Napoli Segreta: ritmi perduti e ritrovati

Napoli Segreta: Ritmi perduti e ritrovati

Di notizie su Napoli tra gli anni ’70 e ’80 ne abbiamo tante; sappiamo che quella decade è iniziata con un’epidemia di colera ed è terminata con il tristemente noto ‘’terremoto dell’80 ‘’. Tuttavia, nascosti sotto i rifiuti, le macerie del terremoto e la cenere del Vesuvio c’erano dei ritmi tutti da scoprire. Questa non era una vera scena, gli artisti non erano conosciuti e non si conoscevano fra loro, ma ogni vicolo aveva un eroe locale che aveva prestato la sua voce a piccole case discografiche che a loro volta avevano commissionato ad arrangiatori dei brani da creare per inciderci sopra.

Questa è ‘’Napoli Segreta’’ (qui il link), il progetto di un collettivo che, dal 2016, tra bancarelle dei mercatini e vecchi scaffali di piccoli negozi sta scoprendo le perle dimenticate della musica disco-funk napoletana degli anni ’70 e ’80.

A far parte di questo collettivo sono vari artisti: DNapoli, Pellegrino, Famiglia Discocristiana e i Nu Genea. Il loro lavoro consiste nel cercare e selezionare brani incisi e dimenticati e restaurarli.
Ma cos’ha il funk per meritare di essere riportato in auge? Il funk è un genere musicale nato in America a metà degli anni ’60, da musicisti afroamericani.
Si possono attribuire due accezioni al vocabolo funk: nello slang afroamericano vuol dire “puzza, sporco”, è l’odore sprigionato dal corpo in stato di eccitazione, ma anche “bizzarro” e “autentico”, cioè originale e libero da inibizioni. Epiteti che sembrano perfettamente calzanti per una definizione superficiale dello spirito napoletano e di Napoli Segreta.
Il secondo significato si appoggia all’origine latina del termine che deriva da “fumigare”, “fumare”. Da qui acquisisce successivamente il senso di “terreno” inteso per qualcosa di “profondamente o fortemente sentito”. Infatti molti di questi brani erano degli esperimenti senza una finalità specifica, probabilmente pubblicate su etichette costituite ad hoc per quel progetto e narranti piccole realtà locali. Come il brano ‘’Sasà’’ degli ORO, che narra di un personaggio cult dell’area vesuviana che si aggirava nelle discoteche in quegli anni. Oppure il brano di Maria Kelly, trovato in un negozio di dischi, che è stato regalato dalla stessa Maria alla proprietaria.
Tutto ciò convoglia in un disco, Napoli Segreta, pubblicato in due volumi. Qui si trovano anche testi che creano un interlingua tra l’inglese e il dialetto, forse per una speranza di collocarsi in qualche modo nel mercato internazionale.
Alcuni di questi brani sono firmati con pseudonimi femminili che corrispondono ai nomi delle mogli dei produttori, poiché questi ultimi spesso erano artisti che all’epoca lavoravano nella RAI e non potendo utilizzare le proprie produzioni ricorrevano a questo escamotage.

Insomma ‘’Napoli Segreta’’ è un modo per immergersi nella più ingenua, autentica e popolare realtà napoletana, riscoperta restaurata e divenuta anche ballabile grazie a DJ Set, per calarsi in una Napoli che va oltre ciò che è già conosciuto musicalmente e gli stereotipi positivi e negativi attribuitigli da sempre.

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Marika Burani

Mi chiamo Marika, sono nata a Napoli il 13 Aprile del 2000. Ho frequentato il Liceo delle Scienze Umane ''Eleonora Pimentel Fonseca''. Attualmente studio Mediazione Linguistica e Culturale all'Università degli studi di Napoli ''L'Orientale''. I miei interessi sono la Storia, la Musica, il Cinema e la Politica. Nel mio tempo libero creo vestiti all'uncinetto e ai ferri e gioielli in alluminio e rame.

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