Je suis Italo (a volte sì, a volte no)

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ItaloSabato 30 gennaio 2016 non potrà fare a meno, nel prossimo futuro, di essere ricordato per essere il giorno del “Family Day”.
Se non siete perfettamente aggiornati o non avete la più pallida idea degli antefatti che hanno portato all’origine di questo evento in questo particolare momento, vi rimandiamo alla lettura del ddl Cirinna sulle unioni civili.
Cosa accadrà? A Roma, sabato 30, si raduneranno persone da tutto il paese per protestare proprio contro il ddl Cirinna e professare la loro fede incrollabile sul concetto di “famiglia tradizionale”.
Mancano ancora alcuni giorni prima del suo avvento, eppure non mancano le discussioni, i discorsi e persino alcune dimostrazioni (leggasi Pirellone) che non fanno che rendere ancora più calda la situazione e lo scontro d’idee.
Uno di questi eventi clou riguarda la compagnia ferroviaria Italo, la quale ha deciso di sponsorizzare una promozione dedicata ai partecipanti al Family Day, con tanto di codice, proponendo uno scontro del 30% a tutti quelli diretti a Roma in tale data.

Italo e il Family Day, errare humanum est

La bufera mediatica non si è fatta attendere, il popolo della rete, sempre pronto a recepire e commentare tali informazioni, ha subito alzato i forconi e acceso roghi, invitando Italo e i suoi responsabili a vergognarsi e a ben riflettere sulle proprie scelte e schieramenti.
Totalmente inutile è stato il tentativo di recupero dell’azienda, la quale ha spiegato di vedere in tutto ciò solo un possibile guadagno.
Quel che doveva essere una mirata mossa strategica, si è rivelata, drasticamente, una mossa suicida per la compagnia di Luca Cordero di Montezemolo.
Il Family Day è un momento sociale e questo lo sanno tutti, ma non si può far finta di non sapere o di non vedere il momento politico proprio dietro le sue spalle. Schierarsi con un’idea, ora più che mai, vuol dire schierarsi con una possibilità politica.
Quindi, ecco piovere le polemiche e le critiche dei detrattori, i quali minacciano il totale boicottaggio dopo essersi sentiti feriti e offesi da questa promozione che va contro i loro ideali.
Come se, dice qualcuno, Italo avesse offerto una conveniente agevolazione ai Nazisti per Auschwitz.
Quel che i censori della rete sembrano aver dimenticato è che ogni cosa è opinabile, tranne il doveroso buonsenso.
Possibile che questi amanti della libertà non si rendono conto di star dando prova di assoluto dispotismo, non lasciando ad Italo la possibilità di scegliere da che parte stare? Ma, soprattutto, è possibile che credano veramente che il male sia un’azienza che cerca di fare introiti e non il mondo in cui essa si trova a lavorare?
Che vi piaccia o meno, a Roma, il 30 gennaio, si raduneranno tantissime persone, le quali, oltre a esprimere un opinione e un parere condivisibile o meno, finiranno con l’usufruire di vari servizi offerti da terzi.
Quindi? Cosa si dovrebbe fare? Chiudere per un giorno tutte le attività? Smetterete, allora, di mangiare alla stessa pizzeria che venderà due tranci a chi è contro le adozioni gay? Non farete mai più un selfie all’ora dell’aperitivo nel bar in cui serviranno un caffè a chi non vede di buon occhio un matrimonio tra persone dello stesso sesso?
Avere un’opinione e divulgarla è diritto e dovere di tutti, ma vedere colpe idealistiche là dove non ce ne sono, è puro fanatismo. E il fanatismo, che vi piaccia o meno, è proprio la stessa cosa di cui si accusa i partecipanti al Family Day. Schierarsi con un’idea è bello, ma bisogno pensar bene all’idea, prima di farne fede.

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A proposito di Gennaro Esposito

Iscritto a Lettere Moderne, decide di abbandonare gli studi umanistici per l’ Università della Strada. Segue da qualche tempo i corsi di Marketing della Nocciolina Zuccherata. Alcune voci lo vogliono a La Repubblica, altre, invece, parlano di una sua assunzione a Il Fatto Quotidiano. Lui assicura di star seguendo una terapia psicofarmacologica per farle smettere del tutto.

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