“Troncato d’oro e di rosso”. È così che la scienza araldica descrive lo stemma della città metropolitana di Napoli. Si tratta di uno scudo diviso orizzontalmente in due parti, colorate di oro e rosso. La nascita di questo stemma, tuttavia, è avvolta ancora oggi da un alone di mistero e fascino, con diverse ipotesi che ne contendono l’origine.
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Cos’è l’araldica: una guida per decifrare lo stemma
Per comprendere uno stemma, è necessario conoscerne il linguaggio. L’araldica è la disciplina che studia gli stemmi, la loro storia e le loro regole. Quando si descrive uno stemma con la sua terminologia specifica, lo si sta “blasonando“. Questa disciplina nacque nel Medioevo, quando gli araldi, ufficiali dei signori, avevano il compito di riconoscere i cavalieri nei tornei osservando i simboli dipinti su scudi e vessilli. Si ritiene che gli stemmi derivino proprio dalle bandiere degli eserciti medievali, dove i simboli venivano ricamati sulla stoffa per essere riconoscibili in battaglia. Il più celebre di questi vessilli è la croce dei crociati, che variava di colore a seconda della nazionalità.
Analisi araldica dello stemma di Napoli
Lo stemma di Napoli è dominato da uno scudo sannitico, una forma rettangolare con angoli inferiori stondati e una punta al centro, molto comune nell’araldica italiana e spagnola. Lo scudo è “troncato”, ovvero diviso in due metà orizzontali: quella superiore è d’oro, quella inferiore di colore rosso. Sopra lo scudo si trova una “corona muraria” o “corona turrita”. Questo simbolo, ereditato dall’antica Roma, rappresenta l’autonomia e la forza di una città. Nel caso di Napoli, la corona a otto torri è il simbolo che, secondo le norme dell’araldica civica italiana, spetta alle Città Metropolitane.
Il mistero dei colori: le ipotesi sull’origine
L’origine dei colori oro e rosso è la parte più dibattuta della storia dello stemma. Nel corso dei secoli sono state avanzate diverse ipotesi e leggende.
Ipotesi sull’origine | Periodo di riferimento e significato |
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Ipotesi Costantiniana | Periodo: 324 d.C. Significato: I colori del Sole (oro) e della Luna (rosso), legati agli antichi culti pagani della città al tempo della visita dell’imperatore Costantino. |
Ipotesi Ducale | Periodo: Alto Medioevo. Significato: I colori delle fazioni in lotta tra il Ducato di Napoli e il Principato di Benevento. |
Ipotesi Angioina | Periodo: XIII-XIV secolo. Significato: L’oro e il rosso erano i colori della Chiesa Cattolica, di cui gli Angioini erano paladini contro l’Impero. Questa è considerata una delle ipotesi più probabili. |
Ipotesi Aragonese | Periodo: XV secolo. Significato: I colori deriverebbero dalle “barre d’Aragona” (pali rossi su fondo oro), stemma della dinastia. Tuttavia, documenti precedenti smentiscono questa teoria. |
L’evoluzione e gli altri simboli di Napoli
Nel corso della sua storia, la città di Napoli ha utilizzato anche altri simboli. Il cavallo, ad esempio, fu usato sulle monete dal XIII secolo e compare ancora oggi nello stemma della provincia di Napoli. Lo stemma civico stesso ha subito modifiche: durante la Repubblica Napoletana del 1647, fu aggiunta la lettera P per Popolo. Nel 1866, la corona ducale fu sostituita dalla corona turrita attuale, a simboleggiare l’indipendenza municipale. Durante il fascismo, allo stemma fu affiancato il fascio littorio, poi rimosso. Oggi, accanto allo stemma storico, il Comune di Napoli utilizza anche un logo moderno, con una grafica più minimalista e un’onda color ciano.
Fonte immagine: Comune di Napoli
Articolo aggiornato il: 14/09/2025