Nella zona dove un tempo si ergeva l’Acropoli della Napoli greca, lungo la strada denominata marmorana, la Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli viene riscoperta dopo una lunga e difficile storia di restauri.
La Chiesa ha vissuto una triste storia legata alla depauperizzazione post bellica. Sant’Aniello a Caponapoli risultò fortemente colpita dai bombardamenti con gravi danni subiti dai solai. Depredata poi dai sciacalli di opere d’arte è stata spogliata dei suoi gioielli lapidei.
Agli inizi degli anni ’70 partirono i restauri per restituire la fabbrica alla città di Napoli. Un forte dissesto nei solai di calpestio della navata centrale ha dato modo di scoprire i resti delle mura grecoromane della zona di Caponapoli in parte ancora visibili nei pressi di piazza Cavour. La volontà negli anni ottanta di dare la possibilità di rendere in mostra le testimonianze storiche ha costituito la parte fondante del progetto di restauro, infatti tuttora la navata centrale è interessata da uno scavo che permette di visualizzare contestualmente le varie stratificazioni che documentano la storia del sito.
Sant’Aniello a Caponapoli risulta essere una Chiesa consacrata dove non solo si possono svolgere le comuni funzioni religiose, ma vi è anche la possibilità di promuovere attività culturali che la Curia permette avvalendosi della collaborazione di associazioni per la gestione e la fruizione del monumento.
La storia dei restauri permette di far leggere tra le righe dei numerosi documenti prodotti un pensiero legato alla vocazione come macchina teatrale.
“Legambiente Campania ha aderito con entusiasmo al progetto della Soprintendenza per riportare le opere nella loro sede e ha lanciato una campagna di sostegno relativa al trasporto e al rimontaggio da affidare a ditte specializzate, sotto il diretto controllo delle Soprintendenze. Il primo riscontro è stato indubbiamente positivo, tale da consentire una prima significativa restituzione.“
Legambiente sta promuovendo una serie di attività ed eventi che permetteranno di raccogliere fondi necessari per il ripristino delle opere che devono ritrovare la loro collocazione all’interno di Sant’Aniello a Caponapoli. A partire dalla messa in scena di opere teatrali, infatti in programma da “Troilo e Cressida” di W. Shakespeare a “Sulle antiche mura di Neapolis con Fabula Nera di Te.Co. Teatro di Contrabbando” e con l’apertura prevista per febbraio 2015 dei “Seminari di musica antica nella Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli”.
Il primo appuntamento dopo un anno circa dalla riapertura al pubblico, il collettivo LunAzione ha messo in scena “Troilo e Cressida, storia tragicomica di eroi e buffoni”, prima per le scuole con un appuntamento mattutino e poi in orario serale per gli spettatori che con il loro contributo hanno dato un reale aiuto economico.
Lo spettacolo si inserisce in maniera organica nella balaustrata che circonda l’altare, le suggestioni di luci e l’alternarsi di musiche techno hanno portato gli spettatori a godere dalla forza della passione al disgusto per gli inganni delle guerre che fanno parte della sfera dell’umana vita.
Gli attori, Martina Di Leva, Mario Autore, Annalisa Direttore, Alessandro Paschitto, Cecilia Lupoli, guidati dall’abile regia di Eduardo Di Pietro e Mario Autore, hanno vissuto gli spasmi dei momenti della tragedia “non convenzionale”, il lavoro gestuale è accompagnato dalle abilità vocali per portare in mostra il doppio dei personaggi rispetto al numero degli artisti.
Un’escamotage legato all’arte del bodypainting ha permesso con figure iconiche di dare allo spettatore una prima e veloce chiave visiva per riconoscere i protagonisti, che ben hanno legato e giocato con la scena, priva di tutto, fuorchè dei preziosi marmi di Sant’Aniello a Caponapoli.