, con uno strumento che funge da piccola coperta di Linus: la chitarra. Tra il cantautoriale, il pop e l’indie, il tocco leggero e la penna profonda di Leanò sono due buoni motivi per ascoltare il suo lavoro artistico.

L’intervista a Leanò

Qual è il tuo rapporto con la chitarra? Come mai hai scelto di inserire questo strumento in tutte le canzoni dell’album?

Ho iniziato a suonare a 9 anni, inizialmente da autodidatta. Poi ho cominciato a studiare chitarra classica in quinta elementare ed ho continuato fino alla fine del liceo. La scelta di inserire questo strumento all’interno dell’album è proprio perché io credo sia una mia caratteristica stilistica: non riesco ad immaginare un live senza chitarra, poiché mi sento un tutt’uno con lei.

Hai scelto di presentare il tuo EP chitarra e voce: esigenza emotiva o necessità pratica?

Suonare in acustico, presentare Tempio in acustico, è stata in parte scelta espressiva, ma anche forzata, dato che è un EP uscito in un periodo strano per tutti.

A inizio luglio è uscito Tempio, dopo un lockdown che ha messo alla prova tutti e di cui si sentono tuttora gli effetti. Cosa ha significato per te far uscire un tuo lavoro in un periodo dalla difficile ripresa?

A Tempio stavo lavorando da un po’ di anni, circa tre. La quarantena è stato un periodo stranissimo, che mi ha fatto crescere molto, nonostante il tempo fosse annullato. Mi sono detta che i brani sarebbero stati vecchi, se li avessi fatti uscire a settembre. È stata un’esigenza, la mia. Un vada come vada.

Com’è stato vedere un tuo brano, Alba, entrare in Scuolaindie, una delle playlist più importanti della musica emergente?

Io sono ancora un po’ tra le nuvole. Quando me l’hanno segnalato, ed ho visto di essere in playlist, sotto Chiara Ferragni, è stato strano. Molto bello, ma strano. Sicuramente una piccola soddisfazione, non tanto per la playlist, ma perché un qualcosa che ho scritto io in cameretta, adesso può arrivare a tante persone.

Due brani che consiglieresti a chi non ha mai ascoltato Tempio.

Tempio sicuramente e Tira e corri, perché mi piace molto la produzione, ma non amo suonarla live. Ritengo però sia rappresentativa, nel suo significato di fidarsi della natura e di se stessi.

La copertina di Tempio è una donna stesa su di un prato al tramonto, eppure l’idea di tempio fa pensare ad una struttura al chiuso, un luogo sacro, mentre qui c’è la rappresentazione della natura incontaminata. Come mai hai scelto questa illustrazione?

La copertina è stata ideata da Omar, un ragazzo di Rimini con cui collaboro da un po’. Ho affidato a lui l’illustrazione, poiché conosce la mia visione delle cose. Con questa copertina abbiamo voluto rappresentare una donna che si lascia andare, fondendosi con la natura e da questa fusione si possano generare dei fiori. Anche questo è un tempio per me.

Ti va di descrivere la tracklist di Tempio con qualche aggettivo?

La prima notte la definirei una solitudine, però quella solitudine che ti fa stare bene. Per Autunno utilizzo il termine rinascita, mentre per Tira e corri: coraggio. Alba direi amore, perché è legata ad un ricordo molto bello con degli amici in un momento in cui mi chiedevo cosa fosse per me questo sentimento. Per Tempio invece non posso che dire natura.

Grazie a Leanò

[Foto di Ufficio Stampa]

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A proposito di Alessandra Nazzaro

Nata e cresciuta a Napoli, classe 1996, sotto il segno dei Gemelli. Cantautrice, in arte Lena A., appassionata di musica, cinema e teatro. Studia Filologia Moderna all'Università Federico II di Napoli.

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