A Pagani, una cittadina in provincia di Salerno, viene festeggiata la “Festa della Madonna delle Galline” un evento che ha luogo tutti gli anni nel periodo che va dal venerdi dell’ottava di Pasqua al lunedì successivo, quindi, di solito tra marzo ed aprile.
La festa, dove coesistono il sacro e il profano, viene organizzata dai Padri Carmelitani del Santuario della Madonna delle Galline e dall’Arciconfraternita della Madonna delle Galline. La festa si caratterizza per la presenza della “tammurriata”, musica e danza popolare della Campania (un sottogruppo della tarantella) che viene suonata e ballata dal venerdì in albis presso i “toselli” per tre giorni e tre notti fino al lunedì successivo, con la deposizione delle tammorre da parte dei devoti ai piedi della Madonna mentre cantano, senza voltare le spalle all’altare, la Madonna de la Grazia, un canto popolare tradizionale.
Dove ha origine la festa della Madonna delle Galline
Si racconta che in una chiesa di Tramonti – un’altra cittadina della provincia di Salerno – fosse custodita una tavola lignea raffigurante la Madonna del Carmine. Questa, di notte, apparve in sogno al sacrestano chiedendogli di far riparare la chiesa, altrimenti la Madonna sarebbe andata via. Il prete non diede peso al sogno. Un giorno, un forte temporale portò la tavola della Madonna a valle, fino al Comune di Pagani finché nel XVI secolo, nell’ottava di Pasqua, alcune galline, razzolando in un pollaio, riportarono alla luce la tavola lignea. Si racconta che il quadro avesse compiuto miracoli portando alla guarigione otto persone e ciò attirò molti devoti della Madonna, poi battezzata “Madonna delle Galline” al quale si decise di costruire una chiesa.
Come si svolge la festa della Madonna delle Galline
La festa inizia formalmente con l’apertura delle porte del Santuario, chiuse dal giorno di Pasqua per allestire il trono e preparare la statua della Santa Vergine, oscurata tutto l’anno e usata solo per la processione.
La domenica in albis inizia la processione della statua della Madonna del Carmine che viene trasportata su un carro e alla quale i fedeli offrono galline, papere, tacchini, pavoni, gallinelle e, anche dolci, “tortani” (pizze salate). La statua si trova a girare per le strade piena di volatili e cibarie. I fedeli lungo la strada creano dei “toselli” che sono edicole votive allestite con raso e merletti. Nei toselli più grandi, viene posta anche una statuetta della Vergine, allestiti pollai, banchetti e vengono suonate tammurriate. La Vergine, arrivata alla Basilica pontificia di Sant’Alfonso riceverà in dono dai Padri Redentoristi una coppia di galline e in cambio vengono date loro due colombe (rito dello scambio). Dopodiché la processione continua per sostare nella Piazza Corpo di Cristo, dove viene celebrata la messa solenne, presieduta dal vescovo. Al termine la Madonna torna al santuario e viene cantato a conclusione il Magnificat.
Piatti tipici della festa sono i tagliolini – che secondo tradizione devono macchiare la camicia del commensale, producendo il cosiddetto “schizzetto” – il ragù, il tortano, il casatiello e i carciofi arrostiti.
La Madonna delle Galline e la Tammurriata
La Tammurriata è l’elemento caratterizzante la festa della Madonna delle Galline. La tammurriata è una danza popolare campana che fa parte della famiglia della tarantella meridionale, e prevede un ballo in coppia dove prevale l’uso delle braccia, delle mani e del busto. I danzatori suonano le “castagnette”, uno strumento musicale simile alle nacchere che danno ritmo al ballo. La musica proviene prevalentemente dalla tammorra che è un grande tamburo a cornice con o senza sonagli di latta al quale spesso si accompagnano altri strumenti quali il “Sisco“, il “Putipù” o “Caccavella”, “Triccheballacche“, “Scetavajasse“, “Scacciapensieri“, “Flauto dolce”, “Doppio flauto a becco“. Esistono almeno tre stili di ballo su tamburo: Giuglianese, Vesuviano sarnese-sommese, Nocerino (è lo stile della tammurriata della festa della Madonna delle Galline), Pimontese e costiera amalfitana.