Marcia della Pace: la cittadinanza attiva passo dopo passo

Marcia della Pace, Visit Assisi

La marcia della pace Perugia-Assisi è una manifestazione pacifista che dal 1961 promuove la fratellanza tra i popoli come ideale da contrapporre alla guerra. Domenica 12 ottobre oltre 200 mila persone si sono messe in cammino, una partecipazione da record, accompagnate dal motivo “Imagine all the people”, l’intramontabile canzone-sogno della generazione di John Lennon. 

1° tappa: la Marcia della Pace di Aldo Capitini

Marcia della Pace, 1961
La prima Marcia della Pace nel 1961, dall’archivio “Io c’ero”, Fondazione Perugia Assisi per la Cultura della Pace

Esistono degli eventi in grado di segnare un prima e un dopo e nella storia dell’Italia repubblicana un encomio speciale va alla Marcia della Pace. Una marcia laica indetta per il 24 settembre 1961 che testimoniò la maturazione di un Paese ancora adolescente, determinato a lasciarsi alle spalle il proprio passato fascista per iniziare a battere le strade della democrazia. Cercando di immaginare il clima di quei tempi, si riportano una serie di eventi che, in quell’anno, hanno reso indispensabile, l’ancora oggi percorsa, Marcia per la Pace Perugia-Assisi:

  • 13 agosto 1961: la costruzione del Muro di Berlino, emblema della Guerra Fredda;
  • 11 aprile 1961: inizio del processo Eichmann e rivelazione al mondo dell’orrore dell’Olocausto;
  • Focolai di guerre in gran parte dei paesi africani e asiatici, dall’Indocina all’Algeria, fino al Congo in cui l’Italia è direttamente coinvolta;
  • 1958-1963: il boom economico ha stravolto non soltanto gli assetti produttivi, ma anche le forme di partecipazione, e la Marcia è il risultato di un linguaggio nuovo, che coinvolge le classi popolari e intende influenzare l’agenda politica.

Aldo Capitini, da anni promotore di incontri e seminari relativi al pacifismo a cui partecipavano pochi interessati, riuscì, attraverso l’ideazione e organizzazione della Marcia, collocata al di fuori delle ideologie partitiche, a radunare migliaia di persone, inaugurando ciò che gli storici definiscono “la stagione dell’azione collettiva”. Da allora, le marce della Pace si susseguiranno come manifestazioni di dissenso all’interno della protesta pacifista e non violenta. Infatti, Capitini fu tra le prime personalità, in Italia, a recepire e interiorizzare il pensiero non violento gandhiano, tanto da essere soprannominato il Gandhi italiano”. A fondare il movimento non violento, insieme a Capitini, Pietro Pinna, primo obiettore di coscienza che, nel 1948, rifiutandosi di adempiere all’obbligo del servizio militare, venne condannato per “disobbedienza” a dieci mesi di carcere, a cui poi se ne aggiunsero altri otto. Durante il processo, il pubblico ministero, rivolgendosi alla corte, affermò Siate particolarmente severi perché l’obiezione di coscienza é più pericolosa della bomba atomica”. In fondo, cosa c’è di più potente di un irremovibile no alla guerra? Da quella scelta ci vollero 24 anni per vedere, nel 1972, la legge sull’obiezione di coscienza. Il passo di Pinna, incontrandosi con Capitini, diede il via a una marcia che, nel 2025, riunisce uomini e donne di diverse generazioni a portare la colorata, a tratti usurata, bandiera della pace, in una mano, e lo striscione per il disarmo, nell’altra.

2° tappa: boom di partecipazioni all’edizione 2025 

Marcia della Pace Perugia-Assisi, locandina
Il motto della Marcia della Pace 2025, Fondazione Perugia Assisi per la Cultura della Pace

