La Musica può fare, il festival promosso dal Club 33 Giri | Intervista

La Musica può fare, il festival promosso dal Club 33 Giri | Intervista

Club 33 Giri promuove l’ottava edizione de La Musica può fare | Intervista

Il 16 giugno, giunge alla sua ottava edizione La Musica può fare, il festival musicale promosso dall’associazione culturale no-profit Club 33 Giri. La kermesse musicale, che attraverso la musica vuole offrire un’esperienza a 360 gradi come quella dei grandi festival, ritorna per il secondo anno nella suggestiva cornice dell’Arena Ferdinando II di San Nicola la Strada (Caserta). Il tema caratterizzante di quest’edizione sarà lo spazio, in occasione del cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna di Neil Armstrong. Uno spazio inteso come assenza di confini e agevole condivisione.

Ispirandosi alle celebri parole del primo uomo sulla Luna, il Club 33 Giri vuole compiere un piccolo passo nel mondo dei festival che sia però un grande passo in quella che vuole essere un’idea diversa di condivisione e aggregazione: valorizzare il territorio attraverso attività musicali, artistiche e ludiche per tutti.

Del programma e delle attività del festival abbiamo parlato con Roberta Cacciapuoti, direttrice artistica del Club 33 Giri.

Intervista Roberta Cacciapuoti, direttrice artistica del Club 33 Giri

La musica può fare giunge quest’anno alla sua ottava edizione, puoi parlarmi del percorso che vi ha portato fino a qui?

Nel 2012 siamo stati invitati (Club 33 Giri, nda) dall’associazione Play for Africa che opera in Senegal insieme a un’altra associazione che si chiama I bambini di Ornella, ad organizzare un evento che supportasse le loro iniziative. Sulla spinta di questa proposta organizzammo la prima edizione del festival dove invitammo degli ospiti che erano “amici”, nel senso che li conoscevamo e che erano già stati all’associazione Club 33 Giri. Erano Riccardo Sinigallia, Ballads quindi Ciccio di Bella e Alfonso Bruno, e Sandro Joyeux.

Poi il percorso è continuato perché la prima edizione andò molto bene, più di quanto ci aspettassimo. Ci sembrò dunque naturale continuare ad organizzare l’appuntamento, per cercare di farlo diventare un appuntamento fisso, ecco. Sia per i nostri soci che seguono le nostre attività durante tutto l’anno, ma anche per coinvolgere tante altre persone. Dal 2012 ad oggi il festival è cresciuto, ha cercato di allargare i suoi orizzonti, ha cercato di portare in Campania artisti che non riuscivano ad arrivare. Ad esempio, nel 2014 abbiamo ospitato gli Ex-Otago, i Joe Victor, i Fitness Forever… Tutte band che noi reputiamo fortissime ma che non avevano l’opportunità di suonare spesso nelle nostre zone.

Oltre alla musica, il festival si arricchisce di mostre, mercatini ed altri tipi di attività per cercare di creare un’esperienza che non sia soltanto musicale ma un’esperienza “festival”, così come è concepita nelle manifestazioni più grandi e importanti. Un’esperienza a 360 gradi, dunque, che possa essere vissuta durante tutto l’arco della giornata e che sia quanto mai coinvolgente.

Quest’anno il tema del festival è lo spazio, perché questa scelta?

Ogni anno ci divertiamo a scegliere un tema che poi sarà il filo conduttore dei nostri allestimenti, delle nostre grafiche e chiaramente della promozione. Quest’anno, visto che ricorre il cinquantesimo anniversario del primo sbarco sulla luna di Armstrong, ci sembrava bello festeggiarlo dedicandogli il tema.

Prima mi parlavi dei gruppi che hanno partecipato a La musica può fare, chi si esibirà questa volta?

Sul palco principale suoneranno tre band che sono Romito, Mòn e Bradipos IV. I Romito sono una band napoletana che sta andando molto forte, a dicembre è uscito il loro EP d’esordio e in questi 6 mesi hanno fatto un percorso bellissimo, allargando il loro pubblico e riuscendo a coinvolgere tantissime persone. Siamo quindi felici di ospitarli perché crediamo che siano una delle proposte campane più interessanti dell’ultimo anno.

I Mòn, invece, sono romani e sono reduci dalla pubblicazione del loro secondo disco, “Guadalupe”, che è stato molto apprezzato sia dal pubblico che dalla critica. Loro si ispirano molto a The XX, Bon Iver, Beirut… quindi il loro sound è molto contemporaneo e siamo sicuri che faranno un bellissimo live.

Poi ci sono i Bradipos IV che sono una band storica casertana. Noi li seguiamo da anni perché sono un simbolo della musica surf, in Italia e nel mondo, tant’è che sono appena tornati da un tour in Messico. Loro sono davvero un simbolo e siamo sicuri che chiuderanno il festival al meglio, facendo scatenare tutto il pubblico.

