Il ristorante "Mesa" di Mario Strazzullo: percorsi di passione

Il ristorante "Mesa" di Mario Strazzullo: percorsi di passione

Mesa, “tavola” in catalano. Il senso della convivialità tipicamente suggerito dalla partecipazione a un lauto banchetto è insito nel termine, etimologicamente connesso a quel che nel dialetto napoletano è mesale, “tovaglia”. La veracità del nostro senso di appartenenza è riconosciuta dallo stare a tavola, dalle nostre preferenze in campo culinario, e perfino dall’apertura al nuovo. Lo chef Mario Strazzullo pone proprio la parola Mesa a campeggiare sulle tavole del suo caldo e accogliente ristorante sito a San Giorgio a Cremano.

Diplomato all’Istituto Alberghiero di Vico Equense, lo chef Strazzullo ha partecipato a eventi culinari di grande rinomanza, come quando nel 2006 ha lavorato con Antonino Cannavacciuolo nella splendida residenza di “Villa Crespi”, o quando ha conosciuto Alfonso Iaccarino nel suo “Don Alfonso 1890”. Il senso della squadra lo porta ancora oggi alla valorizzazione del suo team, composto attualmente anche da volti nuovi, giovani, che grazie al suo supporto possono smantellare la credenza fittizia che lo «sì, chef» televisivo ha inculcato nelle menti dei non addetti ai lavori. Mario Strazzullo afferma: «il percorso non è tutto riflettori, bisogna tornare indietro, farsi le ossa. Ristorazione e non solo luci della ribalta».

La propensione al sacrificio è palpabile nella cucina di “Mesa”, dove la cura per il prodotto non si accompagna alla sola attenzione a ingredienti genuini. L’obiettivo è quello di costituire una grande famiglia in questa città vesuviana, coinvolgendo tutti i più affidabili fornitori nel campo alimentare per creare un percorso di gusto completo ed efficace. L’atavica dimensione della comunità sta nello spolverare i libri di ricette del passato con le abilità dell’oggi. Non si cerca di stupire il visitatore con piatti complessi o pietanze considerate in. Si cercano piuttosto i metodi per tranquillizzarlo, per accoglierlo nel mondo del gusto. E così un piatto come l’inglese Fish&Chips è realizzato con patate dal sapore delicato e pesce azzurro nostrano.

“Mesa” di Mario Strazzullo, un ristorante dal multiforme ingegno

Mario Strazzullo fa appello a cibi non troppo ricchi, a quelli della nostra tradizione, evitando così di usurpare le pietanze del mondo esterno, il cui uso è spesso abusato, in una forma di ostentazione d’alta moda. Usurpare altri prodotti non trova ragion d’essere quando si riscopre ciò che si ha. Il ristorante “Mesa” vive sulle fondamenta misteriose di una probabile scuderia, con dei tratti che rendono l’ambiente, utilizzando le parole dello chef, una «trattoria elegante», dallo stile dunque composito, con colori caldi, legno, lampadari con illuminazione a vista e con richiami alla villa storica che probabilmente fu. La location complessivamente rustica è tinteggiata di moderno e classicheggiante, e si presta a una lettura esotica con le tipiche sedute arabeggianti con cuscini in tinte calde. L’ambiente esterno è una piccola oasi urbana piacevolmente ben curata. La sala interna apre al visitatore la visuale sulla cucina, ben esposti i cuochi in uno spasmodico e attento lavoro, con quel valore aggiunto di un sorriso familiare e premuroso.

L’approccio positivo dello chef Mario Strazzullo lo ha portato ad amare la cucina in toto, con una tensione per i piatti di mare, specialità di “Mesa”, per quanto ulteriore sua prerogativa sia quella della riscoperta della terra, soprattutto nei suoi tagli considerati meno nobili. Lo chef ama dunque mettersi alla prova con piatti ambiziosi come le sue Linguine di Napoli, che vedono distese su un letto di salsa di tarallo al finocchietto linguine con cozze fresche e pomodorini del Piennolo, per poi presentare la sua idea di Genovese, dal sapore delicato, meno carico, coerentemente alla sua percezione di piatto genuino e non ridondante.

Lo accompagna in questo progetto, l’azienda casertana “Telaro”, produttrice di vini ottenuti artigianalmente, nel nome della stessa tradizione di Mario Strazzullo. Per il vino bianco, protagonista indiscussa la Falanghina spumantizzata. Dal tratto originale, è la Femmena, frutto di una vendemmia tardiva di fine ottobre che rende la struttura imponente naturale della Falanghina accattivante e beverina che si sposa perfettamente con il piatto delle Linguine di Mario. A questo prodotto di gusto si sono aggiunte Mala Femmena e Bella Femmena. Lo chef Mario Strazzullo gode anche per la riuscita dei piatti del suo “Mesa” con la collaborazione di Giolì, azienda agricola di prodotti tipici come i pomodori del Piennolo del Vesuvio, e dell’azienda di liquori di San Giorgio a Cremano Alma De Lux. I due si sposano nel liquore Piennolo, un tripudio di sapori che a un sol sorso si palesano gradualmente, fino a esplodere in un retrogusto piccante.

A “Mesa” lo chef Strazzullo ha perseguito il suo proposito di intessere relazioni con le pietanze e con i visitatori, accogliendoli in una dimensione tradizionale che non dimentica mai quanto sia necessaria l’innovazione, che solo un estro creativo come il suo sarebbe in grado di realizzare. Dall’entrée fino al dolce, i sapori delicati decorrono il palato, mostrando come duro lavoro, sacrificio e dedizione siano la chiave di una ricetta trionfale.

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A proposito di Carolina Borrelli

Carolina Borrelli (1996) è iscritta al corso di dottorato in Filologia romanza presso l'Università di Siena. Il suo motto, «Χαλεπὰ τὰ καλά» (le cose belle sono difficili), la incoraggia ogni giorno a dare il meglio di sé, per quanto sappia di essere solo all’inizio di una grande avventura.

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