15 aprile 1874: la prima mostra Impressionista

15 aprile 1874

Il 15 aprile 1874 si è tenuta la prima esposizione di quelli che, successivamente, sarebbero passati alla storia come «Impressionisti». Artisti quali Èdouard Manet, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Camille Pissarro, Berthe Morisot, Paul Cézanne e tanti altri, si riunirono a Parigi per dare vita ad un evento di cui ad oggi si celebrano 150 anni.  

L’Impressionismo dal 15 aprile 1874 

L’Impressionismo è un movimento artistico francese sviluppatosi intorno agli anni ‘60 dell’800, quando un gruppo di giovani cominciò a sentire il bisogno di ritrarre ciò che vedeva, sentiva e pensava. Esso viene definito «l’inizio dell’avanguardia» perché i suoi fautori, invece di concentrarsi su soggetti mitologici, vite di grandi uomini, religione e i suoi derivati, oppure sulla perfezione della forma, ricercavano le emozioni.  
Gli impressionisti si posero l’obbiettivo di ottenere su tela «l’impressione» di una persona, un oggetto o un paesaggio e come esso apparisse in quel momento ai propri occhi.  

È per tali ragioni che gli impressionisti rifiutarono molto spesso corsi di pittura istituti dal governo francese, così come mostre ufficiali, in quanto in questo movimento si rivede l’abbandono di tutto ciò che riguarda la precisione e la meticolosità del passato. Tutte queste mosse predicevano l’emergere di un’intera branca dell’arte così come della filosofia dell’avanguardia. 

Il movimento deve il suo nome al critico francese Louis Leroy, il quale proprio il giorno della prima mostra Impressionista del 15 aprile 1874, criticò aspramente il dipinto di Claude Monet «Impressione, Levar del sole», in quanto egli e i suoi contemporanei venivano accusati, per l’appunto, di non dipingere nient’altro che mere impressioni. 
La reazione di questi ultimi fu il contrario di ciò che ci si aspettava: essi abbracciavano con orgoglio tale dicitura, anzi, si autoproclamavano «indipendenti» proprio per sottolineare il fine della società da loro formata nel 1884, la «Société des Artistes Indépendants», con cui si sancisce un distacco definitivo dalle convenzioni artistiche accademiche. 

La differenza cruciale di tale movimento artistico è che gli impressionisti usavano pennellate più sciolte e colori più chiari rispetto agli artisti propri del classicismo, sostenitori della purezza e della prospettiva bidimensionale. È stato proprio questo fattore che ha scaturito un rifiuto, almeno inizialmente, da parte della critica: i quadri apparivano incompiuti e il lavoro di persone che ad oggi sono considerate dei veri e propri geni dell’arte venivano definiti «amatoriali» e «non all’altezza 

La volontà di questi artisti consisteva nel raffigurare la realtà così com’era, di conseguenza non priva di imperfezioni, anzi; il mondo veniva rappresentato così come gli occhi e il corpo lo vivevano, quindi imperfetto.
La stessa natura era fugace nella sua rappresentazione, perché soggetta ai cambiamenti del tempo presente.
 

Gli impressionisti del 15 aprile 1874

Èdouard Manet dalle origini al 15 aprile 1874  

Èdouard Manet è stato il precursore dell’emergere dell’Impressionismo nel panorama artistico parigino. Egli riteneva fondamentale l’attenzione per i momenti effimeri della vita moderna: quadri come «Olympia» o «Colazione sull’erba», che mostrano il nudo femminile allo spettatore, diedero al nuovo gruppo lo slancio per rappresentare soggetti precedentemente considerati non degni d’arte. 

Claude Monet dalle origini al 15 aprile 1874 

Il quadro di Monet «Impressioni, Levar del Sole», citato precedentemente, è l’opera che ha dato vita al movimento impressionista in sé. Ciò che colpisce è che il soggetto non è né la città né i barcaioli che solcano l’acqua, bensì il colore: la tavolozza di blu, arancione e verde sono ampiamente rappresentati. Egli riprenderà spesso il contrasto con varie tinte in modo da raffigurare stesse scene ma in diversi momenti della giornata, per esempio delle rinomate «Ninfee» risultano più di 250 versioni.  

