La caccia alle streghe in Europa ricevette un impulso decisivo il 5 dicembre 1484, quando Papa Innocenzo VIII promulgò la bolla papale Summis desiderantes affectibus. Questo documento ordinava di inquisire le persone sospettate di stregoneria, autorizzando di fatto l’uso della tortura per estorcere confessioni e scatenando secoli di persecuzioni che portarono alla morte migliaia di innocenti, in prevalenza donne.
Indice dei contenuti
La bolla ‘summis desiderantes affectibus’: l’inizio formale della persecuzione
La bolla Summis desiderantes affectibus (Desiderando con supremo ardore) rappresentò il documento che legittimò e intensificò la persecuzione. Sebbene la Chiesa avesse già autorizzato l’uso della tortura contro gli eretici nel 1252 con Papa Innocenzo IV, e avesse equiparato la stregoneria all’eresia nel 1326, questo nuovo editto fornì agli inquisitori un mandato specifico e un potere senza precedenti. Un passo estratto dalla bolla recita: “è recentemente giunto alle nostre orecchie che in alcune regioni dell’alta Germania, molte persone di entrambi i sessi, rinnegando la fede cattolica, si sono abbandonate a demoni maschi e femmine, e che, a causa dei loro incantesimi […] hanno causato la rovina propria, della loro prole, degli animali e dei prodotti della terra“. Il documento fu la risposta a un contesto di grande instabilità sociale, dove carestie ed epidemie spingevano le popolazioni a cercare un capro espiatorio.
| Documento chiave | Funzione e impatto |
|---|---|
| Bolla “ad extirpanda” (1252) | Autorizzava l’uso della tortura per estorcere confessioni agli eretici. |
| Bolla “summis desiderantes affectibus” (1484) | Legittimava formalmente la caccia alle streghe, nominando inquisitori specifici. |
| Malleus maleficarum (1487) | Forniva la base ideologica e le procedure per identificare, processare e condannare le streghe. |
Il malleus maleficarum: il manuale per riconoscere e processare le streghe
La bolla papale nominò come inquisitori i domenicani tedeschi Heinrich Kramer e Jacob Sprenger. Furono loro a redigere, pochi anni dopo, il più infame manuale sulla stregoneria: il Malleus Maleficarum (Il Martello delle Streghe). Questo trattato, come analizzato anche dall’enciclopedia Treccani, divenne il prontuario del perfetto inquisitore, descrivendo nel dettaglio come riconoscere una strega, quali torture utilizzare e come condurre i processi. Le accuse erano quasi impossibili da confutare: “Uccidono il bambino nel ventre della madre, così come i feti delle mandrie e dei greggi, tolgono la fertilità ai campi; […] stregano gli uomini, le donne, animali da tiro, mandrie, greggi e animali domestici“. Questo testo divenne un bestseller dell’epoca grazie all’invenzione della stampa e codificò una profonda misoginia, associando la donna alla lussuria, alla debolezza e a una predisposizione naturale al male.
Le conseguenze sociali: la demonizzazione della donna e il controllo patriarcale
La combinazione tra la bolla papale e il Malleus Maleficarum diede origine a quasi tre secoli di terrore. Sebbene le stime esatte siano complesse, gli storici, come riportato da diverse fonti accademiche tra cui l’Università di Bologna, concordano su un numero di processi che si aggira intorno ai 100.000, con circa 40.000-50.000 esecuzioni, la stragrande maggioranza mediante il rogo. La caccia alle streghe fu uno strumento fondamentale per la costruzione del sistema patriarcale moderno. Con la creazione del mito della stregoneria, avvenne una demonizzazione su larga scala della figura femminile, specialmente di quelle donne che non si conformavano al modello puritano di moglie e madre (guaritrici, vedove, levatrici). All’interno di questa gerarchia sociale a stampo maschile, la donna venne schiacciata da un meccanismo che la ridusse a puro strumento di riproduzione, l’unico scopo che le veniva socialmente riconosciuto. La superstizione divenne il cancro di una società che mortificò il corpo e l’indipendenza della donna per secoli.
Fonte immagine di copertina: qui.
Articolo aggiornato il: 10/10/2025

