Protesta nelle Filippine: cosa sta succedendo?

Protesta nelle Filippine

È scoppiata una protesta nelle Filippine nello scorso fine settimana. Il 21 settembre c’è stata, infatti, una grande mobilitazione da parte di studenti, celebrità, religiosi e migliaia di cittadini che ha marciato su Manila per chiedere trasparenza sui progetti pubblici mai realizzati.

La corruzione e la cattiva gestione dei fondi

I manifestanti condannano la cattiva gestione dei finanziamenti destinati alla costruzione di infrastrutture per proteggere il Paese dalle inondazioni e dai cicloni, a cui la zona è solitamente soggetta. Pare che il governo abbia sottratto 17,6 miliardi di dollari, somma che sarebbe dovuta andare al miglioramento e alla sicurezza delle Filippine. Il Presidente Ferdinand Marcos Jr. ha cercato di rispondere alle accuse, mostrandosi consapevole del problema e promettendo di istituire delle commissioni per indagare, una risposta risultata inefficace che ha solo alimentato la rabbia dei manifestanti. Ad aggravare la situazione è stata la venuta del super tifone, Ragasa, il quale si è abbattuto nel nord del Paese, causando diversi danni tra cui blackout, interruzione di voli ed evacuazioni di massa; i progetti per la sicurezza applicati, infatti, sono stati realizzati male e con scarsa qualità, aumentando ancora di più il senso di insoddisfazione generale.

La mobilitazione e le richieste dei cittadini

È dal 21 settembre che la protesta, inizialmente pacifica, si è diffusa e ha unito, grazie a un ideale condiviso, diversi strati della società: tra questi molte personalità di spicco filippine si sono schierate a favore della causa, criticando l’operato governativo. L’intervento della polizia è avvenuto in un secondo momento, in quanto sembra che alcuni dimostranti abbiano ricorso alla violenza; per il momento si stimano 72 arresti, tra questi 20 minorenni e 39 agenti feriti.

Le richieste dei cittadini sono chiare: l’indennizzo per le perdite e la reclusione dei diretti responsabili. Lo scoppio dello scandalo ha costretto, inoltre, il Presidente della Camera Martin Romuáldez e del Senato Francis Escudero a dimettersi. Per il momento la portata della protesta nelle Filippine sembra non avere la stessa magnitudo e risonanza di quelle in Nepal. Tuttavia, come analizzato dall’organizzazione Transparency International, la corruzione rimane un problema sistemico nel Paese. Molte similitudini si possono riscontrare con altre proteste giovanili: l’avversione di molti membri della Gen Z contro i “nepo babies” usando lo slogan “il loro lusso, la nostra miseria“.

Una protesta guidata dalla Gen Z

Insomma, una protesta fatta soprattutto dai giovani, che si sono sbizzarriti anche nel creare cartelli originali per esprimere dissenso: oltre all’uso delle bandiere pirata tratte dal manga di Eiichiro Oda One Piece, molti partecipanti hanno scelto di usare come slogan i testi delle canzoni del global group Katseye, in quanto Sophia Laforteza, uno dei membri, è filippina. Sophia ha espresso il suo sostegno per la causa tramite una storia su Instagram in cui esprimeva il rimpianto di non poter partecipare fisicamente alle proteste, ma esortava il popolo filippino a tenere duro e rimanere unito. È bene sottolineare che la pop star è la pronipote dell’industriale Domingo M. Guevara, fondatore di Radiowealth, marchio di prodotti elettrodomestici, televisori e radio, il quale si oppose nel 1972 alla dichiarazione della legge marziale di Ferdinand Marcos, padre dell’attuale Presidente, pagando come conseguenza una limitazione nello sviluppo industriale.

In sintesi, le proteste sono ancora in corso e non si sa se si arriverà a un’escalation come in Nepal; ci si augura però che il Paese riesca a ritrovare la stabilità che necessita.

Fonte Immagine di copertina: Pexels (Mico Medel)

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