Pierre – Auguste Renoir dalle origini al 15 aprile 1874 

Perfetto parallelo con il soprannominato Monet, Renoir, amava utilizzare la luce naturale nei suoi dipinti, ad esempio «Moulin de la Galette», in cui è evidente l’attenzione ad un senso di amore per la vita, ravvisabile nel movimento delle coppie danzanti illuminate dalla luce che proviene dall’alto delle foglie e che crea macchie ovunque. La sensazione percepita è di vivacità e spensieratezza. 

Edgar Degas dalle origini al 15 aprile 1874 

Edgar Degas, nonostante fosse parte di tale movimento, non si rifiutò, al contrario della maggioranza di esso, di ritrarre la forma umana. I suoi dipinti più famosi, ad esempio «L’assenzio» o «Lezione di ballo» raffigurano, infatti, corpi statici nel primo caso e dinamici nel secondo, con una cura del dettaglio particolarmente spiccata rispetto ai suoi colleghi. 
Egli affermò «vi assicuro che nessuna arte è meno spontanea della mia», per cui il profondo legame con tale periodo artistico risale alla capacità che egli ha avuto di catturare la spontaneità delle giornate e soprattutto l’interesse per la vita quotidiana, che hanno per la prima volta dato rilievo agli aspetti umili della vita. 

Berthe Morisot dalle origini al 15 aprile 1874 

La passione per la pittura di Berthe Morisot fu coltivata in giovane età nonostante il mancato appoggio della famiglia. Ella sfidò tutte le convenzioni del tempo e ad oggi è ricordata come l’unica fondatrice donna del movimento Impressionista. 

Modella e musa di Èdouard Manet, svolgeva il suo lavoro attraverso un tocco romantico e delicato, che spesso evocava un senso di intimità e riservatezza dei soggetti rappresentati, com’è possibile notare in «La culla», in cui la sorella viene ritratta mentre osserva il suo bambino. 

Camille Pissarro dalle origini al 15 aprile 1874 

Camille Pissarro fu un membro che solo tardivamente decise di abbracciare il movimento Impressionista, nonostante esso cominciasse a ricevere più consensi rispetto al passato.  
Egli è stato tra i più prolifici degli impressionisti grazie alla sua capacità di consigliare i più giovani e guidarli nella crescita artistica. Pissarro, difatti, era il più anziano del gruppo.  
La sua produzione si indirizzò principalmente verso nature morte e paesaggi avvolti da un clima di generale serenità, in cui i soggetti principali furono vedute rurali con colori densi. 

Paul Cézanne dalle origini al 15 aprile 1874 

Paul Cézanne è possibile definirlo un pittore post-Impressionista, in quanto se nei primi tempi in esso era chiara un’influenza romantica, con espliciti riferimenti al mondo classico, successivamente i toni diventano più luminosi. Tuttavia, a differenza degli impressionisti, Cézanne non voleva rappresentare la sua idea di ciò che osservava, ma al contrario, la realtà immutabile.  
La sua pittura porrà le basi del cubismo, segnando drasticamente futuri artisti come Modigliani e Picasso.

Mary Cassatt  

Mary Cassatt era un’americana residente in Francia che entrò a far parte della cerchia impressionista soprattutto grazie all’amicizia col sopracitato Degas, che non solo la ritrasse più volte, ma le permise di entrare in contatto con il resto dei membri. Tale pittrice raffigurava principalmente scene di donne con i loro figli, com’è possibile notare in «Bimba su una poltrona blu» e «Il bagno del bambino». 

L’influenza dell’Impressionismo dal 15 aprile 1874 

L’Impressionismo viene definito «d’avanguardia» perché è stato il precursore di numerosi artisti dopo di lui.
Un esempio è Vincent Van Gogh, che dopo anni di turbamenti interiori e solitudine in Olanda, la sua città natale, si reca a Parigi e conosce per la prima volta tale movimento.
 
