Jacopo Di Cera: “Fino alla fine del mare”

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Jacopo Di Cera, Fino alla fine del mareFino alla fine del mare è il progetto fotografico che Jacopo Di Cera porta in mostra al PAN fino al 17 ottobre 2016, a cura di Auronda Scalera e promosso dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli e che gode del patrocinio morale del Comune di Lampedusa.

Il fotografo milanese si cimenta nella narrazione della propria visione di Lampedusa, dal cui cimitero delle barche ha prelevato le tavole sulle quali, per mezzo di stampa diretta, ha fissato le immagini che ha trovato tra i vari scheletri di legno.

Jacopo Di Cera narra un racconto del mare vissuto da chi lo attraversa. La piccola isola del mediterraneo è riconosciuta come meta di grandi fenomeni migratori. Molte sono le traversate agognate da tanti, fino alla fine del mare per l’appunto.

Lampedusa è allo stesso tempo un punto di arrivo e di inizio, segnato anche con la Porta d’Europa di Mimmo Palladino che guarda verso la costa tunisina.

Il cimitero delle barche di Lampedusa non è una galleria d’arte né un luogo romantico, è un deposito presso il quale le centinaia di carrette sono depositate. I barconi che terminano il viaggio con il quale hanno trasportano le persone che migrano dalle coste africane vengono poste sotto sequestro e dal cimitero delle barche mai più prenderanno il mare.

Il fotografo Jacopo Di Cera dai versi dell’Odissea di Omero ha tratto sei parole chiave che permettono di percepire il racconto visivo dettato dai temi evidenziati in maniera organica e completa.

Percorrere le sale del secondo piano del PAN facendosi trasportare dalle immagini che sono racchiuse ne Il viaggio, L’isola, Il legame, La lotta, La salvezza ed Il ritorno fa comprendere al visitatore la forza del progetto.

Le cinque immagini racchiuse per ogni titolo, accostamenti cromatici che rimandano alla nostra memoria la capacità di riuscire a restituire le emozioni di un viaggio sollecitando con ogni tavola la sensibilità dell’individuo.

Molti sono i fotografi che con le loro immagini riescono ad entrare nelle grazie del pubblico grazie al cosiddetto shock emozionale. Jacopo Di Cera ha scelto un’altra strada, ha voluto coinvolgere il fruitore con la sua capacità di cogliere l’attenzione.

La mostra itinerante partita dal MIA FAIR di Milano dove ha riscontrato grande successo della critica e del pubblico è approdata al PAN, forse meta obbligata in quanto Napoli è da sempre uno dei fuochi del Mediterraneo.

Jacopo Di Cera ha voluto restituire con le sue fotografie ad alta risoluzione un pensiero forte e condiviso che ci lega tutti in quanto eterni viaggiatori di questo pianeta.

Sul web la mostra di Jacopo Cera richiama nomi come Mark Rothko e Yves Klein. Sicuramente è possibile individuare nelle opere di Jacopo Di Cera altri grandi spunti che hanno fatto scuola nelle avanguardie artistiche e soprattutto grazie all’astrattismo: basti pensare a Johannes Itten ed alla sua Arte del colore o a Vassily Kandinsky con il suo Spirituale nell’arte, solo due esempi di un panorama vastissimo.

Le fotografie, resinate a mano dal fotografo, restituiscono la forza del luogo di provenienza, delle storie che racchiudono, della vita che hanno trasportato, della morte che purtroppo hanno lasciato.

Fino alla fine del mare è un progetto artistico di forte impatto sulla coscienza di ognuno di noi, senza false retoriche, senza ovvi rimandi. Jacopo Di Cera ha avuto la grande capacità di riuscire a trattare il tema dei migranti senza scadere nelle banali immagini che siamo abituati a vedere, riuscendo a toccare le corde della riflessione.

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A proposito di Cosimo Di Giacomo

Affronto la collaborazione con Eroica Fenice con tanta voglia di raccontare il mondo che mi circonda unendo la passione per la fotografia al piacere di scrivere.

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