La gogna sui social: il fenomeno della punizione virtuale

La gogna sui social

La gogna sui social non è l’emblema della giustizia ma il suo contrario.

Ormai nel mondo odierno siamo abituati alla gogna sui social come forma di punizione. Rappresenta una forma di giustizia sommaria, ha conseguenze sulla salute mentale delle persone coinvolte e spesso non tiene conto della proporzionalità della pena.

Queste sono le tre fasi del fenomeno della gogna pubblica sui social:

  • L’errore commesso: qualcuno commette un atto che cattura l’attenzione pubblica, questo può variare di gravità ma spesso è sufficiente per attirare l’interesse dei media.
  • La reazione pubblica: individui  o gruppi esprimono apertamente disapprovazione, indignazione o condanna attraverso i social media.
  • I danni alla reputazione: le conseguenze di questa punizione pubblica possono includere danni alla reputazione, perdita di lavoro, emarginazione o qualcosa di peggio.

Di questo fenomeno, i casi noti più recenti sono: una ristoratrice di una pizzeria di Lodi trovata morta nel fiume Lambro dopo essere stata accusata di aver falsificato una risposta ad una presunta recensione negativa discriminatoria; Fedez che ha mostrato la foto di un suo hater durante una puntata del proprio podcast, ma senza verificare la fonte e sbagliando persona, ha messo alla gogna un altro utente, esponendolo sui social a critiche e odio da parte dei fan. Oltre a questi casi ricordiamo anche il ministro dei trasporti Salvini che ha diffuso, seppur censurato il video di una persona che compie un gesto violento contro un animale, ottenendo la ricerca del nome e cognome della persona in questione.

Questi sono tre casi diversi che però dimostrano un fenomeno simile ossia il nostro rapporto complicato con il desiderio di giustizia e gli effetti che produce.

Inoltre, queste vicende ci mostrano aspetti che ci aiutano a comprendere il funzionamento e le conseguenze della gogna:

1. La sproporzione della pena

La gogna sui social spesso si concentra su individui comuni, persone non famose o non preparate a gestire l’attenzione mediatica. L’esposizione e le critiche online spesso superano di gran lunga la gravità dell’errore commesso, portando a conseguenze sproporzionate (per esempio l’istigazione al suicidio o alla violenza).

2. Notizie non verificate

I giornalisti hanno una grande responsabilità. Rilanciare tutto ciò che diventa virale senza verificarlo o verificando solo in un secondo momento, è cattiva informazione.

3. La gogna come punizione

La gogna sui social consente di distruggere qualcuno, senza provare nessuna sensazione negativa a riguardo. Ogni giorno, nuove persone vengono presentate come magnifici eroi o cattivi ripugnanti, creando una narrazione estrema che non rispecchia la complessità della realtà umana.

A nessuno fa piacere essere insultato da centinaia di sconosciuti, ma, per alcune persone, essere al centro di una questione social ha effetti psicologici mortificanti e violenti e ci si chiede se si tratti di ricerca della verità o di un’aggressione.

Quando, quindi, finisce la nostra vita ed inizia quella dei social? Sono due vite separate o semplicemente una vita che ormai non è più nostra?

Fonte dell’immagine: Pixabay

A proposito di Francesca Mercogliano

Vedi tutti gli articoli di Francesca Mercogliano

Commenta