L’Orchestra Filarmonica di Benevento (OFB) colleziona un altro successo per la stagione concertistica 2017. L’OFB si è resa protagonista lunedì 24 aprile, alle ore 21.00, presso l’Auditorium “Eduardo De Filippo” di Montesarchio, dell’ esibizione intitolata “D’una lucida follia”, sotto la direzione del Maestro Bruno Aprea, famoso musicista di origine napoletana.La serata ha visto in programma la Sinfonia n.3, D. 200 in Re maggiore di F. Schubert e la Sinfonia n.2, op. 36 in Re maggiore di L. van Beethoven.
La Sinfonia n. 3 in re maggiore D 200 fu composta da Franz Schubert tra il 24 maggio e il 19 luglio 1815, pochi mesi dopo il suo diciottesimo compleanno. La prima esecuzione avvenne il 19 febbraio 1881 a Londra, anche se è probabile che essa fu eseguita privatamente nel corso delle Schubertiadi, incontri di amici musicisti intorno al compositore, e fu pubblicata nell’anno 1884. La lunghezza di questa sinfonia è di circa 21-23 minuti ma, pur essendo di tutte le opere schubertiane la più concentrata, dato che venne scritta in appena nove giorni perché il musicista lavorava contemporaneamente ad altre opere, è in quattro movimenti: 1. Adagio maestoso – Allegro con brio, 2. Allegretto in sol maggiore, 3. Vivace, 4. Presto vivace, e cattura in maniera incisiva l’attenzione dell’ascoltatore per tutta la sua durata, soprattutto grazie alla sua architettura vivace, spensierata, pulita, con un ritmo che spesso sembra richiamare la danza.
La Sinfonia n. 2 in re maggiore Op. 36 di Ludwig van Beethoven, composta fra il 1800 e 1802, fu eseguita il 5 aprile 1803 al Theater an der Wein di Vienna, diretta dal compositore e ha una durata di 37 minuti. Sono gli anni della scoperta della malattia che porterà il musicista alla sordità; ecco quindi come i contrasti, ritmici, melodici e metrici, sono indice della romantica “souffrance” dell’autore.
Anche questa sinfonia è in quattro movimenti: 1.Adagio molto – Allegro con brio, 2. Larghetto in A maggiore, 3. Allegro-Trio, 4. Allegro molto, e proprio nel primo e nell’ultimo movimento Beethoven esprime maggiormente queste “cupe tensioni”, in particolare negli allegri, mentre nel resto della composizione, fluida e scorrevole, secondo il compositore francese Berlioz, “gli effetti più belli si succedono senza confusione e sempre in una maniera inaspettata”.
“Dimentica la cera e le piume e costruisci ali più solide”: slogan dell’OFB
Ricordiamo che L’OFB nasce nel 2014 su iniziativa di talentuosi musicisti sanniti e che si colloca come organo dell’Associazione “I Filarmonici di Benevento”, che consta 83 iscritti tra associati e collaboratori e ha come Presidente l’Ing. Pasquale Narciso e come Presidente Onorario Mons. Pasquale Maria Mainolfi.
Il direttore artistico dell’orchestra è il Maestro Francesco Ivan Ciampa, musicista di fama internazionale che ha da sempre promosso le attività dell’Ofb e sotto la cui direzione essa ha esordito nel 2015 presso il Teatro Massimo di Benevento. Bruno Aprea, direttore artistico della serata, inizia lo studio del pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma e esordisce come pianista, per poi debuttare come direttore d’orchestra nel 1970,carriera che lo porterà ad esibirsi in Europa, Stati Uniti, Sud America e Sudafrica, vincendo nel 1977 il premio Kusevickij negli Stati Uniti. È stato direttore artistico e stabile della Palm Beach Opera dal 2005 al 2012. La sua attività lo vede protagonista sia nel campo sinfonico che in quello dell’opera lirica.
“Dimentica la cera e le piume e costruisci ali più solide”, frase di Kubrick eletta a slogan della stagione concertistica dell’OFB, ritorna anche stavolta con una proposta concertistica che vede, nell’intreccio di due spettacolari melodie nate agli albori del XIX secolo, un omaggio a quel sinfonismo che si farà inno alla vita, alla bellezza, alla “lucida follia” che permette il superamento di sé per raggiungere l’infinito. Anche stavolta l’OFB è riuscita nel suo intento di celebrazione della musica e dell’Arte, rendendo i 40 interpreti coinvolti nella manifestazione, di un’età media di 25 anni soltanto, tanti Icaro ancora in volo, alla conquista dell’Assoluto.