Se per caso vi dicessero che li fuori non siamo soli? Come reagireste? Beh, non è questo il caso di certo, ma questo nuovo oggetto interstellare, sta destando parecchi sospetti. La Cometa 3I/ATLAS, nonché terzo visitatore interstellare dopo ’Oumuamua e Borisov, è esattamente ciò che un fan fantascientifico aveva bisogno: un corpo che non nasce nel nostro Sistema Solare e che lo attraversa una sola volta, per poi sparire. È un evento decisamente raro e misterioso e, quindi, da molti classificato come “sospetto”. Ma quanto c’è di concreto? I dati dicono che 3I/ATLAS ha un’orbita iperbolica, viene da lontanissimo e non minaccia la Terra: il massimo avvicinamento al nostro pianeta resta attorno a 1,8 UA (circa 270 milioni di km), con il perielio a fine ottobre 2025, appena all’interno dell’orbita di Marte.
Cosa sappiamo davvero sulla Cometa 3I/ATLAS
Innanzitutto, è stata scoperta il 1° luglio 2025 dal sistema ATLAS in Cile. È attivamente monitorata da Hubble, Webb e altre missioni: un’occasione scientifica irripetibile per scrutare da vicino il materiale di un altro sistema stellare.
Il problema principale è che inizialmente sarà invisibile poiché passerà dietro il Sole. Inizialmente, dal nostro punto di vista non potremmo fare nessuna considerazione. Successivamente, riapparirà a inizio dicembre 2025. Il “sospetto” è alimentato anche da questo questo “buco” osservativo che, di fatto, alimenta fantasie, ma è semplice geometria celeste.
Cometa 3I/ATLAS: il “verde” che accende l’immaginazione e la questione della coda
Nelle ultime settimane alcuni scatti hanno suggerito che la Cometa 3I/ATLAS stia virando verso un tenue verde, un fenomeno già visto in altre comete e legato in genere a molecole come il dicarbonio (C₂) o ad altri gas che fuorescono sotto la luce solare. Per 3I/ATLAS l’evidenza è in corso di verifica: le foto sono promettenti, ma servono conferme sistematiche.
All’inizio qualcuno ha parlato di “assenza di coda”, altro motore per i sospetti. In realtà la coda sta crescendo man mano che il calore solare attiva la sublimazione dei ghiacci, come mostrano nuove immagini da Gemini South. Non c’è magia, c’è fisica dei ghiacci e dei granuli di polvere che vengono espulsi.
Interstellare = diverso (ma non per forza “strano”)
Un altro punto che genera inquietudine è la “diversità” chimica. Di fatto, ci sono indizi di attività già a grande distanza dal Sole che suggeriscono che 3I/ATLAS rilasci molecole più volatili dell’acqua, come CO e CO₂. È una pista interessante poiché si discosterebbe dal normale comportamento di un oggetto interstellare o di una cometa, alimentando le teorie fantascientifiche. Ma non c’è da sorprendersi, spesso gli oggetti interstellari hanno comportamenti diversi (vedi Omuamua) in più, molti, sono ancora in fase di analisi.
Le paure e le smentite ufficiali
È inevitabile che un oggetto unico crei dei titoli fantascientifici: possiamo già trovare dibattiti su “artefatti alieni”; ma, la comunità scientifica (inclusa la NASA) ha ribadito che 3I/ATLAS si comporta in modo coerente con una cometa: ha una chioma, sviluppa una coda, cambia fotometria con l’aumentare dell’energia solare. Quindi, purtroppo niente manovre “intelligenti” in vista e nessuna minaccia per la Terra.
Perché ci sembra “sospetta”?
Perché la Cometa 3I/ATLAS mette insieme tre ingredienti potentissimi:
- La rarità (solo il terzo oggetto interstellare mai osservato)
- il cambiamento visivo (la possibile tinta verdognola e la coda che sboccia)
- i “buchi” comunicativi inevitabili quando un corpo sparisce dietro il Sole
A tutto questo si aggiunge il rumore di fondo dei social e i titoli sensazionalistici. Il risultato è un miscuglio eterogeneo misterioso, basato sulla fantasia dei dati. Ma, se ci fermiamo un attimo, la narrazione più affascinante è un’altra: ossia quella di un frammento antico, forse più vecchio del nostro Sole, che porta nella nostra casa la firma di un’altra stella.
Uno sguardo lucido (e un invito)
Quindi, sta a noi scegliere come guardarla se con paura o con curiosità. La Cometa 3I/ATLAS non viene a prenderci né tantomeno a cercarci. Essa, ci sta attraversando e le missioni spaziali stanno lavorando giorno e notte per capire di cosa è fatta e come si attiva. Il punto è separare la fantasia dalla conoscenza, senza però perdere la meraviglia.
Fonte dell’immagine in evidenza: Wikimedia – NASA, ESA, D. Jewitt (UCLA); Image Processing: J. DePasquale (STScI)