Nel pomeriggio, comunque, ci saranno le “Interstellar sessions”. Le abbiamo chiamate così in omaggio al tema dello spazio e sono delle esibizioni totalmente unplugged: quattro band e artisti, scelti tramite il bando dell’associazione, si esibiranno in acustico. La versione acustica può dare un effetto più intimo e può avvicinare ancora di più il pubblico. Ci piaceva che nel pomeriggio ci fosse questo accompagnamento musicale, delicato e intimo.

Oltre le esibizioni musicali, ci saranno altri tipi di attività?

Ci saranno le mostre fotografiche e pittoriche. Abbiamo quattro mostre di artisti tutti casertani: le fotografie di Antonio Di Vilio, i dipinti di Maria Teresa Palladino e Luigi Ambrosio. C’è poi una piccola mostra fotografica sul laboratorio di percussioni africane promosso dalla Piccola Liberia 80mq.
Come sempre non mancheranno i mercatini di artigianato, vintage, riciclo creativo…

La novità più bella di quest’anno sono però le attività per i bambini. Tra le 17:30 e le 19, grazie alla partnership con la Ludoteca Smile Animation, verranno proposte delle attività per i bambini: bolle giganti, palloncini, pop-corn, zucchero filato, giochi a squadre…

Diciamo che da quando esiste il festival i bambini sono sempre stati presenti e partecipi, molto contenti di ascoltare la musica, ci sembrava il minimo dedicare delle attività e una fascia oraria solo per loro. Questo è stato possibile grazie alla Ludoteca che si è prestata ad organizzare questa attività.

Come associazione Club 33 Giri, in quali altre attività siete impegnati?

Noi siamo aperti da ottobre a maggio, più o meno, tutti gli anni, e le nostre attività sono molteplici. Il collettivo è sempre aperto alle proposte di tutti i soci. Negli anni abbiamo ospitato tantissimi concerti ma non solo, abbiamo ospitato presentazioni di libri, cineforum, corsi di fotografia, di disegno. Le attività sono veramente molteplici, quello che cerchiamo di fare è coinvolgere i nostri soci alle attività e allo stesso tempo di promuovere attività un po’ diverse da quelle solite che si possono trovare in giro. Proviamo ad offrire un’alternativa, sostanzialmente.

Ricordo più bello del festival?

Il ricordo più bello è probabilmente quello della terza edizione del 2014, forse quella che ci ha fatto fare il salto di qualità. È stato quando abbiamo ospitato gli Ex-Otago, lì, per la prima volta, abbiamo avuto la percezione di poter veramente riuscire a fare qualcosa sul territorio.

Ricordo più spiacevole?

I ricordi più spiacevoli sono legati all’ansia che chiaramente fa parte dell’organizzazione di eventi come questo. I giorni che precedono un festival sono fatti di controlli del meteo, oppure controlli su tutto: che tutto sia apposto, che tutti sappiano cosa fare…

Un aneddoto spiacevole ma allo stesso tempo divertente che posso raccontarti riguarda due anni fa. Praticamente, un giorno prima del festival, piovve a dirotto ma non solo: ci fu anche un vento fortissimo che spazzò via tutti i gazebo e tutti gli allestimenti. Fortunatamente, però, quell’edizione registrò il numero record di ingressi e partecipanti. Quindi quel ricordo spiacevole si è trasformato in un bellissimo ricordo perché il giorno dopo è andato tutto per il meglio.

Quali sono le maggiori difficoltà che si affrontano nell’organizzazione di un evento del genere?

Guarda, le difficoltà più grandi riguardano l’aspetto economico. Non avendo un finanziamento di nessun tipo e chissà che sponsor, le difficoltà sono appunto economiche. Facciamo quindi affidamento sulle nostre forze e sull’aiuto di piccoli sponsor che ogni anno ci rinnovano il loro affetto e il loro sostegno. Da parte nostra ci sono sempre tante bellissime idee difficili da realizzare per limiti oggettivi, sia economici che logistici.

Cosa ti aspetti e cosa ti auguri da quest’edizione dunque?

Mi auguro che le persone che sono venute l’anno scorso, alla nuova location che è l’arena Ferdinando II di San Nicola la Strada, ritornino con piacere perché abbiamo pensato tante cose nuove per rendere l’arena ancora più accogliente e ancora più bella. Quindi speriamo che innanzitutto i nostri affezionati e i nostri amici ritornino con piacere e con passione. Poi mi auguro che quello che abbiamo pensato possa piacere a tutti.

Per ulteriori informazioni visitare il sito del Club 33 Giri.

Fonte immagine: https://www.facebook.com/lamusicapuofarefestival/photos/gm.827458187612362/2084283245030669/?type=3&theater

A proposito di Angelo Baldini

Sono nato a Napoli nel 1996. Credo in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione, nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

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