Morti sul lavoro: gli avvilenti numeri italiani

morti sul lavoro: i numeri italiani

L’articolo 1 della Costituzione italiana sancisce che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Se da un lato il lavoro è fonte di sostentamento e dignità, dall’altro continua a essere causa di infortuni e decessi. Questo dramma, noto come “morti bianche”, rappresenta una delle più gravi problematiche sociali del nostro Paese.

Statistiche 2025: i dati aggiornati sulle morti sul lavoro

I dati più recenti continuano a descrivere una situazione allarmante. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, basandosi sui dati provvisori INAIL, nei primi sette mesi del 2025 le denunce di infortunio con esito mortale sono state 432. Questo dato include sia gli incidenti avvenuti “in occasione di lavoro” sia quelli “in itinere”, cioè durante il tragitto casa-lavoro. Particolarmente preoccupante è l’aumento del +2,4% delle vittime in itinere rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2023, i dati definitivi dell’INAIL avevano registrato un totale di 1.041 decessi.

Morti sul lavoro in Italia: dati INAIL provvisori (gennaio-luglio)
Anno Totale denunce mortali In occasione di lavoro In itinere
2025 (gen-lug) 432 344 (-3,1%) 88 (+2,4%)
2024 (gen-lug) 441 355 86

Fonte: elaborazione su dati INAIL provvisori riportati da Il Fatto Quotidiano. Le variazioni % sono rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Cosa sono le morti bianche e perché si chiamano così

L’espressione “morti bianche” si riferisce ai decessi causati da incidenti avvenuti durante l’orario di lavoro o nel tragitto per raggiungerlo. L’aggettivo “bianco” ha un’accezione drammatica: non allude all’innocenza, ma all’assenza di un colpevole diretto e visibile nell’immediato, quasi come se la morte fosse causata da una fatalità imprevedibile, nascondendo le responsabilità sistemiche.

Le cause: un problema complesso e sistemico

Le cause degli infortuni mortali sono complesse e raramente riconducibili a un singolo fattore. Tra le principali si possono individuare:

  • Mancanza di cultura della sicurezza: la sicurezza viene spesso percepita come un costo o un intralcio, invece che come un investimento.
  • Formazione inadeguata: i lavoratori, specialmente quelli precari o stranieri, non sempre ricevono una formazione sufficiente sui rischi specifici della loro mansione.
  • Pressione e ritmi di lavoro: la fretta per rispettare scadenze serrate porta a trascurare le procedure di sicurezza.
  • Scarsa manutenzione: macchinari obsoleti o non correttamente mantenuti sono una causa frequente di incidenti gravi.
  • Controlli insufficienti: la carenza di ispettori del lavoro non permette una vigilanza capillare sul territorio.

I settori più a rischio si confermano le Costruzioni, i Trasporti e Magazzinaggio e le attività manifatturiere.

La normativa sulla sicurezza: il Testo Unico D.Lgs. 81/2008

In Italia, la materia è regolata principalmente dal Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008, noto come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro. Questa normativa, consultabile sulla Gazzetta Ufficiale, impone al datore di lavoro una serie di obblighi, tra cui la valutazione di tutti i rischi (DVR), l’adozione di misure di prevenzione, la fornitura dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e la formazione dei lavoratori. La violazione di queste norme può comportare sanzioni penali, fino al reato di omicidio colposo.

Prevenzione: cosa si può fare per fermare la strage

La prevenzione è l’unica vera arma contro le morti sul lavoro. Questo richiede un impegno a tutti i livelli: le istituzioni devono potenziare i controlli, le aziende devono investire in formazione e tecnologie sicure, e i lavoratori devono essere i primi a pretendere e rispettare le norme di sicurezza, segnalando ogni situazione di pericolo.

Conclusione: un dovere per l’intera società

Se lavorare è un diritto fondante della nostra Repubblica, lo è allo stesso modo anche il diritto alla salute e alla vita. La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un investimento in civiltà. Diffondere una vera cultura della sicurezza è un dovere che riguarda l’intera società, affinché le morti bianche diventino finalmente un ricordo del passato.

Fonte immagine: Pixabay


Articolo aggiornato il: 30/09/2025

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A proposito di Marika Burani

Mi chiamo Marika, sono nata a Napoli il 13 Aprile del 2000. Ho frequentato il Liceo delle Scienze Umane ''Eleonora Pimentel Fonseca''. Attualmente studio Mediazione Linguistica e Culturale all'Università degli studi di Napoli ''L'Orientale''. I miei interessi sono la Storia, la Musica, il Cinema e la Politica. Nel mio tempo libero creo vestiti all'uncinetto e ai ferri e gioielli in alluminio e rame.

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