8 marzo: Ricordare l’omaggio e omaggiare il ricordo

8 marzo

8 marzoNell’antica Roma vigeva un’idea di superiorità maschile rispetto alla donna. Basti pensare che al momento del matrimonio, pattuito dai genitori dei futuri coniugi o dal padre della fanciulla e dal suo futuro genero, la novella sposa passava dalla proprietà del padre a quella del marito ed era costretta alla sottomissione di quest’ultimo. Bisogna pensare, tuttavia. all’ideologia, all’approccio di un romano nei confronti non solo della donna ma anche dell’uomo: a causa dell’asperità della vita quotidiana, egli era educato a sottomettere il suo prossimo che era ritenuto di rango inferiore, maschio o femmina, che fosse. Questa visione era comunemente “accettata” proprio perché era questa la mentalità dell’epoca. Nel corso dei secoli, le cose sono lentamente cambiate e, giunti ai giorni nostri, quella lontana visione maschilista della società sembra essere superata. L’Italia nel 1948 è divenuta una Repubblica Democratica, ove dovrebbe esistere, tra uomo e donna, la parità di diritti e la libertà di espressione; ma allora perché esistono ancora disparità tra persone di sesso maschile e persone di sesso femminile e le donne non sono libere, ancora oggi, di esprimersi? Perché una donna deve avere paura di passeggiare da sola per strada? Perché una donna se decide di indossare, per sua delicata vanità, abiti che ne risaltino le belle forme deve essere tacciata di facilità di costumi? Perché una donna sposata deve sottostare alle decisioni del coniuge? Perché una donna guadagna, in alcune mansioni, meno rispetto un uomo che svolge il suo stesso lavoro? Perché una donna che lavora, e che è in attesa del frutto del suo amore, condizione femminile di massimo splendore, deve rischiare di perdere il lavoro? Non solo le violenze fisiche sono stupri, che spesso la legge sembra prendere sotto gamba, ma anche le violenze verbali e le pressioni psicologiche sono assolutamente da condannare. Ai nostri giorni i media lanciano, in maggior misura rispetto a quelli che inneggiano al rispetto del prossimo, messaggi che stravolgono il buon costume e che sembrano fare il lavaggio del cervello alle ragazzine, ed allo stesso modo ai ragazzini, che, per la loro giovane età, non sanno cosa è giusto o sbagliato e che a causa di una visione distorta della società credono sia la normalità svendere la propria dignità credendo ridicola la pudicizia. La causa di ciò è, inoltre, imputabile anche a uomini e donne immaturi nonostante l’età adulta i quali, da genitori, poi, non educano secondo princìpi morali i loro figli e, inevitabilmente, le future generazioni che saranno figlie di tale ignoranza.

Non sono contrario, per esempio, ad una pubblicità ove una bella donna sponsorizza un prodotto mostrando velatamente le sue forme ma credo che distorce il pensiero comune unicamente l’esasperazione grottesca di questi modelli femminili. Messa quindi a confronto la società romana e quella italiana, sotto questo punto di vista, credo sia più coerente la prima che, nonostante sia una società deliberatamente maschilista, non si trincera dietro una non rispettata idea di Democrazia.

L’8 marzo è la “Giornata Internazionale della Donna” comunemente detta “Festa della Donna che non ha il carattere gioioso proprio delle feste in quanto si ricordano principalmente le graduali vittorie sociali e politiche ottenute, l’abbattimento di tutte quelle ideologie stupidamente sessiste ed anche le innumerevoli discriminazioni e violenze di cui, purtroppo, ancora oggi sono fatte oggetto. Nonostante ciò i media hanno sotterrato anni di lotte sociali sotto una sudicia coltre di bieche iniziative commerciali che hanno portato a dimenticare il vero significato di questa celebrazione. Non mancherò di offrire, in segno di rispetto e galanteria, una mimosa ma ciò di cui una donna avrebbe bisogno veramente, sin dai tempi romani, è la tangibile e quotidiana protezione della propria dignità.

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A proposito di Salvatore Di Marzo

Salvatore Di Marzo, laureato con lode alla Federico II di Napoli, è docente di Lettere presso la scuola secondaria. Ha collaborato con la rivista on-line Grado zero (2015-2016) ed è stato redattore presso Teatro.it (2016-2018). Coautore, insieme con Roberta Attanasio, di due sillogi poetiche ("Euritmie", 2015; "I mirti ai lauri sparsi", 2017), alcune poesie sono pubblicate su siti e riviste, tradotte in bielorusso, ucraino e russo. Ha pubblicato saggi e recensioni letterarie presso riviste accademiche e alcuni interventi in cataloghi di mostre. Per Eroica Fenice scrive di arte, di musica, di eventi e riflessioni di vario genere.

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