Taddrarite di Luana Rondinelli al Napoli Teatro Festival

Luana Rondinelli

“Taddrarite” di Luana Rondinelli, spettacolo vincitore del Premio Afrodite, è andato in scena al Napoli Teatro Festival 2020 il 7 luglio.

Magistralmente scritto e diretto da Luana Rondinelli “Taddrarite” (Pipistelli) racconta di tre sorelle siciliane: Maria (Giovanna Mangiù), Rosa (Silvia Bello) e Franca (Luana Rondinelli) che, come da antica tradizione e vestite di nero, rendono omaggio al defunto marito di Maria (la più giovane delle tre) nell’ultima notte prima della sepoltura. Davanti alla bara del marito di Maria le tre sorelle trasformano il classico momento di veglia e preghiera in una occasione per confessare quanto la loro vita coniugale sia stata difficile e dura. Maria, Rosa e Franca hanno infatti sposato uomini violenti e lavativi e sono diventate madri di tre belle bambine e per amore delle figlie hanno taciuto all’esterno sulle percosse fisiche e sulla violenze psicologiche subite. Le tre sorelle sono diverse tra loro, ma oggi si ritrovano unite dal desiderio di lasciarsi alle spalle un passato di dolore e violenza. Le tre protagoniste trovano il coraggio di parlare, attraverso l’ironia, una sorta di “umorismo nero”. Maria, la più giovane, sogna una vita diversa, Franca ha avuto la forza di divorziare e si è risposata desiderando la bella vita, Rosa è invece la più riflessiva e posata. Sul palco le tre donne raccontano quindi, tra una preghiera ed un occhio al vicinato, le loro esperienze e la loro solitudine. L’amore le ha solo illuse, hanno avuto sofferenza, sottomissione e la gioia di tre figlie femmine, mentre dai loro uomini solo delusione, percosse e pochezza di sentimenti. Loro, però, non si sono rassegnate e la notte della veglia funebre è l’occasione per ricominciare una nuova vita, come donne e madri. Passata la lunga notte l’anima del defunto, secondo tradizione, ha finalmente lasciato la casa e adesso le tre sorelle non dovranno più nascondersi avendo ritrovato la voglia di reagire e combattere. L’anima di Carmelo, il marito di Rosa, è già andata via, adesso bisogna sbarrare porte e finestre per evitare che possa tornargli in mente di rientrare.

Luana Rondinelli: una storia di riscatto nel profondo Sud

La pièce, in circa 50 minuti, ci parla di una Sicilia divisa e combattuta tra tradizione e modernità dove la donna siciliana, cuore della famiglia, spesso diventa luogo e persona dove far confluire tutte le problematiche, le frustrazioni del marito. La regia di Luana Rondinelli è semplice, scorrevole ed essenziale, l’interpretazione delle tre protagoniste è asciutta e vera, regalando al pubblico intensità ed emozioni, grazie anche alla passionalità e la musicalità del dialetto siciliano, raffigurando – in modo crudo, reale e con l’ironia sicula – la problematica della violenza sulle donne nell’universo siciliano attuale.

Lo spettacolo non ha cedimenti ed anzi mantiene un crescente ritmo, coinvolgendo il pubblico che, alla fine, tributa calorosi applausi alle tre protagoniste. Una drammaturgia, un testo, quello di Luana Rondinelli, che restituisce la luce, la verità a tre donne, che oscura e sconfigge il silenzio e l’omertà e che – attraverso l’arma della leggerezza e dell’ironia – ridicolizza la morte e rende meno pesanti le aspre e tortuose strade della vita. Una notte per svelare ciò che non era mai stato detto. Tre donne, tre sorelle segnate in Sicilia dalla vita, ma pronte a ricominciare, raccontando, finalmente, il loro segreto, la loro muta sofferenza. Squarciando il silenzio, illuminandosi, dandosi forza ed uscendo dal buio, come le “taddrarite”, i pipistrelli, che vivono al buio perché hanno paura della luce e della verità.

La pièce di Luana Rondinelli è una storia tragico-amara di umiliazioni e offese declinate al femminile, in una Sicilia di ieri e di oggi, sempre uguale culturalmente. Un lavoro estremamente scorrevole e molto diretto, che intriga lo spettatore, soffermandosi su un tema più che mai attuale, ovvero il peso delle bugie e dell’indifferenza sulle donne che subiscono violenza domestica. Le tre protagoniste, che si muovono, si agitano, si raccontano, con determinazione – su uno spazio scenico occupato solo da tre sedie e da una bara – mettono al centro la donna con le sue aspirazioni, le sue delusioni, le angherie che subisce soprattutto tra le mura domestiche da parte di un marito mai dolce e premuroso, ma sempre autoritario, dominante e violento.

Il velo del silenzio, del pudore, delle bugie viene squarciato da un vortice di confessioni e dall’esplosione di emozioni, in un chiacchiericcio di musicalità e pungente ironia le donne vengono trascinate in un’atmosfera surreale. Grottesca e ilare è la visione drammatica della vita di queste donne, si ride e si sorride, e si ha il coraggio di affrontare con sarcasmo le violenze che non avevano mai osato confessare. Passata la lunga notte, l’anima del defunto, secondo tradizione, ha finalmente lasciato la casa. Il nuovo silenzio che avvolge le tre sorelle è ora intessuto di forza, di voglia di reagire e combattere perché ogni donna non dovrà nascondersi e nascondere più.

“Taddrarite” ha ricevuto il Premio Roma Fringe Festival 2014 per la migliore drammaturgia, la migliore attrice e il miglior spettacolo.

Una storia “focosa”, crudele, come la mia terra. Ha dichiarato l’autrice e regista Luana Rondinelli, che ha poi aggiunto, riguardo la prospettiva scelta per le protagoniste. Una storia vera di donne succubi, schiave, “sciroccate”, prese alla gola dalla morsa del destino che le accomuna, dai segreti stretti in grembo, dalle lingue morse pur di non parlare ed evitare la vergogna per rendersi coraggiose e sopportare le violenze subite dai mariti. Ho scelto la via dell’istinto, dell’ironia, dei sorrisi amari pur di non farle cadere sconfitte; la via delle parole sussurrate, senza prepotenza e con l’ingenuità e la tristezza che mi accomuna alla vita di “sti fimmine”.

 

Foto: Napoli Teatro Festival

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