Route 66 negli USA: 5 luoghi meno raccontati

Route 66 negli USA

La Route 66 è più di una semplice strada: è un’icona, un’avventura di quasi 4.000 km da Chicago a Santa Monica che attraversa il cuore degli Stati Uniti. Ma oltre alle celebri “roadside attractions”, la vecchia highway nasconde luoghi segreti e meno frequentati, testimoni silenziosi di un’America dimenticata. Molti di questi sono nati e morti con la strada stessa, bypassati dal moderno Interstate Highway System. Scopriamo 5 di queste gemme nascoste, per un viaggio nel tempo lontano dal turismo di massa.

5 gemme nascoste della Route 66: guida alla visita
Luogo e Stato Coordinate GPS e Consigli per la visita
Two Guns, Arizona Coordinate: 35.1119, -111.0911
Consiglio: rovine instabili, esplorare con estrema cautela. è una proprietà privata, rispettare i luoghi.
Stone to Steel Dam Trail, Arizona Coordinate: 35.2186, -112.4764
Consiglio: escursione breve ma su terreno sconnesso. indossare scarpe adatte.
Our Lady of the Highways, Illinois Coordinate: 39.3879, -89.6953
Consiglio: piccola sosta spirituale e fotografica lungo un tratto storico della route 66.
John’s Modern Cabins, Missouri Coordinate: 37.9369, -91.9022
Consiglio: proprietà privata. ammirare e fotografare dalla strada senza entrare. simbolo del declino della route 66.
Trail of Tears Memorial, Missouri Coordinate: 37.9425, -92.0118
Consiglio: un luogo di riflessione sulla storia dei nativi americani. verificare gli orari di apertura.

1. Two Guns, Arizona: la città fantasma della Grotta della Morte

Una serie di rovine caotiche ai margini del Canyon Diablo. Questa città fantasma nasconde una storia macabra: qui si trovano i resti della Grotta della Morte degli Apache, dove nel 1878 un gruppo di guerrieri Navajo intrappolò e uccise con il fumo 42 rivali Apache. Il sito divenne poi una macabra attrazione turistica, oggi in rovina come il resto della città.

2. Stone to Steel Dam Trail, Arizona: l’ingegneria dimenticata

Una vera stranezza ingegneristica. Qui, nel remoto Johnson Canyon, la ferrovia Atchison, Topeka and Santa Fe costruì due dighe per rifornire d’acqua i suoi treni a vapore: la prima al mondo in acciaio (1898) e un’altra in pietra (1911). Oggi, un breve sentiero escursionistico, lo Stone to Steel Dam Trail, collega queste due affascinanti opere di archeologia industriale.

3. Our Lady of the Highways, Illinois: il santuario dei viaggiatori

Lungo un tratto storico della Route 66 a Raymond, sorge questo piccolo altare dedicato alla Madonna. Fu eretto nel 1959 da un gruppo di giovani cattolici per proteggere i viaggiatori su una strada allora così pericolosa da essere soprannominata “Bloody 66”. La statua in marmo di Carrara, importata dall’Italia, è ancora oggi un luogo di sosta e preghiera per chi percorre la Mother Road.

4. John’s Modern Cabins, Missouri: l’icona del declino

Questo vecchio motel abbandonato è il simbolo di ciò che accadde a innumerevoli attività commerciali dopo la costruzione delle moderne interstatali. Nato negli anni ’30, il John’s Modern Cabins offriva un alloggio spartano ai viaggiatori della Grande Depressione. Con l’arrivo della Interstate 44, che bypassò il motel, iniziò un lento declino. Oggi, le sue cabine fatiscenti e l’insegna arrugginita sono una tappa fotografica malinconica e potente.

5. Trail of Tears Memorial, Missouri: il sentiero delle lacrime

La Route 66 si sovrappone a sentieri ben più antichi e dolorosi. Questo memoriale, creato da un privato cittadino, sorge lungo uno dei percorsi del “Sentiero delle Lacrime”. Si tratta della deportazione forzata delle nazioni Cherokee e di altri nativi americani, imposta dall’Indian Removal Act del 1830. Durante questa marcia verso l’Oklahoma, circa 4.000 persone morirono di fame e malattie. Questo luogo, come documentato anche dal National Park Service, è un tributo a quella tragedia e un potente promemoria della complessa storia americana.

Fonte immagine: Pixabay


Articolo aggiornato il: 30/09/2025

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A proposito di Costantino Gisella

Sono nata a Napoli nel 1977 e sono cresciuta con la musica di Pino Daniele, i film di Massimo Troisi e il Napoli di Maradona. Ma non sono mai stata ferma e infatti metà del mio cuore e’ nel Regno Unito dove ho vissuto per svariati anni. Dopo l’esperienza all’estero, ho deciso di iscrivermi all’ Università di Napoli “L’Orientale” (sono laureanda in Lingue e Culture dell’Europa e delle Americhe) per specializzarmi in quella che è la mia passione più grande: la letteratura anglo-americana. Colleziono dischi in vinile, amo viaggiare e non rientro mai da un posto senza aver assaggiato la cucina locale perché credo che sia il modo migliore per entrare realmente in contatto con culture diverse dalla mia.

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