Mucchioselvaggio presentano Stasera: il nuovo singolo | Intervista

In questa intervista Mucchioselvaggio presentano “Stasera”, il loro nuovo singolo, disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 23 Maggio 2025.  Il brano, dal sound trascinante  e dalle tinte punk rock, riflette sul tema della fine di un rapporto, in particolare sul come cambia la quotidianità: l’assenza delle piccole abitudini, dei gesti, dei profumi, che inevitabilmente vanno a scomparire lasciando però spazio ai ricordi che si costruiscono dentro di noi, carichi di nostalgia ma anche di affetto.  Come raccontato nell’intervista per “Stasera”, i Mucchioselvaggio  sono partiti dall’idea della “mancanza” e da esperienze personali,  successivamente le hanno tradotte in musica, riuscendo così a rendere più autentico e introspettivo il testo; ad accompagnare il brano un significativo videoclip girato all’interno di una fabbrica dismessa che va a rafforzare il senso di abbandono che caratterizza il testo.  L’intervista a Mucchioselvaggio per “Stasera” è, non solo dedicata al brano, ma è anche uno spazio in cui la band si è raccontata tra le difficoltà dello stare “al passo con i tempi” al profondo amore per la musica che lega Gianni Ulivieri (chitarra e voce), Riccardo “Lobo”  Ferri (basso) e Nevio Cermeli (batteria) dal 1992.

Ecco come i musicisti hanno raccontato il loro lavoro.

Il sound del brano riporta un po’ al punk degli anni ’70: forte e diretto. Ci sono state band/artisti che hanno ispirato il vostro modo di fare musica?

Intanto grazie mille. Lo prendiamo come un complimento. È il nostro sound da sempre. Essendo un power trio gli arrangiamenti sono per forza limati all’osso, e registrando tutti e tre insieme “live” come una volta c’è poco spazio per ammenicoli vari. Influenze naturalmente ci sono state. Io (Ulivieri) e Nevio veniamo dalla cultura rock anni 70 inizio 80 (acdc, led zeppelin, kiss, motorhead) Mentre Lobo, lui era proprio un punk. Infatti da piccoli si faceva certe litigate… Quindi è un po il riassunto di queste esperienze.

Il testo è delicato e malinconico rivolto alla bellezza delle piccole cose quotidiane che però svaniscono alla fine di una relazione che non deve essere per forza sentimentale. C’è stato un momento specifico che ha dato il via alla composizione del brano?

Gianni: Di nuovo comincio la risposta con un grazie mille. Hai centrato perfettamente il tema del testo. Ulivieri: Si. Ci sono stati dei momenti in cui mi ronzava in testa questo argomento della mancanza. Quelle piccole cose di cui parla il testo le ho vissute e mi è venuto naturale fissarle su un foglio. Poi con il mucchioselvaggio le abbiamo tradotte in musica.

Anche la scelta della fabbrica abbandonata è molto significativa: perché siete arrivati a questa scelta specifica e non magari ad una casa abbandonata?

E’ molto un metaforone naturalmente, però il parallelo tra una canzone sulla mancanza e una fabbrica abbandonata dove appunto prima c’era una vita pulsante mentre adesso ci sono solo macerie, è stato abbastanza semplice e spero non troppo didascalico. La casa abbandonata anche era stata presa come opzione ma il nostro regista Michele Rosania adorava quella location e ci siamo affidati a lui in toto.

Lo sviluppo e la composizione del brano nasce da un lavoro collettivo oppure c’è chi scrive il testo e chi scrive la musica?

Lobo: E’ Gianni (Ulivieri) che di solito scrive testo e musica. Viene in sala prove con un riff e tutti insieme si buttano giù gli arrangiamenti. La maggior parte delle volte il processo è questo: Gianni se ne viene con il foglino e si comincia a buttare giù idee. Certe volte l’arrangiamento viene alla prima. Altre volte ci scontriamo. Quando siamo tutti contenti il gioco è fatto.

Siete nell’ambiente musicale da tanti anni. Come credete questo sia cambiato negli ultimi 20 anni soprattutto con l’interferenza dei social?

Gianni: Mamma mia. Io ho avuto i miei 15 minuti di notorietà di Wharoliana memoria nel 2004 con il singolo “Io ti amo a devo ucciderti” e già allora la situazione era piuttosto incasinata. Adesso è un inferno. I “margini” non esistono più e per le nuove realtà è complicatissimo. La cosa più bizzarra è che non basta scrivere una canzone buona. No, devi essere anche videomaker, specialista in comunicazione, saperci fare con i social, auto promuoverti… insomma, tutta roba complicata per noi della GENx. Ma NON MOLLEREMO MAI. Il rock and roll è un lavoro sporco ma qualcuno lo deve pur fare in italia.

Avete progetti estivi per la promozione del vostro nuovo lavoro?

Nevio: Naturalmente cercheremo il più possibile di suonare. Non è facile per una rock band in Italia, specialmente per noi che durante lo show facciamo molti pezzi originali. Ci piace iscriverci ai vari contest per usarli come vetrina e per confrontarci con realtà simili alla nostra. Mi raccomando però : voi continuate a seguirci sui social al mucchioselvaggio_official. Tutto minuscolo tutto attaccato!

Fonte immagine: Ufficio Stampa

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