Amatrice: 8 anni dal terremoto

Sono passati 8 anni dal terremoto che ha raso al suolo Amatrice, uno dei borghi più belli del centro Italia.


24 agosto 2016 3:36, magnitudo 6 della scala Richter, la terra trema ad Amatrice, paese in provincia di Rieti, nell’Appennino centrale. Saranno 299 le vittime: 237 ad Amatrice, 51 ad Arquata e 11 ad Accumoli. Gli sfollati 41mila, 340mila gli edifici danneggiati.
Sono passati 8 anni dal terremoto del Centro Italia che, il 24 agosto 2016, distrusse Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e altri borghi tra Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche.

Parliamo con un’operatrice delle forze di polizia tra i primi a prestare soccorso all’alba del tragico evento.

Cosa ricorda di quella tragica notte e quali sono state le prime impressioni all’arrivo sul luogo?

Premetto che sono nata ad Amatrice e cresciuta in un comune limitrofo, anch’esso danneggiato, ma non in maniera grave dal terremoto. Lì conservo dei bellissimi ricordi d’infanzia e parlare di quei momenti mi fa commuovere ancora oggi.

Alle 3:36 sono stata svegliata dalla scossa, percepita anche a Rieti (circa 70 km di distanza), dove mi trovavo, sono seguite le chiamate dei colleghi. L’allora sindaco Sergio Pirozzi chiedeva disperatamente aiuto, rendendosi conto che c’erano stati molti crolli e ingenti perdite di vite umane. Solo nel momento in cui sono arrivata al paese mi sono resa conto della gravità della situazione, quando ho visto il primo edificio gravemente danneggiato: l’ospedale civile. Continuando nella strada principale mi sono vista davanti uno scenario apocalittico. Una scena surreale, la maggior parte degli edifici erano crollati. Si udivano le urla delle persone ancora imprigionate sotto le macerie, persone smarrite che cercavano i propri cari.

Erano già all’opera molti soccorritori, estraevano persone ferite e altre ormai prive di vita.

C’è un episodio in particolare che vuole condividere con noi?

Un ricordo che porterò con me per sempre. Il ritrovamento e salvataggio di una giovane donna incastrata sotto le macerie, a pochi metri di distanza c’era però il figlioletto esanime, dormiva al piano inferiore. È stato davvero straziante.

Ad oggi e in questi anni cosa è stato fatto dopo il terremoto che ha colpito Amatrice?

Le macerie sono state portate via. Parte delle abitazioni ricostruite, anche se molti residenti hanno preferito andarsene per riversasi nelle città. C’è da dire che Amatrice, essendo un paese di montagna (955 m s.l.m.), già dagli anni 60 stava subendo il fenomeno dello spopolamento. Molti avevano qui una seconda casa in cui passare l’estate; nel periodo estivo il paese si riempiva di persone che cercavano di fuggire dall’afa metropolitana e proprio l’ultima settimana di agosto si svolgeva qui la sagra dell’amatriciana – il terremoto è avvenuto il 24 agosto.

Altri, tra cui ragazzi molto giovani, con grande coraggio e non senza difficoltà e non senza disagio hanno scelto di rimanere. Ci sono molte iniziative per promuovere i prodotti tipici del luogo (ricordiamo che l’amatriciana, uno dei piatti più simbolici della cultura gastronomica italiana, nasce proprio qui).

Alcune aziende, incentrate soprattutto sull’attività agricola, stanno cercando di portare avanti iniziative per rivalutare questo territorio, seppur con molta fatica.

Questa zona è molto bella anche dal punto di vista naturalistico, in quanto fa parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, terzo più grande parco italiano che occupa una vasta zona di territorio divisa tra Abruzzo, Lazio e Marche.

Ciononostante la macchina burocratica va avanti molto lentamente, soprattutto per quanto riguarda la ricostruzione delle infrastrutture, in seguito al terremoto ci furono numerosi danni a ponti e strade di collegamento.

Ad oggi la maggior parte della popolazione residente vive ancora nelle SAE – Soluzioni abitative in emergenza – le abitazioni provvisorie antisismiche prefabbricate per ospitare gli abitanti fino alla conclusione della ricostruzione.

Il 1° marzo, dopo 8 anni dal terremoto, ad Amatrice sono iniziati i lavori per la ricostruzione di Palazzo D’Antoni, nel centro storico del paese, per lungo tempo sotto sequestro dalle autorità giudiziarie.

Grazie al dissequestro si potrà finalmente procedere con i lavori anche in altre zone del centro storico.

«Con la rimozione di queste macerie, che dovrebbe concludersi nel giro di pochi giorni, consentiremo la partenza del super cantiere, un ambizioso progetto portato avanti dal lavoro sinergico tra il comune di Amatrice e il commissario straordinario al Sisma 2016, che permetterà la contemporanea cantierizzazione di diversi interventi di ricostruzione pubblica e privata». Ha dichiarato Manuela Rinaldi, assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio

Cosa si augura per il futuro di Amatrice dopo il terremoto?

Ad oggi molto è stato fatto, tuttavia la strada verso una ripresa completa richiede ancora tempo e moltissimo resta ancora da fare. Mi auguro che l’attenzione resti viva su questo paese devastato dal terremoto e continui ad esserci un sostegno da parte di tutti i settori della società.

Non dimenticheremo mai i volti di chi, nel giro di pochi minuti, ha perso casa, lavoro, ricordi personali, persone care. Possiamo solo augurarci che questo bellissimo paese riparta e rifiorisca e prendere esempio dalla tenacia di chi ha scelto di restate tra queste montagne.

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Fonte immagini per l’articolo “Amatrice: 8 anni dal terremoto”: Wikimedia Commons

A proposito di Irene Tavani

Mi chiamo Irene, studio arabo ed ebraico all’Orientale di Napoli. Amo la fotografia, la pasta al forno e i vecchi film in bianco e nero.

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