Equilibrio vita-lavoro, non c’è una soluzione per tutti

Equilibrio vita-lavoro

Quanto è importante oggi il concetto di equilibrio tra vita privata e lavoro? Ormai se ne parla tantissimo. Ma cosa vuol dire esattamente? 

Uno degli elementi che ha aperto le porte al dibattito così com’è sviluppato oggi è sicuramente l’introduzione in maniera sempre più diffusa dello smart working come modalità di lavoro, assonanza entrata nel linguaggio comune in maniera sicuramente inflazionata che sta ad indicare in sostanza la possibilità di gestire in maniera autonoma il proprio lavoro, nello spazio e nel tempo.

(A volte viene fatta un po’ di confusione in merito e se vuoi approfondire le differenze tra smart working, lavoro da remoto e nomadismo digitale leggi anche: Lavoro digitale, qualche differenza fondamentale e qualche mito da sfatare)

L’introduzione dello stesso ha significato per tanti avere la possibilità di gestire dei momenti di vita quotidiana in un modo in cui altrimenti non sarebbe stato possibile, è stata facilitata sicuramente l’organizzazione della vita familiare, il tempo per hobby personali, attività fisica o per l’assistenza di un parente, per esempio. Ancora, grazie ad esso molti hanno avuto la possibilità di cogliere opportunità lavorative di aziende lontane o hanno risparmiato abbonamenti e tanto tempo nei mezzi pubblici – salute mentale compresa!

Ma la maggior parte delle volte, nella percezione comune, allo smart working è stata associata la possibilità di svolgere il proprio lavoro avendo la possibilità di viaggiare in ogni momento dell’anno, questo soprattutto per via di una diffusissima narrazione sui social dello stile di vita da nomade digitale.

Sicuramente l’apertura del dibattito pubblico verso la valorizzazione del tempo libero e della vita privata è qualcosa che ha aperto un mondo, contribuendo ad aumentare la consapevolezza rispetto ai propri obiettivi personali. 

Ma un fenomeno che è avvenuto parallelamente a questo è quello di una sovra narrazione di alcune associazioni che spesso tendono a creare delle distorsioni cognitive, diminuendo anziché innalzando la consapevolezza rispetto a determinati temi. 

Succede quando allo smart working vengono associati esclusivamente i cosiddetti nuovi lavori, succede quando ad entrambi viene associata necessariamente o esclusivamente la possibilità di viaggiare tanto, e succede quando alla sola possibilità di viaggiare costantemente (e a quelli che sembrano gli unici strumenti per ottenere questo risultato) viene associato il raggiungimento del famoso equilibrio vita-lavoro e della felicità. 

Basti pensare che ci sono molti lavori tradizionali che possono essere svolti in smart working se lo si fa da autonomi e non da dipendenti; che non tutti i lavori in smart working consentono di viaggiare tanto e che ci sono invece molti lavori che non si svolgono in smart working che permettono di spostarsi per una grande quantità di tempo. Ultimo ma non per importanza: il fatto stesso di poter viaggiare tanto non garantisce né la felicità né il personale equilibrio vita-lavoro, che probabilmente va ricercato più nel perseguimento dei propri valori che nell’allineamento a quelli degli altri!

Si manifesta in questo modo un fenomeno che è quello di “credere di desiderare quello che desiderano gli altri” che induce potenzialmente a perdere il focus su ciò che determinerebbe in maniera soggettiva il famoso equilibrio vita-lavoro e il perseguimento della propria condizione di felicità.

Utilizzare a proprio favore di volta in volta i nuovi strumenti del mondo del lavoro è sicuramente auspicabile, benché questi servano al raggiungimento dei propri obiettivi e non lo diventino in quanto tali. Può succedere che, per via di una distorsione cognitiva (es. sarò felice nel momento in cui otterrò lo smart working; sarò felice nel momento in cui potrò viaggiare tanto; sarò felice solo facendo quel tipo di lavoro lì), si finisca per perdere di vista delle opportunità più accessibili e anche più in linea con quelli che sono i propri valori e i propri obiettivi di vita in quel momento.

Così determinate opportunità possono finire per diventare freni e frustrazioni invece che delle risorse!

Quella di oggi è sicuramente un’epoca di bombardamento mediatico in cui è difficile fare delle scelte completamente indipendenti e consapevoli, ma quando c’è confusione tra stili di vita e concetti come equilibrio vita personale-lavoro e felicità, entrano in gioco dei fattori molto delicati.

Per questo quando ci si trova in momenti di confusione spesso è importante chiedersi: cosa c’è in quel lavoro, in quello stile di vita, in tutto ciò che è dall’altra parte dello schermo e a cui in qualche modo ambisco, che mi farebbe veramente sentire più allineato con i miei valori e obiettivi personali?

Fonte immagine in evidenza: AI generated 

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