Stamina degli Heavenblast: metal e ribellione

Heavenblast - Stamina

A febbraio 2018 è stato pubblicato per la Music Force l’album Stamina degli Heavenblast, gruppo heavy metal di Chieti. Gli Heavenblast iniziano la loro carriera nel 1995, producendo due demo (nel 1998 e nel 2000) e due album di power metal: Heavenblast nel 2003 e Flashback nel 2007. Nel 2008 la band si scioglie per poi ricomporsi nel 2011 con dei cambi di formazione, è attualmente formata da Chiara Falasca come voce, Donatello Menna alle chitarre, Matteo Pellegrini alle tastiere e Alex Salvatore alla batteria. Numerose le collaborazioni esterne per Stamina, tra cui Diego Regina e Michele Melchiorre, oltre a cinque voci.

Stamina degli Heavenblast: dal power al progressive metal

Nove tracce per quaranta minuti di heavy metal: Mind Introuder, Purity, Alice in Psychowonderland, We are State, The Rovers, Don’t clean up this blood, Sinite parvulos venire ad me, Stamina, Canticle of the Hermit. Con Stamina gli Heavenblast lasciano il power metal della formazione precedente, stile caratterizzato da chitarre scatenate, voci roboanti e tematiche di solito mitologiche/fantasy. Dragonfire, Helloween, Manowar e Nightwish sono alcuni esempi di musica power metal. In questo album gli Heavenblast passano al progressive metal, un ibrido tra heavy metal e progressive rock. Di base le caratteristiche del metal (chitarre distorte, ritmo aggressivo e ad alto volume) con aggiunte del rock progressivo: suoni particolari, sperimentazioni stilistiche, contaminazioni con altri generi, brani più lunghi della media e tematiche che spaziano dalla mitologia all’introspezione. Ne sono esempi Dream Theater e Fates Warning.

Stamina: traccia per traccia

Il disco, a tema ribellione e libertà, si apre con Mind Introuder, breve intro strumentale e sfoggio di tecnica. Ritmo lento e suoni fiabeschi potrebbero trarre in inganno sui contenuti dell’album, ma il brano successivo dissipa ogni dubbio. Riff di chitarra in apertura, batteria onnipresente, poche parti più lente con interventi di strumenti ad arco, duetto ben congegnato tra le due voci femminile e maschile: Purity sintetizza in cinque minuti lo stile dell’intero album.

Segue Alice in Psychowonderland a definire ancor più lo stile dell’album: chitarre e batteria martellanti si intrecciano alla voce di Chiara Falasca, quietandosi in ritmi lenti e sognanti solo alla fine del brano. We are state richiama lo stile della intro, lenta strumentale di sottofondo con numerosi interventi di strumenti “non metal” ed un duetto costante tra le due voci del brano.

In The Rovers si torna all’heavy metal, voci urlate, chitarre rullanti, qualche momento di dialogo tra le due voci accompagnato da assoli di chitarra e lunghe parti strumentali da ascoltare a tutto volume. Don’t clean up this blood è il brano più lungo dell’album, sette minuti, un inizio con chitarra classica, piano/tastiera ed una struggente voce femminile. Tutto questo lascia subito spazio a cori, riff di chitarra, batteria sempre presente e voce prevalentemente femminile.

Sinite parvulos venire ad me ha una particolarità che si nota subito: è in latino. Intro con suoni synth ed invocazioni in latino, prosegue con chitarre in allegria e duetti che richiamano la musica religiosa. S.t.a.m.i.n.a. a tratti è un ritorno al power metal con voci urlate, chitarre esasperate e sonorità sempre sopra le righe. Chiude l’album Canticle of the Hermit, ultima immersione in ritmi fiabeschi, rilassati e a base di chitarre a briglia sciolta.

L’album Stamina degli Heavenblast si rivela alla fine un connubio di stili diversi ed esperimenti con svariate sonorità, proprio in stile heavy progressive metal, un lavoro degno d’attenzione e di un ascolto.

Francesco Di Nucci

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