Angela Iacobucci presenta “Quella garibaldina della sua trisavola”

Angela Iacobucci presenta “Quella garibaldina della sua trisavola”

Angela Iacobucci presenta “Quella garibaldina della sua trisavola”Angela Iacobucci ha presentato al pubblico la sua ultima opera, Quella garibaldina della mia trisavola (2000diciassette edizioni), un tuffo nel controverso periodo del Risorgimento, di cui si conosce ancora ben poco.

L’evento, inserito nella III Edizione  della collettiva d’Arte Sinergie diretta da Antonella Botticelli, si è tenuto martedì 20 giugno 2017, alle 17.00, nella Sala Consiliare della Rocca dei Rettori.

Un racconto di passioni

La presentazione si apre con Elide Apice a far da moderatrice, che ci spiega come i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia nel 2011 siano stati per la Iacobucci l’occasione per accorgersi di una curiosa riproposizione di nomi e cognomi della sua famiglia nelle cronache dell’epoca e siano dunque stati il motore per una serie di ricerche che hanno portato alla realizzazione del volume pubblicato. La giornalista evidenzia quanto questo libro sia in realtà una “narrazione di passioni”, perché passione è quella espressa dalla Iacobucci nella sua inchiesta storica ma è anche quella che ha animato personaggi di un’epoca lontana a cui la penna dell’autrice ha dato voce, e tanto è stata incisiva la capacità della scrittrice di “raccontare” con semplicità e carattere le contingenze storiche di un periodo ancora in chiaroscuro.

Quando prende la parola Maria Grazia Porceddu, Responsabile dell’Ufficio Stampa di Edizioni 2000diciassette, sottolinea quanto il romanzo sia perfettamente integrato nelle dinamiche della casa editrice, che vuole “portare il Sannio oltre i confini del Sannio” e partecipare ad un’opera di delucidazione di uno spaccato storico troppo a lungo trascurato.

La dott.essa Emilia Tartaglia Polcini, amica e collega della nostra autrice, racconta invece la genesi di Quella garibaldina della mia trisavola, proposto inizialmente come pièce teatrale dal titolo omonimo  e rappresentata da un gruppo di studenti insieme al laboratorio sperimentale “Solot”, per celebrare la nascita della Provincia di Benevento.  Successivamente pone l’accento su quanto oggi “abbiamo perso in merito a valori e sentimenti” e pertanto lavori come quello della Iacobucci acquistano valore formativo, evocativo ed artistico perché arricchiscono la nostra memoria storica.

Siamo oggi perché siamo stati ieri

Ospite della presentazione è stato anche il Prof. Aniello Cimitile, già Rettore dell’Università del Sannio e Presidente della Provincia di Benevento. Analizzando da un punto di vista storico la situazione beneventana dell’epoca, quando si combatteva per scacciare la presenza pontificia che da quasi otto secoli imperava sulla città e per ricostruire l’antica patria sannita, il Prof. rileva che il Risorgimento è stata una rivoluzione giovane e proprio nell’opera dei giovani di allora è da ricercarsi un bagaglio culturale e di memoria storica per i giovani di oggi con cui potersi affacciare al futuro.

Angela Iacobucci innesca in questo senso la scintilla della curiosità nella giovane mente di Camilla, uno dei personaggi del romanzo, che per una coincidenza di nomi e date diventa colei che alza il velo su un passato che affonda le radici anche nel suo albero genealogico. Altro aspetto evidenziato dal Prof. Cimitile è la consuetudine storica di non parlare mai delle donne: con Angela Iacobucci invece questo non accade.

Autrice prima del testo didattico Donne e scienza nel 2006 e poi di Ipazia la sublime nel 2012, che ha ricevuto il Premio Olmo,  la scrittrice è da sempre una voce che celebra le donne.

Angela Iacobucci: educatrice, formatrice e straordinaria narratrice.

Ultimo intervento è stato quello della Iacobucci che ci ha parlato del desiderio di cristallizzare su carta attraverso il suo libro il Risorgimento beneventano, andato quasi perduto, e di volerlo fare innanzitutto per i ragazzi, per creare un filo rosso tra passato e presente che faccia avvicinare i giovani alla loro storia, alla loro memoria civica, alle loro radici; lo fa inoltre in onore delle donne che svolsero un ruolo di primo piano nella rivolta garibaldina, occupandosi della logistica, e tra le quali la scrittrice ha rintracciato un ramo della sua famiglia.

Ospite d’eccezione dell’evento è stato Guido Rampone, discendente di Salvatore, il presidente della delegazione civica che nel 1860 proclamò decaduto il potere pontificio ed accompagnò Mons. Edoardo Agnelli fino ai confini dell’Epitaffio senza sparare neanche un colpo di pistola, ancor prima dell’arrivo delle truppe garibaldine. Guido Rampone, rappresentante della sesta generazione della famiglia ed ultimo detentore della scomunica papale con cui lo Stato Pontifico punì il rivoluzionario Salvatore 157 anni fa, si è detto onorato di presenziare all’iniziativa e fiero di avere nelle sue radici familiari uno dei protagonisti della storia cittadina.

La Rocca dei Rettori, che ha visto Salvatore Rampone il 3 settembre del 1860 ammainare il vessillo del Papa-re ed issarvi il tricolore italiano con un’azione solitaria quattro giorni prima dell’arrivo di Garibaldi, che proclamò la Provincia di Benevento il 25 ottobre dello stesso anno, non poteva essere teatro più appropriato per questa presentazione.

Il libro sarà presto disponibile su Amazon, La Feltrinelli e distribuito nelle librerie italiane.

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