Tale contatto è stato essenziale per la sua carriera, in quanto il cambiamento è fin da subito radicale: la sua tavolozza, da densa e scura, passa ad essere vivace, con colori brillanti, e ciò è ravvisabile soprattutto durante il suo soggiorno in Provenza, nel sud della Francia. 

Qui i paesaggi e la luce hanno dato vita ad alcuni dei suoi quadri più importanti.  
Egli prese in affitto la «Yellow House» sperando di trasformarla in un ritrovo per i pittori; dipinse «Le Cafè de nuit» o «I girasoli» che sono il risultato della disperata ricerca di emozioni calde e impetuose, e riprese lo stile impressionista anche in quadri dal calibro di «Notte stellata sul Rodano» in cui, affermando come la notte sia più appassionante del giorno, l’attenzione si concentra sul contrasto tra luce e colori, che ricadono finemente sul fiume, striato dal giallo delle stelle. 

Nella mostra «Manet and the post-Impressionists» tenuta a Londra tra la fine del 1910 e l’inizio del 1911, Vincent Van Gogh è l’unico, con ben 25 opere, ad essere posto al fianco di artisti francesi come Cezanne e Gauguin. Quest’evento ha fissato il concetto di post-Impressionismo come movimento artistico.

La mostra Impressionista del 15 aprile 1874 

La prima esposizione ufficiale degli artisti parte del movimento Impressionista avviene il 15 aprile 1874 nello studio del fotografo Felix Nadar a Parigi.  
Il clima del periodo è quello di un dopoguerra che fa seguito a ben due conflitti: la Guerra franco-tedesca del 1870 e la guerra civile. Il clima di crisi, quindi, porta numerosi artisti alla necessità di vivere una ventata d’aria fresca, insita di cambiamento, che si vede anche nella scoperta della fotografia e della pittura resa più maneggevole grazie all’utilizzo di tubetti di colore e cavalletti più pratici. 

Questo nuovo gruppo, denominato «Societè anonyme des artistes, peintres, sculpteurs, graveurs», comincia così il suo percorso verso l’innovazione, concretizzata in paesaggi dai colori chiari, tocco leggero, quadri eseguiti all’aperto e scene della vita quotidiana, in nome di emozioni che è necessario vivere e non nascondere. 

Lo spazio di tale mostra, a cui parteciparono ben 31 artisti esclusi dal Salone ufficiale, – istituzione prestigiosa nel mondo dell’arte – era grande, vetrato e centrale sul «Boulevard des Capucines», a pochi passi dall’Opera. È così che furono presentati dipinti raffiguranti osterie, stazioni ferroviarie, paesaggi urbani e distese naturali.
È possibile affermare che il concetto di «
en plein air» è qui che ha conosciuto la sua massima espressione. 
L’impressionismo è un tipo di pittura che cattura le sensazioni, gli attimi e i contrasti tra di essi. 

È in questa sede che il 5 aprile 1874 passa alla storia e ad oggi ne viene festeggiato l’anniversario. Infatti, il Musée d’Orsay di Parigi dedicherà a tale giorno una grande mostra organizzata in collaborazione con il Musée de l’Orangerie e la National Gallery of Art di Washington: «Parigi 1874. L’istante Impressionista» prevede 130 opere visitabili dal 26 marzo al 14 luglio 2024, a partire dai lavori presentati nello studio del già menzionato pittore 150 anni prima.  
Essa proporrà a tutti i visitatori di percorrere insieme il percorso di artisti che solo apparentemente erano «destinati al fallimento», ma che invece ad oggi sono tra i più influenti del mondo. 

Fonte immagine articolo 15 aprile 1874: la prima mostra Impressionista: Wikipedia

A proposito di Marianna Piroddi

Classe 1998, nata e cresciuta a Napoli. Da sempre amante della scrittura, sento di aver vissuto in più mondi: dalla musica, all’arte, fino ad arrivare al cinema, alle serie tv e ai libri. Tutti estremamente importanti per la realizzazione della mia persona, senza la quale non avrei potuto viaggiare e vivere più vite simultaneamente. Da poco laureata magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università la Sapienza di Roma.

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