Gli organizzatori della Marcia della Pace hanno parlato di una partecipazione tale che non si vedeva dal 2001, oltre 200 mila persone hanno percorso i 24 chilometri che intercorrono tra la Porta di San Girolamo a Perugia e la Rocca Maggiore di Assisi. Presenti alla marcia alcuni rappresentanti delle istituzioni umbre, dai sindaci di Perugia e Assisi, alla presidente della Regione Umbria Stefania Proietti che ha commentato “oggi questa marcia assume un significato ancora più forte: essere sommatoria di tutte quelle grandi piazze che hanno portato a un primo passo verso la pace in terra santa. Raccogliamo la speranza delle piazze, il potere dei popoli che vogliono la pace”. Presente anche il sindaco di Betlemme, Maher Nicola Canawati, accolto da numerose bandiere della Palestina che non potevano mancare date le numerose, anch’esse molto partecipate, manifestazioni delle settimane precedenti che chiedono giustizia e rispetto della legalità e dei diritti, tre parole che, ricorda Flavio Lotti, presidente della Fondazione Perugia Assisi, costituiscono profondamente la pace e, di conseguenza, l’essenza della Marcia della Pace. E per coloro che credono che scendere in piazza sia inutile, Lotti risponde: “la marcia di oggi è un esercizio di educazione alla pace […] bisogna imparare a farla, non solo a dirla”. A questa provocazione risponde anche il segretario generale della CGIL Maurizio Landini: “il movimento dei lavoratori deve occuparsi di pace. Per rimettere al centro la giustizia sociale e la persona, non il profitto, il mercato senza vincoli” e invita a partecipare alla prossima manifestazione nazionale indetta per il 25 ottobre 2025.

Hanno partecipato al corteo i parlamentari che erano a bordo della Flotilla, a cui alcuni manifestanti hanno dedicato cori e una rappresentazione visiva di una barca composta da bandiere, e alcuni leader politici, quali la segretaria del Pd Elly Schlein, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e le guide di Alleanza Verdi Sinistra Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli.

Nell’aria la sensazione di ciò che Francesca Albanese, ospite, giorni prima, dell’Assemblea dell’Onu dei popoli a Perugia e presente alla marcia di domenica, ha definito “una marcia consapevole” in cui, all’ombra degli orrori della guerra e di una mancata applicazione della giustizia e del diritto internazionale, si è finalmente sentito il bisogno di uscire allo scoperto, di informarsi e di metterci il corpo oltre che l’anima, perché la pace abbia un senso e non sia solo una parola vuota. 

3° tappa: “Immagina” e “Imagine”

Marcia della Pace, Copertina "Immagina"
Copertina progetto “Immagina”, Rete delle Scuole di Pace

Immaginare è il primo passo passo verso il cambiamento. In un tempo in cui il “lieto fine” sembra appartenere solo alle favole, dove indifferenza e rassegnazione appaiono come le due entità prevalenti che, posizionate sulle spalle degli esseri umani, guidano verso un futuro già scritto, l’immaginazione diventa un bene di prima necessità, un esercizio da riscoprire, allenare e salvaguardare.  Il progetto “Immagina“, avviato il 30 agosto 2024, ha inserito, come tappa fondamentale del percorso, la realizzazione della Marcia della Pace, avendo come fari la lettera di Papa Francesco “Fratelli tutti per la fraternità e l’amicizia sociale” e l’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile. 

Il programma “Immagina” è stato promosso dalla Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Rete Nazionale delle Scuole per la Pace, Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” e Cattedra Unesco “Diritti Umani, Democrazia e Pace” dell’Università di Padova e Rete delle Università Italiane per la Pace (RUniPace). 

La scelta di “Imagine” di John Lennon come slogan e colonna sonora della Marcia della Pace 2025 è un chiaro segnale: “non vogliamo farci rubare il sogno della fraternità” afferma Flavio Lotti. 

Imagine there’s no countries
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for

Imagine all the people
Living life in peace…

You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one

Immagina che non ci siano patrie
Non è difficile farlo
Nulla per cui uccidere o morire

Immagina tutta la gente
Che vive la vita in pace…

Si potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno ci uniremo
Ed il mondo sarà come un’unica entità.

Sta ad ognuno di noi credere di non essere i soli a sognare un mondo diverso, e eventi come la Marcia della Pace hanno il potere di farci sentire come un’unica comunità, e sta ad ognuno di noi essere piccoli costruttori di dialogo, di comunicazione interculturale, di giustizia sociale, perché la pace non è un’utopia, è una scelta quotidiana. 

Fonte immagine di copertina: Sito istituzionale Comune di Assisi

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