Il profumo dei ricordi. Inebriante, come lo iodio del mare. Dolce, come l’essenza dei fiori in germoglio a primavera. Vellutato, come le stoffe pregiate di un sultano. Prezioso, come le gemme dei tesori reali. Gustoso, come le fragole assaporate col cioccolato nella ridente stagione. Caldo, come il vento tiepido del deserto nelle notti d’Oriente. Sensuale, come un corpo suadente che danza al ritmo della passione. Tenero, come una carezza elargita con profondo affetto. Erotico, come un bacio che sa di manna e fiele. Avvolgente, come una melodia suonata davanti ad un falò o semplicemente nella testa. Nostalgico, come la saudade che bagna un cuore in trepidante attesa e speranza. Immenso, come l’amore intriso di stelle, universi, musica, occhi, mani e zucchero filato.
Tutto questo è il profumo dei ricordi. E molto altro. Ancora altro. Sì. Perché i profumi, gli odori hanno l’inedita capacità di connetterci ai ricordi, e di legarli all’anima in maniera indissolubile. E basta davvero poco per creare questo piccolo grandioso miracolo, che nello scorrere della vita ha il potere di mutare il nostro umore repentinamente, positivamente o negativamente che sia. Ne basta una piccolissima dose. Una manciata di ml per trasportarci indietro nel tempo e nello spazio, per rivivere pezzi di esistenza che hanno segnato sorrisi, batticuore o lacrime e dolore.
Il profumo dei ricordi
Il profumo dei ricordi ci connette ai legami, a quelli bramati, vissuti o lasciati dietro per via di distopiche e capricciose correnti del destino, ci sbatte al muro, per costringerci a confrontarci con i sentimenti, da cui spesso per viltà prendiamo le distanze. Il profumo dei ricordi ci rimanda alle cose che sanno di buono, di genuino, a quelle che ci fanno star bene e che ci accarezzano l’anima, quando noi non siamo più in grado di farlo, quando ci dimentichiamo di rispettarci e di amarci sul serio, ha il potere di riaprire ferite mai sanate, ma anche richiuderle un millimetro in più verso la guarigione e la libertà. Il profumo dei ricordi è come una lunga treccia, quella di Raperonzolo, sciolta per tendere aiuto all’io impaurito, immobile e anestetizzato dall’accettazione perenne di tutto quanto lo avvelena quotidianamente, a piccole dosi, con microtraumi che attentano poco per volta la sua luce interiore; può dare una scossa all’anima e alla mente dunque. Ma può al contempo inibire e paralizzare i sensi e la capacità di raziocinio. Può salvare, ma costituire altresì un pericolo se non ci si appella al coraggio che alberga nel profondo, lasciato spesso nella vita lì ad invecchiare e marcire, come un vecchio pieno di rimpianti.
Ti siedi lì, sul bagnasciuga, e il profumo della brezza marina, unito ai colori di un tramonto ogni volta inedito, evoca alla mente scene di vita dal trascorso dolceamaro o sogni futuri legati a quei ricordi, che il cuore, sebbene strattonato, non intende mollare o chiudere nel cassetto dell’oblio. Resti seduto lì. Il corpo è immobile, ma dentro anima e pensieri scalpitano forte per scrollare quell’io bambino terrorizzato dalle scelte o dal peso che queste possono trascinare dietro. Così resti lì, e persino la musica suonata da un sax in lontananza riecheggia nella testa evocando il profumo di quel ricordo mai sbiadito, anzi, ora più vivo che mai.
Apri il baule nella tua stanza da letto, e il profumo di rose che fuoriesce esala ricordi di pareti, ambienti e balconi così familiari al cuore. Ti capita di tenere in braccio un neonato, e quel profumo di buono, di genuino evoca gli odori di un amore che a suo tempo ha nutrito il cuore, fino alla pelle, fino agli occhi, fino alle narici, che ancora oggi son solerti a riconoscere in ogni dove.
Stai leggendo un nuovo libro, e quel profumo inebriante di carta stampata e parole fluisce così magicamente raggiungendo il centro del cuore, arrivando direttamente alla mente, evocando ricordi di discussioni, conversazioni e dibattiti su quel film visto ed amato, su testi impegnati e su quella musica particolare in grado di unire due cuori lontani. E così per ogni oggetto sfiorato, per ogni situazione vissuta, per ogni sapore che, scivolando sulla lingua, è in grado di evocare, persino insieme alla vista, determinati profumi, il profumo dei ricordi. Un passante ti sfiora distrattamente, e il profumo che emana lo riconosci subito, perché è tatuato nell’anima. Ed è nostalgia, sorriso abbozzato e tristezza. Qualcuno accende una sigaretta, e quell’odore che detesti ti riporta al profumo di labbra e pelle un tempo amate, assaporate, vissute.
Cucini, e quel tripudio di odori evoca alla mente, sollecitando le papille gustative, quei teneri e familiari momenti di condivisione in pezzi di giornate che inglobavano tutto, dalla novità alla normalità, dalla passione alla conoscenza reciproca. Ti capita di ascoltare quel brano, che ha segnato in qualche modo una parte importante di vita. E quelle note riescono a farti percepire, insieme al ricordo lontano, il profumo di corde sfiorate con maestria, di tasti bianchi e neri che suadenti scivolano sotto i polpastrelli, evocando il suono, il sapore e il profumo di amori ormai sbiaditi dal tempo e dai rancori. O forse no!
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